Fondato a Racalmuto nel 1980

“Scimè, un protagonista del tempo che ha vissuto”

Aldo Scimè/100 ANNI. Antonio Di Grado, direttore letterario della Fondazione Sciascia, ricorda Scimè con un messaggio inviato a Gaetano Savatteri in occasione della cerimonia del Premio “Racalmare – Leonardo Sciascia” che si è svolta a Grotte lo scorso 31 agosto: “Non fu solo amico e compagno di strada, fra gli intimi e i privilegiati, di Leonardo Sciascia, che non a caso lo volle come cardine della Fondazione che gli sarebbe stata intitolata”. Il 22 settembre iniziativa della Fondazione Sciascia a Racalmuto per ricordare il centenario

Antonio Di Grado con Aldo Scimè alla Fondazione Sciascia (foto Pietro Tulumello)

Sono occasioni importanti, e teatri della memoria, le ricorrenze e le celebrazioni degli anniversari della nascita e della scomparsa dei grandi che per virtù civili o esiti artistici e intellettuali hanno meritato un posto nella storia; e tanto più se quei grandi hanno trascorso il loro involontario soggiorno sulla terra in quelle città, in quei borghi, in quelle contrade che ora doverosamente li ricordano e li celebrano.

Perciò da Racalmuto a Grotte, dalla Fondazione che gli è intitolata nel paese natìo al premio “Racalmare” che qui pure si effigia del suo nome, in occasione del suo centenario abbiamo commemorato Leonardo Sciascia come si conviene per un maestro d’intelligenza e di vita, di moralità e di stile. Ma, come scriveva Bertolt Brecht, «Tebe dalle Sette Porte, chi la costruì? / Ci sono i nomi dei re, dentro i libri. / Son stati i re a trascinarli, quei blocchi di pietra?». E ancora: «Il giovane Alessandro conquistò l’India. / Da solo? / Filippo di Spagna
pianse, quando la flotta gli fu affondata. / Nessun altro pianse? / Federico II vinse la guerra dei Sette Anni. / Chi, oltre a lui, l’ha vinta?». Insomma chi furono i compagni di strada di quei giganti, chi accolse le loro confidenze, condivise le loro abitudini, chi suggerì loro una scelta o un’idea? In quale contesto di legami affettivi, di incontri e di scontri, di consuetudini e di quotidiane, fortuite dialettiche germogliano e si alimentano gli eventi e le creazioni memorabili?

Scimè alla Noce in una foto di Salvatore Picone

Ma Aldo Scimè, di cui ricorre il centenario della nascita, non fu solo amico e compagno di strada, fra gli intimi e i privilegiati, di Leonardo Sciascia, che non a caso lo volle come cardine della Fondazione che gli sarebbe stata intitolata. Né si potrebbe rubricarlo tra gli esempi pur meritevoli della “virtù sconosciuta” elogiata da Vittorio Alfieri, giacché non sono certo sconosciute le virtù di Aldo Scimè, che fu anzi un protagonista della vita culturale e civile siciliana, grazie alla sua operosità e alle cariche ricoperte alla Rai siciliana, all’Assemblea Regionale, alla Fondazione Whitaker e da ultimo, per decenni, alla Fondazione Sciascia, che diresse con intelligenza, lungimiranza e grande equilibrio. È quest’ultimo l’Aldo che io ho conosciuto, frequentato e amato per un trentennio, l’ultimo della sua vita. E fu quella una storia di costante collaborazione e di vicendevole affetto, non saprei dire se da parte mia fraterno o addirittura filiale: so per certo che colmò il vuoto aperto dalla scomparsa di Leonardo Sciascia, e che mi fece apprezzare la mitezza unita alla fermezza, il rigore morale unito alla sensibilità, l’amicizia e l’umanità di Aldo.

Un paio d’anni fa la Fondazione decise di onorare i centenari di Sciascia e Pasolini dedicando un convegno a un’intera generazione, quella dei nati come loro nel primo quinquennio degli anni Venti: una generazione intellettuale che lasciò un segno enorme nella nostra storia artistica e civile. Si parlò dunque di Calvino, Volponi, Berlinguer, don Milani, Francesco Rosi, Danilo Dolci, Strehler, Macaluso, Pomilio, Scotellaro, Basaglia, Addamo, Camilleri, ma nella mia introduzione ricordai un altro dei nati in quel quinquennio, inevitabilmente omesso perché non fu scrittore né artista né politico o uomo di spettacolo, eppure fu uomo di tenace concetto, fu grande amico di Sciascia e fu a lungo la colonna portante della nostra Fondazione.

Era nato a Racalmuto nel 1924 e anche lui come quei grandi meritava il nostro ricordo e la nostra gratitudine: era il carissimo e insostituibile Aldo Scimè. Così anche oggi vorrei dedicargli il nostro ricordo e il vostro applauso. Grazie.

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