Fondato a Racalmuto nel 1980

E’ stato un faro della cultura e dell’editoria agrigentina

Antonio Patti. La sua profonda preparazione ha abbracciato tanti campi di azione: dalla letteratura classica alla poesia, dall’arte alla musica lirica

Antonio Patti fotografato da Salvatore Indelicato

La morte improvvisa di Antonio Patti, avvenuta il 15 agosto di un anno fa, ha lasciato un vuoto nel panorama culturale del territorio agrigentino. La sua infinita cultura e profonda preparazione ha abbracciato tanti campi di azione: dalla letteratura classica alla poesia, dall’arte alla musica lirica.

Ma Antonio Patti, stimato medico patologo e ematologo, in servizio per tanti anni all’ospedale San Giovanni di Dio di Agrigento, non era solo un “intellettuale” ma un uomo vicino al popolo, sempre con la battuta pronta, una sana ironia, mai banale e volgare, ed una risata che contagiava. Metteva a proprio agio tutti mantenendo sempre l’umiltà e l’educazione che si è portato dietro da sempre.

Antonio è cresciuto nella sua Favara a “pane e libri”. Se gli chiedevi il libro preferito ti rispondeva: “Quello che ho appena prenotato in libreria e che leggerò con curiosità”. Oltre alla famiglia e alla professione medica i suoi amori erano i libri e le piante grasse.

Una passione, quella delle piante e della lettura, che lo occupava a tempo pieno dopo il meritato collocamento a riposo dal camice bianco. Bastava poco per farlo felice: una poltrona, un brano di musica lirica sottofondo ed un libro tra le mani.

Antonio Patti è stato per decenni faro della cultura e dell’editoria agrigentina. Tanti scrittori si rivolgevano a lui per una prefazione o per una critica nel giorno delle presentazioni. Sincera e fraterna l’amicizia con Antonio Liotta, il medico-editore di “Medinova”. Insieme per tantissimi anni hanno dato alle stampe “Progetto salute”, una delle riviste più importanti nel panorama editoriale italiano medico-scientifico che portò Agrigento al centro di eventi e congressi nazionali ed internazionali. Curatore negli anni Novanta della rubrica “Occhio al verde” del mensile “La mela” non si tirava mai indietro ad ogni novità editoriale del territorio. Attivo anche in politica ha avuto una breve esperienza amministrativa come assessore alla cultura a Favara durante la sindacatura Russello.

Ma la sua vera “politica” era quella dello sviluppo culturale del territorio, incoraggiando tanti ragazzi anche a cimentarsi nella scrittura e alla presentazione di libri nella libreria “Il papiro”. Presidente storico della Giuria dell’importante premio d’arte e cultura “Ignazio Buttitta”, organizzato dal centro Guttuso di Favara, presieduto da Lina Urso Gucciardino,  ha sempre saputo valorizzare centinaia di poeti e scrittori di ogni angolo della Sicilia, premiando mai i cognomi in concorso ma le opere.

Dicevamo che con la sua morte ha lasciato un vuoto nel panorama culturale del nostro territorio.

Ma Antonio non sarà mai dimenticato.

 

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