A Racalmuto la tradizione delle Novene si rinnova ogni anno con diversi gruppi di suonatori. Ma è grazie alla generosità del M° Francesco Carrara, direttore della banda comunale, che tanti giovani non perdono l’appuntamento tanto atteso del Natale
Se in un paese, specialmente se piccolo, non ci fosse uno come lui bisognerebbe andarlo a cercare fino in capo al mondo. Bizzarro e stravagante, sornione giovale ed esuberante. Caratteristiche che fanno di Ciccio Carrara – Francesco all’anagrafe, ma per tutti a Racalmuto Ciccio – un personaggio che sa adoperarsi per la sua comunità svolgendo un ruolo assai importante. Da oltre vent’anni, infatti, dirige la banda comunale formando generazioni di ragazze e ragazzi che tengono viva l’antica tradizione musicale di Racalmuto da sempre uno dei centri della provincia di Agrigento e della Sicilia il cui nome è anche legato alla musica e al bel canto.
Direttore dell’associazione “Giuseppe Verdi”, il Maestro Carrara ha avuto sempre la capacità di coinvolgere tanti giovani pescandoli nella comunità e insegnando loro a leggere spartiti e a suonare uno strumento.
Ma il suo entusiasmo esplode e quasi si materializza in occasione delle tradizionali Novene natalizie. Dal 16 al 24 dicembre strade piazze e cortili del paese diventano teatro a cielo aperto di incantevoli e affascinanti rappresentazioni con grande partecipazione popolare intorno a quelle che un tempo chiamavano figureddi, animate da canti e nenie natalizie.
“Arriva Carrara”, si diceva e si dice ancora la sera in quei quartieri dove gruppi di ragazzini rinnovano la tradizione dei presepi. E quando arriva Carrara trionfa la musica del suo trombone, e quella di tamburi e tamburelli, flauti clarinetti e friscaletti. E arriva la voce e l’entusiasmo dei tanti ragazzi che lo seguono ogni sera fino a tardi in giro per le “Novene”.
Attimi di freddo, cantate a squarciagola – San Gniseppi era cumpusu pi la via c’avera a fari e lu tiempu annivulusu nun putiva abbiaggiari… Arricugliemmuni mamma, mamma – e abbracci e sguardi di primi e ingenui amori di adolescenti in preda di fantasiosi furori (perché le Novene sono anche questo!). E allora via per un attimo gli smartphone per lasciare spazio a momenti di vita vera che lasciano sicuramente un segno.
E nelle case giunge l’eco delle voci di questi fiumi di entusiasmi che circolano nelle strade, dei canti antichi delle Novene e anche quelli con le melodie di Jingle Bells. E i più anziani davanti alla tv sempre accesa e con le gambe coperte di scialli e plaid si rincuorano e ascoltano quei suoni che li portano indietro nel tempo, alla loro felice giovinezza e spensieratezza.
Tutto questo grazie a Ciccio Carrara. Che non fa mancare mai la sua presenza a scuola, nelle parrocchie, nei circoli e negli oratori, nei bar. E menomale che c’è lui, dicono in tanti, che continua a far rivivere questa magia in queste sere cariche di gelo sotto i cieli di un paese che, quando vuole, sa cercare e trovare la felicità nelle piccole cose genuine e vere.