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Caro nuovo sindaco ti scrivo

Racalmuto, lettera del “poeta irriverente” al nuovo sindaco che verrà

Giovanni Salvo

Col giungere dell’anno nuovo arrivano i desideri e i buoni propositi. L’occasione per aggiustare vecchie abitudini. Si desidera respirare aria di cambiamento. Voltando l’ultima pagina del calendario copriamo tutto, anche quello che non è andato per come avremmo voluto. Così ci “distraiamo un po’ a scrivere anni migliori. E cosa ci aspettiamo di nuovo?

Nella nostra Racalmuto in primavera si vota e scade il primo mandato del Sindaco in carica, Vincenzo Maniglia. Vogliamo un primo cittadino diverso, o nel caso di una ricandidatura confermiamo lo stesso? Chissà! Nel dubbio, una lettera al nuovo anno la scriviamo ugualmente.

Non saprei spiegare perché fra i desideri da indirizzargli ne avrei in particolare uno. Mi piacerebbe che il prossimo Sindaco, chiunque esso sarà, fosse privo di sicumera, che ascoltasse di più la gente. Un Sindaco che basi la propria campagna elettorale non sulla matematica, quella che poi si consuma fra i soliti portatori di voti.

Un Sindaco che per una volta non tenga conto, nella formazione delle sue liste, dei nuclei familiari numerosi. Un Primo cittadino che non debba per forza dire indistintamente grazie a tutti gli impiegati comunali, solo per qualche voto in più. Che principalmente non metta sul piatto promesse e incarichi. Un Sindaco che nei suoi comizi non lasci intendere di essere lui il migliore. Che ci dica: mi sono candidato non per vincere a tutti i costi; se non mi voterete sono disposto a perdere con dignità.

Caro nuovo Sindaco dunque ti scrivo, come nella famosa canzone di Lucio Dalla, in cui si parla di positività e di ottimismo. Di quanto sia importante vivere avendo memoria del passato, senza commettere sempre gli stessi errori.

Senza dimenticare mai che gli anni alla fine verranno davvero. Dopotutto il tempo passa e ci toglie quasi sempre qualche pezzetto di noi, anche le fasce tricolori. Gli anni arrivano inesorabili spesso per condurci dove eravamo, da dove siamo venuti, al punto di partenza.

Pensi, col tempo, è passato anche Napoleone.

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