Fondato a Racalmuto nel 1980

“Menomale che Ciccio c’è”

A Racalmuto la tradizione delle Novene si rinnova ogni anno con diversi gruppi di suonatori. Ma è grazie alla generosità del M° Francesco Carrara, direttore della banda comunale, che tanti giovani non perdono l’appuntamento tanto atteso del Natale

Il M° Francesco Carrara (foto Pietro Tulumello)

Se in un paese, specialmente se piccolo, non ci fosse uno come lui bisognerebbe andarlo a cercare fino in capo al mondo. Bizzarro e stravagante, sornione giovale ed esuberante. Caratteristiche che fanno di Ciccio Carrara – Francesco all’anagrafe, ma per tutti a Racalmuto Ciccio – un personaggio che sa adoperarsi per la sua comunità svolgendo un ruolo assai importante. Da oltre vent’anni, infatti, dirige la banda comunale formando generazioni di ragazze e ragazzi che tengono viva l’antica tradizione musicale di Racalmuto da sempre uno dei centri della provincia di Agrigento e della Sicilia il cui nome è anche legato alla musica e al bel canto.

Direttore dell’associazione “Giuseppe Verdi”, il Maestro Carrara ha avuto sempre la capacità di coinvolgere tanti giovani pescandoli nella comunità e insegnando loro a leggere spartiti e a suonare uno strumento.

Ma il suo entusiasmo esplode e quasi si materializza in occasione delle tradizionali Novene natalizie. Dal 16 al 24 dicembre strade piazze e cortili del paese diventano teatro a cielo aperto di incantevoli e affascinanti rappresentazioni con grande partecipazione popolare intorno a quelle che un tempo chiamavano figureddi, animate da canti e nenie natalizie.

“Arriva Carrara”, si diceva e si dice ancora la sera in quei quartieri dove gruppi di ragazzini rinnovano la tradizione dei presepi. E quando arriva Carrara trionfa la musica del suo trombone, e quella di tamburi e tamburelli, flauti clarinetti e friscaletti. E arriva la voce e l’entusiasmo dei tanti ragazzi che lo seguono ogni sera fino a tardi in giro per le “Novene”.

Attimi di freddo, cantate a squarciagolaSan Gniseppi era cumpusu pi la via c’avera a fari e lu tiempu annivulusu nun putiva abbiaggiari… Arricugliemmuni mamma, mamma – e abbracci e sguardi di primi e ingenui amori di adolescenti in preda di fantasiosi furori (perché le Novene sono anche questo!). E allora via per un attimo gli smartphone per lasciare spazio a momenti di vita vera che lasciano sicuramente un segno.

E nelle case giunge l’eco delle voci di questi fiumi di entusiasmi che circolano nelle strade, dei canti antichi delle Novene e anche quelli con le melodie di Jingle Bells. E i più anziani davanti alla tv sempre accesa e con le gambe coperte di scialli e plaid si rincuorano e ascoltano quei suoni che li portano indietro nel tempo, alla loro felice giovinezza e spensieratezza.

Tutto questo grazie a Ciccio Carrara. Che non fa mancare mai la sua presenza a scuola, nelle parrocchie, nei circoli e negli oratori, nei bar. E menomale che c’è lui, dicono in tanti, che continua a far rivivere questa magia in queste sere cariche di gelo sotto i cieli di un paese che, quando vuole, sa cercare e trovare la felicità nelle piccole cose genuine e vere.

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