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“L’ acqua è vita, è un diritto riceverla”

Crisi idrica. Assemblea popolare a Favara in Piazza Cavour. Ma la risposta della popolazione è stata deludente. I promotori dell’iniziativa: “Anche se in 200 questa prima azione era importante..”

Favara, un momento dell’assemblea popolare

Il favarese Antonio Russello, uno degli scrittori italiani di narrativa di punta del Novecento nel libro “La grande sete” descriveva una Sicilia degli anni Sessanta siccitosa e pietrificata e che faceva da scenario a vicende storiche successe nel periodo. E quella Sicilia “siccitosa e pietrificata” adesso minaccia una intera popolazione isolana a vivere una delle estati più asciutte e con i rubinetti a secco.

Giorni fa il Presidente Renato Schifani invitava la gente a razionalizzare il consumo idrico per via dei bacini vuoti, causa la mancanza di piogge. Ma la gente non ci sta, paga salate bollette idriche e pretende che l’acqua, senza sprechi e rotture di condotte, deve arrivare come bene primario in tutte le case senza interruzioni di sorta. E la stessa gente che reclama l’acqua, si lamenta dei turni idrici che ormai sfiorano anche i 10 giorni, ricorre a pagamento alle autobotti private, quando ha la possibilità di scendere in piazza e trasmettere il proprio disappunto e la propria protesta verso chi è preposto a dare risposte all’emergenza idrica non lo fa.

Come è successo questa mattina a Favara, nella storica Piazza Cavour che una volta riusciva a contenere migliaia di persone a manifestare e che adesso resta vuota, assolata, arida e, per dirla alla Russello anche  “pietrificata”. Questa mattina su iniziativa del consigliere comunale Alessandro Pitruzzella e del giornalista Giuseppe Moscato la città è stata chiamata a raccolta per fare sentire a chi di dovere il proprio disagio ma la popolazione non ha risposto all’ importante assemblea popolare. Quasi sfiduciata che nulla cambia, che tutto resta nelle mani delle politica, che scendere in campo è quasi una battaglia persa in partenza. Appena 200 cittadini che hanno a cuore una battaglia civica per il paese, rappresentanti di associazioni, alcuni consiglieri comunali con in prima fila la presidente Miriam Mignemi, l’amministrazione comunale con assessori ed il Sindaco Palumbo, l’arciprete Don Nino Gulli ed alcuni sacerdoti.

“Non ci aspettavamo folle oceaniche – ci dice Giuseppe Moscato, uno degli organizzatori – perché Favara negli ultimi anni davanti a certe emergenze, come pulizia della città, tasse e mancanza d’acqua sembra aver perso la fiducia nella protesta. Ma davanti ad una crisi idrica già pesante e che ci prospetta una estate da vera emergenza non si può rimanere passivi. Anche se in 200 era importante questa prima azione che vuole evidenziare il proprio disappunto su chi gestisce la distribuzione idrica, l’Aica. Favara deve ricevere almeno 80 litri al secondo ed invece ai serbatoi comunali ne arrivano appena 35 al secondo. Se poi mettiamo reti colabrodo, interventi di manutenzione che spesso ritardano ed una siccità che ha pochi precedenti siamo seriamente preoccupati per come fare fronte alla stagione calda che già è arrivata in anticipo”.

Ad intervenire anche il consigliere comunale Alessandro Pitruzzella, uno dei promotori dell’assemblea popolare: “L’ acqua è vita, è un diritto riceverla. È vero che la siccità sta complicando la situazione a livello regionale, ma è anche vero che a livello locale il sessanta per cento dell’acqua che si immette nelle condotte principali e periferiche si perde nei sottosuoli o per strada per varie rotture..”.

Il consigliere comunale Alessandro Petruzzella

Tra i presenti anche il sindaco di Favara Antonio Palumbo che è intervenuto al dibattito. “Non ci sentiamo destinatari della protesta cittadina perché questa amministrazione sta facendo tutto il possibile per cercare, dove di competenza, soluzioni per tamponare l’emergenza. Giorni fa ci siamo fatti sentire in Prefettura, abbiamo chiesto aiuto alla Protezione Civile per la fornitura all’autoparco comunale di un’autocisterna, abbiamo chiesto il dissequestro di due pozzi comunali per avere delle risorse in più, stiamo analizzando l’acqua di fonte Canale per verificare un possibile utilizzo. Ci fa piacere che la gente scende in piazza. Davanti a queste emergenze però non bisogna fare strumentalizzazioni politiche. Amministrazione comunale e consiglio comunale devono fare fronte unico perché davanti a certe emergenze non ci sono colori politici”.

E Favara, che oggi ha preferito paradossalmente una passeggiata al mare invece di scendere in massa a manifestare, rischia di vivere una stagione che ci porta indietro alla fine degli anni Ottanta, con autobotti private in giro per il paese anche di notte ed il ricorso a bidoni di plastica e vasche suppletive nei balconi. Paradossalmente in una città che gli arabi denominarono  Fawwar, che significa “ricchezza d’acqua”.

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