Scegliere e decidere sono temi decisivi per la vita di un uomo… la vita non si subisce né si può accettare supinamente ciò che accade
Scegliere è imprescindibile per dare un senso autentico alla nostra vita ed anche a quella degli altri. Scegliere e decidere sono temi decisivi per la vita di un uomo. Quando la scelta riflette le nostre paure e non si pone nell’orizzonte della speranza, il risultato è la rinuncia a far valere la fondamentale dimensione della persona che è la dignità. È importante sapere assumere la capacità di scegliere in totale autonomia per non essere condizionati da fattori esterni. Senza questo prerequisito si rischia semplicemente di subire e di non svolgere un ruolo attivo nel contesto in cui si opera. Per questo occorre imparare ad ascoltare e ad affinare lo sguardo attraverso qualcuno che ci accompagni nel nostro cammino.
Sul piano pratico un esempio di applicazione dei concetti fin qui declinati si può individuare nella storia di questo giornale, quando nei lontani anni ’80 un gruppo di giovani ha trasformato l’ispirazione all’impegno civile in una voce coraggiosa sotto la guida di un maestro straordinario, Leonardo Sciascia. Quei giovani hanno scelto ed hanno intrapreso un cammino di responsabilità denunciando con coraggio le consorterie criminali che hanno seminato lutti a Grotte e Racalmuto. Oggi purtroppo assistiamo ad una sorta di disimpegno. È venuta meno la motivazione alla partecipazione.
Non si vota solo nelle cabine elettorali, ma anche non entrandoci, e questo certamente è un serio problema democratico. Un problema di legittimazione popolare che oggi ha assunto dimensioni rilevanti e che la classe politica non sembra in grado di risolvere. E’ per questo che, ad esempio, viene considerato un successo, sotto il profilo della legittimazione, che Papa Francesco abbia accettato l’invito del Governo di partecipare al prossimo G7, in cui si parlerà anche delle guerre in corso.
Ecco la scelta dell’impegno e della partecipazione è un modo di definire la nostra identità: la vita non si subisce né si può accettare supinamente ciò che accade. Ricordo la frase di Seneca a Lucillo: non esiste un vento favorevole al marinaio che non sa dove andare. Non sapere dove andare può essere una delle peggiori sofferenze a livello individuale e collettivo. La vita ha un segmento di tempo limitato. La consapevolezza della finitudine dovrebbe costringerci alla responsabilità delle nostre scelte.
Nella prospettiva delle scelte è importante sentire la direzione che ci indica il nostro cuore. Seguire la direzione del cuore è importante perché la nostra vita è un magma di sentimenti. La scelta si muove quindi tra due ambiti: libertà e responsabilità. Saper distinguere significa darsi degli obiettivi coerenti con la dimensione del cuore.
I giovani di Malgradotutto hanno avuto un Padre spirituale laico che ha rivolto loro un pensiero ed una parola, ed oggi ciascuno di loro testimonia in ogni circostanza quella eccezionale esperienza di vita, che ha dato loro un futuro. Quei giovani hanno capito, sotto la guida di un maestro come Leonardo Sciascia, che l’uomo ha dei limiti e che non è possibile comprendere tutto, per non cadere nel delirio di onnipotenza.
Le scelte cui siamo chiamati ci fanno diventare consapevoli dei nostri confini. Scegliere quindi è l’essenza della libertà. Questa è la bellezza e talvolta anche il dramma della nostra vita. Di fronte ai limiti che la scelta ci pone le risposte dipendono dalle esperienze personali. Per chi vive la fede cristiana ha un’immagine straordinaria che riflette il senso della libertà. Nel meraviglioso affresco michelangelesco della Cappella Sistina il Dito di Dio non tocca quello dell’uomo. Quello spazio è la nostra libertà, la libertà di essere autori di se stessi, come lo sono stati quei giovani audaci di Malgradotutto.
Qualcuno mi dirà che non sempre possiamo scegliere ciò che accade. Ha ragione. Ma ciascuno di noi può scegliere però l’atteggiamento con cui reagire agli accadimenti. Come ci ha ricordato il Presidente Mattarella nel discorso del 25 aprile, dopo l’8 settembre, “nasceva la Resistenza, un movimento che, nella sua sua pluralità di persone, motivazioni, provenienze e spinte ideali, trovò la sua unità nella necessità di porre fine al dominio nazifascista sul territorio italiano, per instaurare una nuova convivenza, fondata sul diritto e sulla pace..”.
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Salvatore Filippo Vitello
Procuratore generale presso la Corte d’Appello di Roma