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Le “Fermate d’Arte” che regalano l’immagine di una nuova Sicilia

In una Stazione della nuova tratta della metropolitana di Catania uno spazio espositivo e culturale: storia, arte, mobilità sostenibile, spazio pubblico, contaminazioni

Non c’è più la Sicilia di una volta, direbbe un nostro amico scrittore. Probabile, soprattutto se ogni tanto arrivano notizie di inaugurazioni di infrastrutture da tempo attese, forse da troppo tempo, in quest’isola di forti contraddizioni e di lavori che vanno spesso a rilento, di emergenze a mai finire e chi più ne ha più ne metta.

La notizia non è solo l’apertura di una nuova tratta della metropolitana di Catania, che già questo basterebbe per giustificare un titolo. La novità assoluta, almeno in Sicilia e forse in tutto il Sud d’Italia, è la realizzazione di uno spazio culturale in una Stazione metropolitana di periferia, proprio nella fermata appena inaugurata alla presenza del ministro Matteo Salvini.

Un luogo di transito e di frenesia che diventa luogo di aggregazione e di scambio artistico-culturale. E così, nella tratta Nesima-Monte Po della ferrovia Circumetnea – realizzata dalla Cmc di Ravenna, la cooperativa di costruzioni che sta superando la crisi degli ultimi anni dimostrando sempre di essere all’altezza nella realizzazione di grandi infrastrutture moderne e all’avanguardia – sono già in esposizione sculture provenienti dalla collezione Biscari, come le due statue delle Veneri, la prima composta da frammenti di epoca romana, la seconda in posa cosiddetta Venere Landolina.

Dopo decenni rimaste nei depositi del museo civico di Castello Ursino, eccoli in mostra assieme ad altre opere, come una notevole selezione di pezzi di scavo ed esemplari che descrivono lo spirito eclettico del collezionismo settecentesco e la tendenza propria del principe Biscari di assemblare opere archeologiche non pertinenti tra loro.

Fermate d’arte, dal museo alla metropolitana, è il titolo della mostra realizzata in uno spazio espositivo inconsueto. Ma forse non troppo inconsueto, perché da qui passeranno tanti che probabilmente mai sarebbero andati in un museo. La cultura diffusa nei luoghi maggiormente frequentati dalla popolazione, dunque. E viene in mente quel che una ventina di anni fa disse Maurizio Costanzo a proposito delle innumerevoli presentazioni di libri riservate soltanto ad un pubblico ristretto: forse, sottolineava il grande giornalista, bisognerebbe presentare saggi e romanzi mentre la gente fa la spesa.

L’area espositiva nel sottosuolo di Catania – e poche, pochissime ce ne sono in tutt’Italia, come giustamente ha fatto notare Salvini – rende questa città moderna e dinamica. Anche con questo modo di fare cultura diffusa nelle aree periferiche che viaggia attraverso gli occhi di coloro che usufruiranno della metro. In quest’area, naturalmente, si potranno realizzare altre mostre e altri eventi: di fotografia, di pittura, di qualsiasi genere.

Molti, entrando nella nuova stazione “Fontana”, unica fermata in Italia, tra l’altro, che arriva direttamente in un ospedale cittadino, diranno di non sentirsi in Sicilia. E forse è vero. Ma, come ha detto il sindaco di Catania Enrico Trantino durante la cerimonia di inaugurazione, il 22 luglio scorso, spesso siamo noi siciliani a non apprezzare le cose che abbiamo.

L’intervento del presidente della Cmc Fioretti all’inaugurazione della tratta metropolitana Nesima-Monte Po alla presenza del ministro Salvini

Un angolo di questa grande piazza sottoterra è dedicata, in questo momento, all’esposizione degli affreschi provenienti dalle catacombe di Domitilla, anch’essi legati alle dinamiche che hanno regolato, nella Sicilia del Settecento, il collezionismo e gli studi di antiquariato.

Storia, arte, mobilità sostenibile, spazio pubblico, contaminazioni. Alla “Galleria Fontana”, spazio museale metropolitano, vince l’arte e la cultura contro la frenesia di ogni giorno. E dovremmo forse fermarci tutti un po’ davanti ad un’opera d’arte, a una foto, a un libro, prenderci una pausa dalla velocità che spesso impone la vita di ogni giorno.

Credo sia questo il messaggio che FCE, col suo presidente Salvatore Fiore, assieme alla città e al Museo del Castello Ursino, lanciano alla comunità siciliana tutta. E Cmc, progettando e realizzando quest’opera – con l’impegno del presidente della cooperativa Alfredo Fioretti, del project manager Luca Antonetti e di tutte le maestranze e gli operai coinvolti – ha colto in pieno realizzando un’opera che fa della Sicilia, una volta tanto, terra di visione e sguardo al futuro.

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