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Sciascia e Majorana in Canada

Ernesto Virgulti, docente alla Brock University di Niagara, in Canada, racconta la trasposizione teatrale di Fabrizio Catalano de La scomparsa di Majorana di Sciascia: “L’opera solleva questioni significative ancor oggi rilevanti, sia a livello morale che filosofico”.

L’accattivante adattamento teatrale de La scomparsa di Majorana di Leonardo Sciascia da parte dell’autore-regista Fabrizio Catalano ha visto il suo debutto nordamericano in Canada, ad Hamilton, lo scorso 23 e 24 novembre 2023.

Il romanzo di Sciascia (pubblicato per la prima volta nel 1975) è stato abilmente trasformato in una versione teatrale da Fabrizio Catalano, nipote di Sciascia, che ha diretto un cast di attori esperti ed affermati (Loredana Cannata, Giada Colonna, Alessio Caruso e Roberto Negri).

Adattando elementi dal romanzo di Sciascia e facendo riferimenti ad altre opere, Catalano fonde insieme gli eventi alcuni storici, altri ipotetici che portarono a, e seguirono, l’improvvisa scomparsa del brillante giovane fisico Ettore Majorana, nel marzo del 1938, anno cruciale per la scienza e per le vicende storiche dell’ultimo secolo.

Il talentuoso Ettore Majorana, considerato da alcuni un vero genio, aveva ottenuto, alla giovane età di 32 anni, la prestigiosa posizione di professore Ordinario in Fisica all’Università di Napoli. Nel gennaio del 1938, Majorana inizia la carriera di docente, ma dopo meno di tre mesi lascia Napoli e scompare del tutto. Che cosa portò a questa drastica decisione? Con il nazismo ed il fascismo che si stavano diffondendo e l’Europa sull’orlo del secondo conflitto mondiale, le forze politiche si rivolsero agli scienziati con lo scopo di sviluppare armi di distruzione di massa sempre più potenti.

Majorana, consapevole delle capacità devastanti della ricerca nucleare e forse per senso di colpa o per complicità, decise di scomparire. Le ipotesi sulla sua scomparsa spaziano dal suicidio (suggerito tra le righe in una lettera al suo direttore, Carrelli) alla conversione all’ascetismo (ipotizzata da Sciascia e Catalano).

Data la sua natura introversa ed asociale, è probabile che Majorana si sia ritirato in gran segreto in un monastero certosino in Calabria, per vivere la parte finale della sua esistenza in solitudine. Nel suo atto unico, il Catalano traccia in modo ingegnoso e attraverso la narrazione dialogica non solo la storia enigmatica di Ettore Majorana, ambientata sullo sfondo di reali avvenimenti storici del periodo dell’Italia fascista e post-fascista, ma mette anche in rilievo le manovre delle forze politiche che utilizzarono le scoperte scientifiche per lo sviluppo della bomba atomica.

La storia si svolge nello studio di una dottoressa, all’interno dell’ospedale di una città di provincia, durante una lunga notte del 1945, la sera prima di un disastro. Un medico (Giada Colonna) rientra in seguito alla fucilazione di alcuni fascisti fuori dall’ospedale, e trova uno strano monaco (Alessio Caruso), rannicchiato sul pavimento del suo studio. L’arrivo del commissario di polizia (Roberto Negri) per indagare sulle conseguenze della sparatoria, mette in moto l’intrigo, e l’atmosfera nello studio della dottoressa assume i contorni del dramma giudiziario.

La somiglianza fisica dell’intruso con Ettore Majorana, svanito nel nulla sette anni prima, suscita un enorme interesse nel Commissario, il quale aveva lavorato al caso del fisico scomparso. E così, egli inizia una raffica continua di domande che cresce sempre più d’intensità, man mano che l’intruso rivela informazioni su Majorana. Successivamente, i personaggi vengono raggiunti da Laura Fermi (Loredana Cannata), moglie dell’illustre fisico Enrico Fermi, che conosceva Ettore molto bene. Sebbene creda che sia proprio lui, e riveli preziose informazioni circa il suo carattere, non può essere sicura di riconoscerlo.

Nonostante la documentazione e le prove fornite dal Commissario, l’intruso continua a ripetere che lui è padre Norberto, un semplice monaco. Tuttavia, pe una persona che vive in convento, separata dal mondo, il monaco sa fin troppo di scienza e della vita personale di Majorana.

Sciascia ritratto da Silvio Benedetto

L’interrogatorio tortuoso del Commissario, a volte persino violento, arriva al culmine, senza ottenere la tanto desiderata confessione. Ma la ricerca incessante all’improvviso perde di significato, quando giunge la notizia di una terribile catastrofe.
Velato da un’atmosfera di mistero, il lavoro di Catalano contiene elementi da romanzo poliziesco, sottolineati dal ruolo investigativo del Commissario di polizia.

Ma il tentativo infruttuoso di accertare la vera identità del monaco è meno importante del farsi un’idea del reale motivo che spinse Majorana a ritirarsi dal mondo nel 1938. Sebbene fosse un genio, il fisico era anche una persona estremamente introversa e turbata.

Con l’Europa sull’orlo di una guerra ed una conoscenza diretta delle scoperte nella ricerca scientifica in Europa, l’ingegno acuto del Majorana aveva già previsto un futuro precario e desolato per l’umanità, che diventa realtà nel finale dell’opera.
Sebbene si tratti di una vicenda romanzata, La scomparsa di Majorana di Catalano, a mio avviso, solleva questioni significative ancor oggi rilevanti, sia a livello morale che filosofico.

La nostra era dell’informazione ha enormemente facilitato i processi di comunicazione, ma ha anche gettato la verità in uno stato di crisi che non ha precedenti. Ed egualmente problematici risultano oggi essere gli argomenti relativi all’intelligenza artificiale, che vanno ad avvallare l’idea che il processo tecnologico sia sempre stato una lama a doppio taglio. In conclusione, l’opera teatrale di Catalano sottolinea in modo opportuno i pericoli insiti nelle scoperte scientifiche, se prive delle responsabilità etiche. Come ci ricorda Dante nel canto di Ulisse: perché non corra che virtù nol guidi (Inferno XXVI).

Traduzione: Adele Maria Troisi

Il regista Fabrizio Catalano con gli attori de “La scomparsa di Majorana” ad Hamilton, accanto alla statua di Sciascia

Fabrizio Catalanos provoking theatrical adaptation of Leonardo Sciascias La scomparsa di Majorana (The Disappearance of Majorana) had its North American debut in Hamilton, Canada, on November 23-24, 2023. Sciascias novel (first published in 1975) is skilfully transformed for the stage by Catalano (Sciascias grandson), who directs a cast of expert and accomplished actors (Loredana Cannata, Giada Colonna, Alessio Caruso and Roberto Negri).

Adapting elements from Sciascias novel and referencing other works, Catalano fuses together the events some historical, some speculative that led to and followed the sudden disappearance of the brilliant, young theoretical Physicist, Ettore Majorana, in March of 1938, a pivotal year for Science and for world events.

The gifted Ettore Majorana (considered by some a genius) achieved the esteemed position of Full Professor in Physics at the University of Naples at the young age of 32. He began lecturing in January of 1938, but after barely three months, Majorana suddenly disappeared from Naples, never to be seen again. What led to this drastic decision? With Nazism and Fascism in full force, and with Europe on the verge of WWII, political forces were engaging Scientists to create more destructive weapons. Aware of the devastating capabilities of nuclear research, and perhaps out of guilt or complicity, Majorana decided to disappear.

Speculations on his fate range from suicide (implied in a letter to his director, Carrelli) to conversion to asceticism (hypothesis of Sciascia and Catalano). Given his introverted and asocial nature, it is likely that Majorana secretly retreated to a Carthusian monastery in Calabria to live the rest of his days in solitude.

Catalanos one-act play admirably incorporates through dialogical narration the enigmatic story of Ettore Majorana, set against the historical realities of Italys Fascist/post-Fascist past, as well as the manoeuvrings of WWII political forces that used the advancements in Science for the development of the atomic bomb.

The story unfolds in a doctors office within the hospital of a provincial town, one long night in 1945, on the eve of a disaster. A doctor (Giada Colonna) enters from the executions of Fascists outside, and finds a strange monk (Alessio Caruso) huddled on the floor of her office. With the arrival of the Police Commissioner (Roberto Negri) to investigate the aftermath of the shootings, the intrigue is set in motion, and the doctors office takes on the atmosphere of a courtroom drama.

The Intruders physical resemblance to Ettore Majorana, who vanished seven years prior, triggers immense interest in the Commissioner, who had worked on the case of the missing Physicist. He thus begins an incessant line of questioning that keeps spiraling the more the Intruder divulges information about Majorana. The characters are later joined by Laura Fermi (Loredana Cannata), wife of the eminent Physicist, who knew Ettore well.

Although she believes its him, and reveals precious information about his character, she cannot be sure. Notwithstanding the documentation and proof provided by the Commissioner, the Intruder continues to maintain that he is Father Norberto, a simple monk. Yet, for someone who is cloistered and detached from the world, the monk knows far too much about Science and Majoranas personal life.

The Commissioners torturous interrogation, at times violent, escalates without the desired confession. But the incessant search suddenly becomes meaningless when news arrives of an horrific catastrophic event. Veiled in an atmosphere of mystery, Catalanos drama contains elements of detective fiction, underscored by the investigative role of the Police Commissioner. But attempting to ascertain (unsuccessfully) the true identity of the monk is less consequential than formulating an understanding of what prompted Majorana to withdraw from the world in 1938.

Although a genius, the Physicist was also extremely introverted and troubled. With Europe on the verge of war, and with a first-hand knowledge of the advances in scientific research in Europe, Majoranas penetrating intellect had already envisioned a bleak and precarious future for humanity, which becomes a reality in the plays finale.

However fictionalized, Catalanos La scomparsa di Majorana raises, in my view, significant moral and philosophical questions still relevant today. Our information age has greatly facilitated communication, but has also plunged truth into an unprecedented state of crisis.

Equally problematic are the issues surrounding Artificial Intelligence today, which corroborate that technological progress has always been a double-edged sword. In sum, Catalanos play aptly underscores the perils inherent in scientific advancements if they are devoid of ethical responsibilities. As Dante reminds us in the Ulysses canto: perché non corra che virtù nol guidi (Inferno XXVI).

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