Fondato a Racalmuto nel 1980

“Abbiamo lottato insieme per fare della scuola un luogo di bellezza”

Favara, in pensione dal primo settembre la Preside Gabriella Bruccoleri, la sua lettera di commiato. “Un capitolo importante della mia vita si chiude ed è arrivato il tempo della gratitudine”

Gabriella Bruccoleri

Favara, dal primo settembre è in pensione la Preside dell’Istituto Comprensivo “Gaetano Guarino” Gabriella Bruccoleri. Sia pure giovanissima la Preside Bruccoleri ha infatti già maturato più di quaranta anni di ruolo nella Pubblica Amministrazione, come docente prima e, dal 2007, come dirigente in diversi e prestigiosi istituti della provincia di Agrigento.

Abbiamo già avuto modo di sottolineare che i suoi sono stati quaranta anni di impegno, di passione, di dedizione, in una società in continua trasformazione, che la Preside Bruccoleri ha profuso avendo come valori fondativi e finalità l’inclusione di tutti e di ciascuno, l’affermazione delle pari opportunità e la visione della scuola come luogo di perequazione sociale ed individuale, in sinergia con le famiglie e nel protagonismo di studenti, docenti e di tutte le risorse umane della scuola.

Di seguito la sua lettera di commiato

“Carissimi, oggi, con grande turbamento, ho varcato la soglia dei nostri istituti, per l’ultima volta, come Dirigente Scolastica. Nei miei passi il tremore di un momento esistenziale irripetibile, la consapevolezza forte di una esperienza che si è compiuta. Una vita a scuola, mai di solitudine, accompagnata da tutti voi, con la fecondità della vostra collaborazione preziosa, credendo nella forza liberante e creativa della cultura, per una istituzione scolastica all’altezza delle inderogabili sfide sociali ed educative.

Insieme abbiamo lottato ogni giorno, nella specificità dei nostri ruoli e delle nostre funzioni, per fare della scuola la grande equalizzatrice, un luogo di pari opportunità e di bellezza, per far diventare la scuola ciò che deve essere: una comunità di pensiero, di idee, di progetti, di azioni, che persegue all’unisono il Bene dei ragazzi e delle ragazze, il loro successo formativo, la valorizzazione della professionalità di tutti e di ciascuno, nel rispetto della grande tradizione pedagogica italiana ed internazionale, ma con una apertura costante alla ricerca delle nuove modalità dell’apprendere e dell’insegnare. La scuola come pathos, ethos, logos, eros: non si può essere senza amare e senza la carica emotiva dell’amore rischiamo la costruzione di una comunità senza slanci ed emozioni. Senza Noità, direbbe Lévinas.

Come dirigente scolastica, ho cercato ogni giorno, non senza fatica, di ascoltare, di intelligere, di leggere dentro, di interrogare e di interrogarmi, per condividere dubbi e certezze, per portare il respiro del mondo a scuola e nel mondo la bellezza della scuola con i suoi infiniti universi per vedere nell’albero secco la primavera che verrà. Per sperare nell’insperato. Quanta fatica, quanta bellezza, quanto dolore e stupore nell’incanto delle vite che ho attraversato: quarantadue anni al cubo, in un soffio …adesso prendo respiro e mi inondano i ricordi, gli abbracci, gli sguardi liquidi che si sciolgono in lacrime, i vostri doni, le vostre parole, il dolore vissuto, condiviso e narrato, gli errori, l’allegria dei volti dei bambini, l’entusiasmo delle grida dei giovani studenti, le città scoperte insieme, la gioia di vivere, i fallimenti, la luce aurorale di una intuizione , la consapevolezza di avere aiutato qualcuno e di credere in qualcosa contro ogni ragione, contro le etichette, solo per amore della vita e della conoscenza. Insieme a voi.

Non rimpiango nulla: sono felice di quello che ho realizzato con voi, appassionati di scuola come me, come me sempre pronti a credere che “un’ora di lezione salva la vita”.
Ho tanto combattuto per i diritti dei bambini e dei ragazzi, tanti gli obiettivi raggiunti, i sogni ancora da realizzare, le esperienze da vivere insieme, nel nostro territorio per l’affermazione della legalità. Ma, intanto, un capitolo importante della mia vita si chiude ed è arrivato il tempo della gratitudine: a Dio, un Dio presente e vitale che ho avuto accanto ogni giorno; ai docenti, autentici promotori di sviluppo, capaci di superare la freddezza “ di un sillogismo senza fantasia, di un calcolo senza passione, di un logos senza sophia”; a tutto il personale della scuola che ha saputo coniugare il bisogno di efficienza con la ricerca autentica di relazioni profonde ed inclusive, per riscoprire ogni giorno l’essenza di un lavoro finalizzato al servizio dei più piccoli.

A tutte le autorità civili, militari, religiose, alle associazioni, capaci di sperimentare ogni giorno la cura educativa, superando le incomprensioni, sempre in agguato, del dialogo interistituzionale, in una logica plurale di enfatizzazione del ruolo di tutti. Ai colleghi dirigenti scolastici, per la stima, la fiducia, il conforto, il sostegno, lo sguardo senza tornaconto, la sincerità, la capacità di superare gli ostacoli della burocrazia per essere uno per l’altro porta aperta ed aiuto costante per affrontare le situazioni più complesse e difficili. Alle famiglie: grazie dei vostri segreti confidati, della vostra capacità di ascolto, delle fragilità condivise in un percorso di alleanza, a volte costellato da

delusioni e dissapori, ma sempre proteso ad una tensione di carità fraterna, per la crescita
autentica dei nostri ragazzi, in un periodo storico così difficile per essere figli e genitori.

Grazie a chi, con fiducia, mi ha affidato incarichi importanti, di coordinamento di progetti pilota regionali, provinciali e nazionali: un abbraccio colmo di affetto a chi, nei tanti anni trascorsi insieme, ha accompagnato la mia crescita professionale a livello ministeriale, regionale e provinciale.

Un ringraziamento specialissimo ai miei staff, alle tante meravigliose persone che hanno profuso energie cognitive ed emotive accanto a me, e che ho cercato di valorizzare secondo una prospettiva di leadership condivisa, orizzontale e plurale. Soprattutto adesso vorrei ringraziare i miei studenti e le mie studentesse, dimensione fondativa e finale della mia vita professionale, e non solo.

Grazie per la vita che mi avete donato senza misura, grazie della vostra allegria e tenerezza, grazie per essere stati ogni giorno orizzonti infiniti di impegno, di ricerca, di azione, di sperimentazione.

Grazie perché ogni giorno mi avete insegnato l’audacia della speranza, il coraggio, di percorrere strade sconosciute, la perseveranza dell’innamorato, il dolore dell’incomprensione, la realtà delle fragilità familiari, l’umiltà di mettersi in discussione. e di chiedere scusa.

Grazie perché mi avete fatto capire che l’amore, come spiega don Tonino Bello, deve essere il principio architettonico che sostiene tutta la nostra vita. Grazie alla mia famiglia, sempre e ogni giorno.

L’ultima parola è perdono, per le tante volte in cui non vi ho fatto sentire la cosa più importante per me in quel momento e per voi. Ma la parola finale è gioia, gioia di essere, di respirare un tempo senza tempo “rara temporum felicitate ubi sentire quae velis et quae sentias dicere licet” davvero preziosa la felicità del tempo presente in cui è lecito pensare ciò che si vuole e dire ciò che si pensa (Tacito).

A me e a noi tutti proteggere questa felicità! Perché stamattina varcando la soglia della scuola per l’ultima volta come dirigente scolastica, ho capito ancora di più che ho amato la scuola da studentessa, l’ho amata da docente, e poi da preside e continuerò ad amarla con voi, camminando insieme per le strade del mondo! Grazie a tutti e a ciascuno”.

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Rinnoviamo alla Preside Gabriella Bruccoleri le congratulazioni del nostro giornale per il meritatissimo pensionamento e per il preziosissimo lavoro che ha svolto nel mondo della scuola

 

 

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