Fondato a Racalmuto nel 1980

“Il vostro affetto mi ha aiutato a vincere il tumore”

La toccante testimonianza di Renato Volpe, reduce da un delicatissimo intervento al Policlinico “Gemelli” di Roma: “Se malauguratamente vi dovreste trovare ad affrontare un simile problema, non abbattetevi e lottate come leoni, l’affetto dei vostri cari vi darà forza e coraggio”.

Garamoli

Pronto?
– Ciao Renato, sei tornato?
Sì, sono a Garamoli. Perché non vieni a trovarmi?
– Certamente, arrivo subito.

La campagna di Racalmuto ci appare lieta e serena. Renato Volpe ci attende all’ombra di un antico pino. Volpe è molto noto in paese, da tanti anni impiegato al comune e anche un apprezzato musicista e animatore culturale. È tornato da poco da Roma, reduce da un delicatissimo intervento chirurgico al Policlinico “Gemelli”. Renato è stato sottoposto ad un’operazione, andata bene, per un tumore al cervello. La sua vita è cambiata e ora vuole raccontare e condividere con tutti l’affetto che ha sentito in queste settimane difficili affrontate con determinazione e tenace concetto.

Ho scoperto che Racalmuto è una comunità solidale quando un suo cittadino ha bisogno di aiuto – dice – una comunità che sa stringersi attorno per non farti sentire solo. Ne voglio parlare perché questa mia esperienza voglio che sia da esempio, perché ho capito che questa malattia si affronta con forza e dignità a testa alta, senza nascondersi“.

Lo lascio parlare, Renato è un fiume in piena: “Quanta solidarietà ho sentito da parte di familiari, amici e compaesani! Se malauguratamente vi dovreste trovare di affrontare un problema simile, non abbattetevi, lottate come leoni, prendete l’affetto dei vostri cari e utilizzatelo contro il vostro problema, vi renderete conto che tutto sarà più facile ed avrete la soddisfazione di batterlo. Dovete parlarne, non nascondervi ed affrontare tutto con fiducia. Ci tengo a dirlo perché tanta è stata la vicinanza che ho sentito.

Voglio ringraziare perciò gli amici di mia figlia: Elsa, Fabio, Pietro, Federico, Pitrino, Salvatore Peppe, Carola. I miei amici di vecchia data, Totò, Tano, Carmelo, Peppe, Giusy, Totò, Gaetano Johnny. I miei vecchi compagni di scuola: Giusy, Carmelina, Anna, Totò, Teresa, Angela, Angelina Peppe. E poi Gaetano e gli amici dell’associazione “Assavippi”, gli amici Bruxellesi, Canadesi, Polacchi ed Ucraini.

Un grazie particolare a mia moglie Lidia, sempre vicina e attenta e comprensiva ai miei bisogni, alla mia eccezionale figlia Ludovica che ha lottato come una leonessa smuovendo mari, monti, oceani, laghi per trovare le cure migliori. Grazie a Ilaria, la mia guida clinica, alle mani fatate dei dottori Alessandro Olivi e Giuseppe Maria Della Pepa del Gemelli di Roma.

Renato Volpe

Grazie a mio fratello e alle mie sorelle a cui si aggiungono mio “fratello” Totò, Nicolino e mia “sorella” Alessandra, Patrizia e Rosalia, oltre ai miei nipoti Rosalba, Evelyn, Angelo, Angelo, Massimiliano, Giovanna, Giuseppe, Patrick, Cristian, Alberto, Francesco, Sheila, mio compare Daniel ed il piccolo Salvatore. Non posso dimenticare Enzo, Carmelo, Massimiliano, Totò, Paolo, Loredana, Salvina, Rosanna, il mio “salvatore” Peppe, mio “fratello” Danylo e il mio dott. personale Gigi. Grazie agli innumerevoli gruppi di preghiera, a Don Gaspare, il mio caro amico e pastore Nino, alla nostra Regina Maria Santissima del Monte, alla quale ho fatto la “prummisioni” e spero che tutti i miei amici saranno presenti per dirgli grazie per la Sua intercessione. Ogni messaggio, ogni telefonata, mi davano una scarica di adrenalina che riempiva il mio cuore di forza e gioia aumentando l’autostima e il coraggio per combattere questo essere estraneo, questo tumore“.

Renato non si ferma. Guarda un fiore, sfiora il vento, accarezza i suoi amici a quattro zampe e si commuove.

La mia sensibilità è cambiata – dice – le cinque ore di intervento che ho subìto mi hanno fatto rinascere. Guardo la vita in modo diverso e proprio questo voglio trasmettere. Mai abbattersi quando si riceve un affetto così grande come quello che ho avuto io. Sono stati tutti loro a sconfiggere e annientare il tumore che avevo in testa. E per questo vorrei abbracciare tutti, uno ad uno, per trasmettere in mio infinito “grazie”, per avermi dato la forza di combattere e vincere questa guerra. Con molti di loro avrò la possibilità di farlo guardandoci e sorridendo assieme, stretti in un fraterno abbraccio. Ho avuto da tutti una carica eccezionale e questo non lo dimenticherò mai“.

Ci racconta i giorni in ospedale. Dopo l’intervento ha voluto subito rendersi conto di non aver perso nulla: ha cantato, ha scavato nella sua memoria per capire se ancora i suoi ricordi erano vivi, ha cercato subito di mettersi in piedi. E ha riscoperto una nuova esistenza, fatta di piccole cose genuine e vere. Apprezzando una lenta passeggiata o lo sguardo di un bambino. Ha trasferito la sua forza ad un ragazzo che si sentiva un po’ abbattuto.

Spero che tutti possano trarre una positività da questa mia vicenda – sottolinea – che è iniziata con dei mal di testa, seguiti da accertamenti che hanno trovato il tumore nascosto nel mio cervello. Da lì è iniziata la battaglia, dura, per niente facile, ma che ho combattuto a viso aperto e senza la vergogna di essere un ammalato di cancro. È difficile ammetterlo, ma si devono utilizzare i termini corretti, lo dobbiamo chiamare con il suo giusto nome cancro o tumore. Ora sono qui, ne stiamo parlando e tutto questo é incredibile“.

Stiamo in silenzio. Attorno a noi le colline di Rocca rossa e della Noce. Garamoli è meravigliosa con i papaveri distribuiti qua e là, tra alberi di mandorli e siepi di fichidindia. Renato Volpe ci ha voluto consegnare questa sua testimonianza di vita che dovrebbe farci riflettere tutti sulla prospettiva che scegliamo di dare alle cose che guardiamo ogni giorno.

– Renato, vado. Torno in paese.
Grazie Salvatore! Grazie a Malgrado tutto!
– Grazie a te.

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