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Meningite, ecco perché la diagnosi precoce è fondamentale

Una corretta campagna di prevenzione e la vaccinazione rappresentano l’arma migliore per scongiurare l’infezione

Simona Carisi

La meningite è un’infezione delle membrane che rivestono il sistema nervoso centrale e proteggono il cervello e il midollo spinale, che è invece la parte terminale del sistema nervoso centrale.

Esistono diversi agenti patogeni che possono causare la meningite, fra questi i batteri e i virus. Le infezioni virali sono le più frequenti e la sintomatologia è simil-influenzale con dolori muscolari e febbre. Le infezioni più temute sono le meningiti causate dai batteri,  responsabili, spesso, di complicanze e morte.

La meningite causata dal batterio Neisseria meningitidis “meningococco” è detta anche purulenta, per la produzione di pus nell’encefalo, ed è molto contagiosa e causa di epidemie. L’infezione si trasmette per via inalatoria e attraverso le goccioline di saliva o secrezioni in genere. Il batterio penetra attraverso le vie nasali o nel faringe provocando l’infezione.

Il sistema immunologico difende l’individuo nella maggior parte dei casi, ma se il soggetto dovesse avere una compromissione del sistema di difesa dell’organismo l’infezione si instaura e il batterio provoca la malattia, che non si ha solo per contagio diretto del batterio da un soggetto malato, ma può essere scatenata anche da batteri usualmente presenti nella mucosa.

Lo pneumococco è, dopo il meningococco, una delle cause più comuni della meningite. Le meningiti da pneumococco sono più frequenti tra adulti e anziani e spesso sono causa di morte, ma non esitano mai in fenomeni epidemici, si presentano in realtà solo in forma sporadica.

Un batterio temuto fino alla fine degli anni ’90 è stato l’ emofilo o Hib, causa più comune di meningite nei bambini fino all’età di 5 anni. La prevenzione attraverso la vaccinazione ha avuto un’efficacia pari al 99% ed ha ridotto quasi a zero i casi di meningite causati da questo batterio.

Nella meningite batterica i sintomi compaiono molto rapidamente nel giro di poche ore. Sulla pelle  appaiono una serie di punture rosse che si espandono rapidamente in tutto il corpo. Negli adulti i sintomi sono: cefalea, vomito, nausea, febbre, convulsioni, e rigidità nucale, cioè nella parte posteriore del collo.

Nei lattanti i sintomi sono: inappetenza, rialzo termico, irritabilità, sonnolenza, iporeattività agli stimoli e, purtroppo, spesso la diagnosi arriva in ritardo perché confusa con uno stato influenzale. Questo ritardo può causare danni cerebrali, perdita dell’udito ed in alcuni casi anche il decesso. ed anche il decesso nelle 24-48 ore dal contagio.

La diagnosi precoce è fondamentale. Una corretta campagna di prevenzione e la vaccinazione rappresentano l’arma migliore per scongiurare l’infezione. La terapia consiste nella somministrazione degli antibiotici per via endovenosa, ma per l’efficacia e la riduzione dei danni a lungo termine è necessario che si effettui con tempestività la diagnosi. La maggior parte dei casi di meningite meningococcica è dovuta a 5 sierogruppi del batterio: A,B,C, W135. Nel 2016 il meningococco C causò la morte di soggetti giovani in Sicilia e in Toscana. Le file di ragazzi e genitori con i figli adolescenti nei centri vaccinali di tutta Italia in quel tempo furono davvero significative. La paura fu schiacciante.

I casi isolati di meningite accadono sempre, ogni anno. I vaccini contro questi temuti  batteri non sono obbligatori, ma la salvezza dai meningococchi, credo, valga la vaccinazione contro questi pericolosi ceppi batterici, per cui non dimentichiamo di vaccinare i nostri figli.

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Simona Carisi, medico patologo clinico Asp Agrigento

 

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