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Donne protagoniste di imprese straordinarie

Innalzate sul podio delle primatiste, da quel podio, tranne rare eccezioni, sono precipitosamente cadute. 

Ester Rizzo

Lo scorso secolo ha visto tante donne protagoniste di imprese straordinarie, spesso “in solitaria”, che le hanno innalzate sul podio delle primatiste. Ma da quel podio, tranne rare eccezioni, sono precipitosamente cadute nell’oblio. Ne ricordiamo tre in particolare: Gertrude Ederle, Freya Stark e Liv Arnesen.

Gertrude Ederle, nuotatrice, fu la prima donna ad attraversare a nuoto La Manica nel 1926. Era nata a New York il 23 Ottobre del 1905 da una coppia di immigrati tedeschi. Il 6 agosto del 1926 partì da Cap Gris-Nez in Francia ed arrivò a Kingsdown in Inghilterra dopo 14 ore e 34 minuti. Il suo record restò imbattuto per ben 24 anni. Nel 1940 Gertrude, che sin da piccola aveva sofferto di problemi di udito causati dal morbillo, diventò completamente sorda e da quel momento decise di insegnare nuoto a bambini e bambine non udenti. Morì il 30 Novembre del 2003 all’età di 97 anni.

Nel 1931, Freya Stark è stata la prima donna europea ad attraversare la regione di Lorestan, in Iran, il cui ingresso era vietato ai non musulmani. Preferiva viaggiare da sola convinta che  “Se si va con qualcun altro, tutto finisce in chiacchiere”. Grazie ai suoi scritti e alle sue cartografie la possiamo definire l’antesignana della letteratura da viaggio. Era nata a Parigi nel 1893 ma era cresciuta ad Asolo in Italia. Dalla lettura de “Le mille e una notte,” nacque il suo amore per il mondo arabo e per il viaggio. Freya perfezionò meticolosamente le mappe di aree poco conosciute, aggiornò la toponomastica e ridisegnò la geografia. Testimoni dell’epoca così la descrivono: “Viaggia in maniera spartana, spesso con un mulo o una tenda: coglie con il suo sguardo attento e indagatore il cuore di ogni Paese che attraversa”. Grazie alle sue ricerche e ai suoi reportage diventò famosa e per un certo periodo lavorò al” Baghdad Times”. Nel 1972 le venne conferito il titolo di Dame of the British Empire. L’ultimo suo viaggio lo fece in Nepal, all’età di 88 anni. Il 9 maggio del 1993 morì centenaria nella sua piccola casa di Asolo. Pochi anni prima aveva scritto : ”Aspettare a lungo la morte è come essere un vecchio treno a vapore pronto a partire per un lungo viaggio. Tiri giù il finestrino e i tuoi amici sono sul marciapiede, sventolano i fazzoletti e agitano la mano in segno di addio. Ma il dannato treno non si muove”.

Nel 1994, la norvegese Liv Arnesen è stata la prima donna a raggiungere il Polo Sud da sola e senza alcun appoggio, percorrendo 1.200 chilometri in cinquanta giorni. Ha raccontato questa sua esperienza nel libro” Le brave ragazze non sciano fino al Polo Sud”. Un titolo volutamente ironico perché quando iniziò a cercare i finanziamenti per la sua spedizione, percepì un maschilismo strisciante che, velatamente, la invitava a non compiere, in quanto donna, quell’impresa. Così dichiarò in un’intervista: ”Quando ho iniziato a cercare finanziamenti per la mia spedizione, mi sono sentita come se avessi iniziato a muovermi nell’ultima arena maschile e non avessi dovuto farlo ma fossi dovuta invece rimanere a casa”. Liv Arnesen è stata anche la prima donna ad aver attraversato, a piedi , nel 2011, il continente Antartico insieme ad Anna Bancroft. Le due esploratrici vissero per tre mesi tra i ghiacci con temperature che arrivarono a sfiorare i 17 gradi sottozero. Anche Anna Bancroft vanta un primato ottenuto nel 1993 quando guidò una spedizione tutta al femminile per raggiungere il Polo Sud con gli sci, Insieme a lei Sue Giller, Anna Dal Vera e Sunniva Sorby.

I risultati di questa spedizione sono stati usati come strumenti pedagogici per promuovere la conoscenza sull’ambiente. Ma oltre a questo primato, Anna merita di essere ricordata per l’impegno civile che ha caratterizzato la sua vita, in particolare partecipò attivamente a campagne per il riconoscimento legale dei matrimoni o delle unioni civili tra omosessuali nel Minnesota dove tutt’ora risiede. Ha istituito una Fondazione a favore di donne e ragazze che non hanno mezzi economici ma che vogliono realizzare imprese straordinarie.

 

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