Così Giuseppe Pitrè definì Emma Perodi, scrittrice poliedrica di generi letterari diversi. Una donna colta, libera, indipendente, anticonvenzionale e cosmopolita
E’ ben noto il finale della favola di Pinocchio, una delle più conosciute al mondo. Dopo svariate avventure, grazie all’intervento della Fata, Pinocchio cessa di essere un burattino di legno e si trasforma in un bambino.
In realtà Carlo Collodi, nella prima stesura, pubblicata nel 1881 sul “Giornale dei bambini”, aveva raccontato un finale diverso e drammatico: Pinocchio moriva, impiccato ad un albero dal Gatto e dalla Volpe. L’epilogo non fu gradito da tanti lettori ma fu soprattutto l’intervento severo e inflessibile della direttrice del giornale che impose a Collodi di mutare il finale. Quella direttrice si chiamava Emma Perodi.
Una figura femminile poco conosciuta, nel migliore dei casi impressa in qualche memoria come l’autrice de “le Novelle della Nonna”, ignorando lo spessore storico e pedagogico delle sue opere. Scrittrice poliedrica di generi letterari diversi fu una donna colta, libera, indipendente, anticonvenzionale e cosmopolita. E per quei tempi non era certo agevole e gradito. Intraprese il mestiere di giornalista osteggiata spesso dai colleghi uomini che mal tolleravano quella che definivano “un’invasione rosa di scribacchine”
Emma Perodi non si fece intimidire da tali giudizi collaborando con La Gazzetta d’Italia, con Il Fanfulla della Domenica e con Il Corriere della Sera.
Dopo aver vissuto e lavorato a Roma e diventata madre di una figlia di cui non rivelerà mai la paternità, arrivò a Palermo in occasione dell’Esposizione Nazionale del 1891 come corrispondente di alcuni giornali nazionali e si innamorò della città, del suo mare, dei suoi colori, dell’affabilità della gente. Decise così di trasferirsi definitivamente in Sicilia anche grazie alla conoscenza dell’editore Biondo che aveva in progetto di promuovere ed ampliare i temi dell’istruzione e dell’educazione che a lei stavano molto a cuore.
A Palermo intrecciò una fitta rete di relazioni sociali. Conobbe, tra gli altri, l’archeologo Antonio Salinas e il poeta e drammaturgo Alessio Di Giovanni che l’aiutò a trovare collaborazioni giornalistiche tra le testate siciliane. Il rapporto più incisivo fu però quello con Giuseppe Pitrè che fu un suo estimatore che comprendendo lo spessore culturale di Emma la definì “donna d’alto ingegno e singolare attitudine” e le permise l’accesso alla sua ricchissima biblioteca.
Emma Perodi si muoveva nella sua epoca patriarcale e maschilista con molta libertà. Denunciava la condizione femminile affermando che la donna aveva le stesse potenzialità dell’uomo sia nelle Lettere che nelle Scienze e doveva avere accesso a tutte le professioni.
Particolarmente attenta ai processi educativi si prodigò nell’innovazione pedagogica dei testi scolastici di quei tempi. Nella stesura del suo Sillabario compì una rivoluzione passata sotto silenzio: in quegli anni dopo la prima classe i libri si suddividevano in quelli per bambini e in quelli per bambine. Lei formalmente aderì a questa direttiva ma mantenne invariati i contenuti limitandosi a cambiare solo il sesso dei protagonisti: una vera rivoluzione rimasta sottaciuta.
A Palermo, dovendo scrivere per mantenersi, si immerse in una mole di lavoro immane che spesso la costringeva ad usare pseudonimi sia per aggirare vincoli editoriali in cui si ritrovò ingabbiata sia per diversificare le firme dei suoi articoli che riempivano in gran parte le pagine di uno stesso giornale.
Da ricordare anche il suo impegno sociale in difesa della maternità, degli orfani e dell’infanzia povera e abbandonata. Morì a Palermo il 5 Marzo del 1918 nella sua casa di fronte al mare. Il suo corpo fu imbalsamato e tumulato a Roma nel cimitero del Verano.
Nel 2018 nel Casentino è stato istituito ”Il Parco letterario Emma Perodi”. A lei è intitolata la biblioteca comunale di Cerreto Guidi con annesso piccolo museo. A Roma una via porta il suo nome. A Palermo l’Associazione Toponomastica femminile ha chiesto l’intitolazione di una via che ha già ricevuto l’autorizzazione prefettizia.
Ci auguriamo che al più presto venga effettuata l’intitolazione per ricordare in fondo una “siciliana d’adozione”. Per chi volesse approfondire la sua biografia e le sue opere, l’Enciclopedia delle Donne on line ha pubblicato una Voce a lei dedicata.