Così Enza Presti, moglie dell’imprenditore Riccardo Greco alla cui storia si ispira il film “Mascaria” che ha aperto ad Agrigento il festival “Lo Schermo a Tre punte”, organizzato dalla “Strada degli Scrittori”
E’ stata dedicata a “Mascaria”, il film ispirato alla storia di Riccardo Greco, l’imprenditore gelese morto suicida nel 2019 dopo aver ricevuto una interdittiva antimafia poi rivelatasi infondata, la prima serata del festival “Lo Schermo a Tre punte” nell’ambito della rassegna voluta dalla Strada degli Scrittori come evento collaterale del Master di Scrittura “Le Parole del Cinema” in svolgimento dal 29 agosto al 6 settembre ad Agrigento.
Presenti oltre la regista del film, Isabella Leoni, e due componenti del cast, Manuela Ventura e Gaetano Aronica (tutti docenti del Master), anche la moglie di Greco, Enza Presti insieme ai figli e il presidente della Commissione d’inchiesta e vigilanza sul fenomeno della mafia e della corruzione in Sicilia, Antonello Cracolici. A condurre la serata il direttore della Strada degli scrittori Felice Cavallaro.
“Non basta fare le leggi, poi vanno applicate e interpretate. Noto purtroppo che spesso prevale un approccio burocratico, di pigrizia professionale e la voglia di non assumersi responsabilità dinnanzi invece a valutazioni che vanno fatte prendendo atto della complessità dei singoli casi – ha detto Cracolici – Oggi certamente è maggiore la consapevolezza, rispetto a 30 anni fa, è un altro mondo anche per quanto riguarda il rischio di ‘mascariamento’ da parte della mafia di persone innocenti. E’ chiaro che le evoluzioni producono nuove contraddizioni, ma come tutte le evoluzioni vanno verificate sul campo, in modo, man mano, da scoprirne i punti deboli e i punti di forza”.
“E’ stato per me un onore partecipare alla manifestazione di stasera e ancora di più il fatto che la nostra vicenda sia stata scelta come caso per la realizzazione di questo film – ha sottolineato la signora Enza Presti – E’ vero che alcune cose non erano corrispondenti e la storia è stata romanzata, ma è anche vero che è arrivato un messaggio nazionale, cioè che spesso, soprattutto in Sicilia lo Stato abbandona le persone e gli imprenditori coraggiosi come mio marito, che ha denunciato e spinto altri a ribellarsi al pizzo. Alla fine è rimasto da solo e ha scelto di andarsene per aiutare i figli ad andare avanti”.