Una particolarissima figura di studente
In ogni classe è sempre presente una particolarissima figura di studente che assume un ruolo fisso, determinante e insostituibile: il suggeritore.
Il suggeritore è l’alunno incaricato di sedere accanto al compagno impreparato, confuso e disorientato per informare, ispirare, bisbigliare le risposte a domande che, altrimenti, getterebbero nel panico e nella disperazione chi è sottoposto a verifica orale.
Il suggeritore, al bisogno, si sposta tra i banchi con movimenti impercettibili, passo felpato e mimetizzazione da 007. Raggiunto il posto dove è stato chiamato a svolgere la sua missione si raggomitola su se stesso e si nasconde dietro le spalle del compagno seduto davanti.
Quest’ultimo, connivente e favoreggiatore, abbandona l’abituale posizione dormiente e si erge come una divinità greca raddoppiando la sua massa corporea. Di tanto in tanto una delle mani del suggeritore emerge dalle profondità oscure per cambiare la pagina del libro o sostituire il foglio con gli appunti di chi sta ripetendo la lezione. Il livello di professionalità cui può giungere il suggeritore è tale da riuscire ad eludere la sorveglianza anche del docente più sveglio e attento e la sua tecnica spesso arriva ad affinarsi al punto da riuscire a far giungere impunemente il suggerimento anche a chi sta svolgendo un esercizio alla lavagna.
Il suggeritore gode di venerabilità ed è tenuto dalla classe in grande considerazione, anche perché non di rado la sua figura coincide con quella dello spacciatore sottobanco di versioni di latino tradotte ed esercizi di matematica svolti. È importante che ogni classe individui e assegni la nomina in ruolo al più capace, al più “sperto” e al più eroico, essendo una professione che richiede sangue freddo e precisione chirurgica.
Per quanto riguarda la mia esperienza di docente interrogatrice, essendo io dotata di udito bionico e vista a raggi X, quasi sempre riesco a smascherare chi funge da suggeritore. Una volta che ne riporto il corpo alla luce, ne disattivo i poteri e ne neutralizzo la spirtizza, noto, però, che al povero studente sottoposto a verifica si scolorano il viso e le labbra, si blocca il respiro e si ferma il cuore. Mossa, allora, a pietà prendo io stessa il posto del suggeritore bisbigliando le risposte nel tentativo di salvare il salvabile. Nei casi più estremi io mi faccio le domande e io mi do le risposte.
Devo essere stata a metà tra un agente della CIA e Madre Teresa di Calcutta in una delle mie vite precedenti.