La fantastica storia del Gruppo Popolare Favarese, lunga oltre 50 anni
“Cantavamo Tolì Tolì negli angoli più belli di una Favara antica insieme ai bambini che battevano le mani a tempo di musica. Nei loro occhi si coglieva una felicità mai raccontata…La nostra vita è stata sempre accompagnata dalla musica”.
Così Maurizio Piscopo e Antonio Zarcone, fondatori e storici leader del Gruppo Popolare Favarese, cominciano a raccontare una esperienza artistica lunga oltre 50 anni, ricca di emozioni e di grandi successi, e di incontri che lasciano decisamente il segno.
“Una esperienza – dice Piscopo – che mi ha permesso di conoscere l’anima dei paesi della Sicilia, le grandi capitali del mondo, molti intellettuali di prima grandezza come Pier Paolo Pasolini, Leonardo Sciascia, Gesualdo Bufalino, Vincenzo Consolo, Alessandro Blasetti, Francesco Rosi, Dario Fo, Carmelo Bene ed altri grandi personaggi. Ricordo con emozione l’uscita del primo 33 giri Tolì Tolì con la Fonit Cetra, grazie all’impegno di Antonio Zarcone e di Otello Profazio, allora responsabile di una collana della casa discografica. Quel disco trasmesso dalle radio private, era finito in Belgio e in Germania e tutti lo ascoltavano perché ricordava l’origine siciliana e il legame con Favara”.
“Con Maurizio Piscopo senza averne piena consapevolezza – racconta Antonio Zarcone – in quegli anni tormentati abbiamo tenuto un forte legame con i maggiori esponenti della Cultura italiana, dando di Favara un’immagine viva piena di poesia e di vita. Con il Gruppo Popolare Favarese abbiamo narrato la storytelling di una Sicilia controcorrente, che allora veniva poco raccontata dai giornali e soprattutto dalla musica popolare. Nelle nostre canzoni c’è il dolore e l’amarezza dei lunghi viaggi degli emigranti, le sofferenze ingiuste dei carusi di zolfatara, le serenate d’amore e di sdegno. Per la prima volta, abbiamo raccontato il mondo dei barbieri e dei sarti con le loro storie e le loro musiche originali. Avevo appreso il mandolino da un barbiere del mio quartiere, lo zio Filì, e con un registratore Geloso, con Piscopo, ci recavamo nelle trattorie a registrare le voci di zolfatari e contadini che ci cantavano le vecchie canzoni di lavoro e le serenate. Nelle trattorie certe volte condividevamo le salsicce e qualche bicchiere di vino spillato dalla botte. La prima canzone che abbiamo cantato al Supercinema di Agrigento è stata Il meridionale di Franco Trincale, che nell’ultimo verso dice: “Sono nato nel meridione e voglio fare la rivoluzione”. E’ stato un viaggio lungo e con grandi soddisfazioni. Il nostro è il gruppo più longevo della Sicilia”.
Il Gruppo Popolare Favarese nasce come duo al quale si aggiungono poi Antonio Lentini, Mimmo Pontillo e Peppe Calabrese.
“Ho iniziato a studiare il mandolino a 11 anni – Ricorda Pontillo – e a frequentare la barberia del maestro e compositore di sonate popolari Calogero Cumbo, dal quale ho appreso l’arte del mandolino. Da giovanissimo ho conosciuto Antonio Zarcone, poi Maurizio Piscopo, Antonio Lentini e Peppe Calabrese. Ho fatto parte del Gruppo Popolare favarese, sin dagli inizi per le strade e per i vicoli di Favara. E’ stata un’esperienza bellissima che mi ha permesso di suonare in molte piazze, teatri, alla radio, in tv e di conoscere molte persone in tante città italiane”.
“Quando sono entrato nel Gruppo popolare favarese – racconta Peppe Calabrese – avevo da poco compiuto 22 anni. Con questa nuova esperienza ho scoperto un mondo che fino al quel momento non conoscevo. In quel periodo, in una sola estate, il gruppo aveva in cantiere più di cento spettacoli in Sicilia, ed alcuni anche fuori dall’isola. L’incontro con poeti scrittori, attori, cantastorie e registi mi ha fatto comprendere che la cultura è il solo veicolo che permette a chiunque di affrancarsi dalle ingiustizie e dalla miseria del nostro tempo. Il gruppo mi ha anche permesso di conoscere e collaborare con Ignazio Buttitta, Nonò Salamone, Otello Profazio, Bernardino Giuliana, Vincenzo Catanzaro, Gianni Scuto, Nellina Laganà, Massimo Venturiello”.
Maurizio Piscopo ed Antonio Zarcone, autori delle famosissime canzoni del Gruppo Popolare Favaese, hanno decisamente valorizzato la forza espressiva della musica popolare del Sud. Sono stati dalla parte del cambiamento, hanno combattuto i pregiudizi, l’arretratezza, la mafia, l’abbandono. Sono partiti “nudi” senza un soldo, ma con la ricchezza dei loro sogni e dei loro strumenti. Entro quest’anno sarà pubblicato il loro libro “Quando la gente cantava Tolì Tolì la storia e la musica del gruppo popolare favarese”, con le foto di Angelo Pitrone, la prefazione di Otello Profazio e la postfazione di Melo Freni.