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Teatro Anfitrione Roma, standing ovation per “1..2..3..Rintocchi di follia”

La piece teatrale scritta da Antonella Morreale con la regia di Franco Sodano ha conquistato il pubblico

Un momento dello spettacolo 

“1…2…3….rintocchi di follia”, la piece teatrale scritta da Antonella Morreale, e con la regia di Franco Sodano, ha conquistato il pubblico del teatro Anfitrione a Roma, sull’Aventino.

In un clima romano natalizio, il folto pubblico che ha riempito il teatro ha tributato alla compagnia agrigentina “Arcobaleno” una standing ovation a fine spettacolo, con un prolungato applauso a scena aperta.

“Apprezzamenti sono stati espressi – ci dicono soddisfatti l’autrice Antonella Morreale ed il regista Franco Sodano- – soprattutto per l’intensità espressiva degli attori, che hanno saputo trasmettere alla sala forti emozioni. La critica presente in sala, rappresentata da autorevoli giornalisti, ha espresso anche notevoli apprezzamenti per il valore dell’opera, che consiste anche nel dar occasione agli attori di poter dimostrare le capacità artistiche sia proprie sia quelle degli autori e registi e per aver anche saputo cogliere e centrare, attraverso un racconto vero e autentico, lo spaccato di vita reale e quotidiana che corrisponde perfettamente al vissuto privato e reale di Luigi Pirandello, dalla cui vita lo spettacolo prende le mosse e risulta liberamente tratto durante tutto lo svolgersi della trama fino alla fine della rappresentazione”.

Al centro di tutta l’opera c’è il noto tema della follia, ampiamente presente nell’opera letteraria tutta del premio Nobel agrigentino , che diventa familiare nel momento in cui essa fa il suo ingresso drammaticamente in casa Pirandello. L’opera racconta proprio il momento cruciale della disperazione dei familiari, posti di fronte alla loro presa di coscienza dell’insorgere della malattia di Antonietta Portulano, moglie del drammaturgo.

“Questo evento coincide – ci dice Antonella Morreale – con un altro momento assai delicato nella vita dello scrittore agrigentino, che probabilmente sarà stato motivo scatenante della malattia della sua devota moglie: la miniera, sulla quale la famiglia Portulano aveva investito tutta la dote e sul cui investimento contava per il proprio sostentamento, si allaga provocando la rovina economica di tutta la famiglia. Come in ogni dramma che si rispetti la fine dell’opera non è per nulla lieta, poiché vince la decisione, per il bene di tutti, di rinchiudere la poveretta in manicomio, impedendole così di fare del male a se stessa prima e nuocere, provocando altri danni e sofferenze, agli altri suoi familiari”.

In scena sul palco romano i sei validissimi attori protagonisti Calogero Pecoraro, Zaira Picone, Carmelo Capodici, Giusi Urso, Susy Indelicato e, nel doppio ruolo di attrice e curatrice delle scenografie, Laura Pompeo, che hanno dato ampiamente prova delle loro capacità artistiche e della loro bravura. A Franco Sodano, che ha curato anche le musiche, si deve il merito di aver fornito un’ossatura sostenuta a tutto lo spettacolo, tramite l’azzeccatissima scelta dei brani musicali, che si esprimono e si caratterizzano per il ritmo martellante e quasi ossessivo. Non poco contributo ha apportato a tutto lo spettacolo anche la partecipazione di alcuni elementi della compagnia di danza “Fusion Work Dance” arricchendo lo spettacolo con le loro performance coreografiche create dalla bravissima Laura Sodano.

“Altri contributi fondamentali – ci dicono i responsabili della Compagnia Arcobaleno – alla riuscita di tutto lo spettacolo vanno riconosciuti ad Alessandro Perrella, aiuto regista di Pasolini, a cui va il ringraziamento da parte della Compagnia Arcobaleno e della Produzione; ad Italo Moscati, scrittore, sceneggiatore e regista, critico televisivo, teatrale e cinematografico italiano. Un grazie particolare va anche a Giovanni Pirandello per le parole di affetto e di stima riservate alla Compagnia e all’autrice dell’opera. Un ringraziamento sentito e cordiale per l’invito esprime anche Henos Palmisano, così come un ringraziamento, per l’amicizia fraterna, si esprime al Prof. Rino Caputo, titolare della cattedra di Letteratura italiana presso la seconda Università di Roma Tor Vergata, per l’introduzione, fatta all’inizio dello spettacolo, e per l’apporto dato, alla fine della rappresentazione, con il suo lavoro di ricerca e di studio sulla vita e sul mondo di Pirandello. E ancora un grazie va a Stefania Zaccari, Presidente UILT Lazio e a Sergio Ammirata, a cui va il merito di aver reso possibile il tutto e per aver fatto sì che la serata riuscisse nel migliore dei modi, bellissima e impeccabile, riuscita testimoniata anche dalla preziosa foto-ricordo di gruppo scattata sul palco di tutta la compagnia, tra gli applausi e i sorrisi soddisfatti del pubblico presente in sala”.

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