Di fronte alle guerre di oggi è come se l’Europa tutta, di più l’Occidente tutto, stesse dentro la caverna, da cui invece dovremmo fuggire non per paura ma per curiositas
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Non mi pare che sia cambiato qualcosa da quando alcuni anni fa scrissi che in un mondo quale è il nostro, spaventosamente ingiusto, fatto di luci e di immagini, attraversato da merci e da informazioni, diviso tra paesi poveri e deboli (in maggioranza) e paesi ricchi e potenti (in minoranza), caratterizzato dalle diseguaglianze, invischiato nelle guerre, irretito nella comunicazione, offuscato da un diritto che giustifica la forza e l’aggressione, bisognoso di consenso all’acquisto degli oggetti in vendita così come all’ignava acquiescenza ad azioni militari in nome dell’“umanità”, segnato dall’abbraccio tra religione e terrorismo, il mito platonico della caverna viene ancora evocato da scrittori, registi, filosofi. Di fronte alle guerre di oggi è come se l’Europa tutta, di più l’Occidente tutto, stesse dentro la caverna, da cui invece dovremmo fuggire non per paura ma per curiositas, per desiderio di conoscere altri mondi possibili.
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Del resto la verità del prigioniero liberato non consiste tanto o soltanto nell’avere scoperto la luce del sole, ma nell’essere uscito dalla caverna, nell’avere cioè fatto l’esperienza dell’attraversamento del passaggio e del superamento del confine, nell’essere ora in grado di comparare due mondi. Grazie a ciò può diventare consapevole di essere stato prigioniero, grazie al fatto di avere visto qualcosa al di là di quel che egli, come i suoi compagni, riteneva essere l’unico mondo possibile. Platone non ci dice come sia uscito quel prigioniero, a noi piace pensare che sia riuscito a fuggire da un luogo in cui si trovava incatenato per giungere a un altro dove non vi sono catene né visibili né invisibili.
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“Il fuggitivo”, il video che accompagna questa mia riflessione, fu girato nel 2007 da Andrea Bastogi, artista, fra le strade di Pisa. Ci siamo Renzo Boldrini, regista teatrale e attore ed io.
Era il tempo in cui preparavamo “Con altri occhi” una lezione di filosofia a teatro che poi, grazie a Santino lo Presti, presentammo anche alla Villa Romana di Realmonte accanto alla Scala dei Turchi.
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Prof. Alfonso Maurizio Iacono
Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere
Università di Pisa
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