Fondato a Racalmuto nel 1980

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Felice compleanno Prof. Spero vivamente che i miei auguri suscitino in te una bella risata

Accursia Vitello

La memoria non è il mio forte, questo è un fatto, ci faccio i conti ormai da tempo. Dimentico date, appuntamenti, nomi, compleanni. Avrei dimenticato anche questo 21 gennaio se Google non me lo avesse ricordato, ma poi, pensandoci bene, una data è solo una data. Lo so che è bello essere ricordati nel giorno del proprio compleanno, purtroppo io con queste cose è come se fossi sciarriata. “Nienti ci fa, fregatene! – mi direbbe lei – Non sono queste le cose che contano. Quello che conta è esserci quando c’è bisogno”.

E lei nel bisogno c’è sempre. Si siede accanto a te e ti lascia parlare, guardandoti col suo viso solare e rassicurante. Ti ascolta. Ti fa sfogare. E poi ti dice come la pensa, senza stare lì a girarci intorno con le parole. Se hai torto te lo dice in faccia, assumendosene le conseguenze. Se hai ragione rinforza, argomentando le tue ragioni. E poi conclude sempre con il suo mantra: “Nenti ci fa, fregatene”.

E tu anche se non vorresti inizi a fregartene perché parlarne con lei ti ha già regalato una buona dose di benessere. Psicoterapia a costo zero direbbe qualcuno. Amicizia sincera direbbe qualche altro.

Accursia Vitello e Valeria Iannuzzo

Comunque lei è così: aperta, leale, sincera, costantemente incasinata tra compiti da correggere, panni da piegare e spesa da fare, ma assolutamente presente quando deve esserci. Potremmo anche non sentirci per settimane e poi con un pretesto stare ore al telefono per commentare un articolo di giornale, un problema scolastico, un programma televisivo, un fatto personale. Il tutto intercalato, immancabilmente, dalle sue contagiosissime risate, che condiscono ogni conversazione come fossero finissimi granelli di sale su una fumante zuppa di legumi.

Non è raro che prima di vederla si sentano le sue risate. E poi, quando la incontri, vieni rapito dal suo sorriso leale e sincero. “Giù che fai? Comu si?” e da qui una serie infinita di abbracci, risate, complicità.

Una volta sì una volta sempre i nostri discorsi ricadono sui nostri studenti, quelli che io ho cresciuto e consegnato nelle sue mani. Non parliamo mai degli studenti modello, quelli da dieci e lode. Parliamo di studenti che arrancano, che mostrano difficoltà, che hanno bisogno di aiuto e non sanno come chiederlo. Parliamo degli ultimi della classe, quelli che hanno più note che voti sul registro. Quelli che non sanno esprimere le loro emozioni con le parole, ma ci riescono con una lite, un gesto di intolleranza, una taliata.

Sono quegli studenti con la testa sempre sotto il banco in cerca di non si sa cosa quando arriva il momento dell’interrogazione, o quelli che a prendere cinque in un tema è come se avessero vinto il Nobel. Sono quelli di “la terza media ci l’ama dari”, perché gli servirà per assolvere all’obbligo scolastico e poter lavorare in un’officina. Sono quelli che vengono licenziati per anzianità, che meritano di avere una stella incisa nei corridoi della nostra scuola come si fa sulla Hollywood Walk of Fame.

Quelle della Professoressa Accursia Vitello  sono classi sempre affollate, dove transitano in corso d’opera nuovi studenti, amorevolmente accolti come farebbe una buona madre con i propri figli. Spesso sono figli verso i quali la vita non è stata molto generosa e per i quali – a suo dire – lei non fa mai abbastanza. Ordine e serenità accompagnano le sue lezioni, improntate sul dialogo, il confronto, la partecipazione. Se le dovessi attribuire un riconoscimento, la premierei per l’utilizzo di una sana ironia, amabilmente dosata e capace di rendere meno pesanti le situazioni più spinose.

Non so, forse il suo è un dono, ma penso che con gli adolescenti ci sappia veramente fare. È indubbio che anni di esperienza le abbiano fornito diversi strumenti, ma è anche vero che per entrare in empatia con qualcuno ci vuole un gran cuore. E anche in questo la natura con lei è stata ampiamente generosa.

Ovviamente quando si parla della prof non sono tutte rose e fiori, guai a farla incavolare. Lì bisogna stare attenti, molto attenti. E comunque, anche questo la rende assolutamente vera, assolutamente unica.

Accursia Vitello e Valeria Iannuzzo

Ad ogni modo, grazie Google per avermi ricordato che oggi, 21 gennaio, è nata una stella. Una di quelle che illumina con la sua luce il cammino di quanti hanno avuto la fortuna di capitarci intorno.

Felice compleanno Accursia. Spero vivamente che i miei auguri suscitino in te una bella risata, non fosse altro perché sai meglio di me che alla nostra età quando si ricorda una persona lo si fa sempre più spesso perché è passata a miglior vita. Noi oggi, invece, brinderemo con prosecco e paste di mandorla. Auguri.

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Ad Accursia Vitello, preziosa collaboratrice del nostro giornale, e moglie del nostro, altrettanto prezioso, webmaster Giacomo Fattori gli auguri di malgradotutto. Felice compleanno Cara Accursia

 

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