Fondato a Racalmuto nel 1980

ARIANNA MORTELLITI “Dopo i peperoni le melanzane”

“QUEL FAZZOLETTO COLOR MELANZANA” In autunno esce per Mondadori il secondo romanzo di Arianna Mortelliti, nipote di Andrea Camilleri, ospite ad Agrigento alla serata finale del festival della “Strada degli Scrittori” dedicata all’autore di Vigàta. Le iniziative del centenario, il concorso per nuovi narratori, i ritorni a Porto Empedocle: “Mio nonno fece di tutto per rendere felici i miei soggiorni al suo paese. Al via le iniziative per ricordare i cent’anni della sua nascita“.

Arianna Mortelliti a Porto Empedocle fotografata da © Salvatore Picone 

Torna in Sicilia quando può. Ed è tornata anche quest’anno nella vera Vigàta dei racconti del nonno, a Porto Empedocle dove Andrea Camilleri nacque il 6 settembre di novantanove anni fa. Quasi cento. Arianna Mortelliti, nipote di un autore tanto amato per le sue storie e non solo quelle di Montalbano – ospite di Felice Cavallaro, con il regista Rocco Mortelliti, il giornalista Domenico Iannacone e l’attore Alessio Vassallo – ricorda il nonno ad Agrigento, nel corso della manifestazione finale del master di scrittura della “Strada degli Scrittori” che quest’anno è stato dedicato alle “Parole del Cinema”.

Arianna è una scrittrice. Il suo romanzo Quella volta che mia moglie ha cucinato i peperoni in un anno ha fatto tanta strada. Una storia che ci ha riportato all’ultima estate di Andrea Camilleri sospeso tra questo mondo e l’altro.

I primi di ottobre, sempre con Mondadori, arriverà il suo secondo romanzo Quel fazzoletto color melanzana: “ – ci dice Arianna – un’altra storia sempre di comunicazione familiare. Un piccolo gialletto, un’indagine che fa la protagonista, Lara, su un incidente che riguarda i genitori“.

Ma Arianna Mortelliti pensa anche ai tanti scrittori e poeti che non hanno la possibilità di emergere. Ed ecco che si è messa subito in moto per un premio dedicato ai nuovi narratori e istituito dal Fondo Andrea Camilleri. Un premio rivolto a chi scrive racconti, poesie, radiodrammi, favole. “Ogni categoria – spiega – è suddivisa in due sezioni, cchiù picca di sissanta e cchù assa di sissanta, proprio perché il successo tardivo ha contraddistinto la carriera di mio nonno“. Tema di questa prima edizione del premio “Oltre la ragione” che un po’ richiama le storie dei protagonisti della Trilogia delle Metamorfosi di Andrea Camilleri.

Lui era legatissimo ai giovani – dice Ariannasi definiva un vampiro, gli succhiava il sangue della giovinezza, l’energia, l’entusiasmo. Vogliamo dare sfogo ai giovani che scrivono e anche agli over sessanta. Ci ha scritto una signora di 88 anni, parteciperà con un suo scritto. E questo per me, per tutti noi, è meraviglioso“.

Il premio è una delle iniziative del centenario della nascita di Andrea Camilleri. Il Fondo che porta il suo nome, guidato dalle figlie dello scrittore, sta già lavorando al programma degli eventi. Un programma ricchissimo che si estenderà un tutt’Italia e anche all’estero. Intanto, proprio dai cassetti del papà del commissario Montalbano, sono emerse carte, agende di lavoro, poesie e testi giovanili, lettere, fotografie, appunti di regia.

© foto Salvatore Picone

E proprio in autunno uscirà con Sellerio la raccolta delle lettere inviate da Camilleri ai genitori e alla famiglia tra il 1949 e il 1960, negli anni in cui Camilleri iniziava la sua carriera artistica.

È straordinario come già a vent’anni mio nonno aveva un modo di raccontare le cose, una espressione inconfondibile. Raccontava ai genitori, quando lasciò Porto Empedocle e si trasferì a Roma, tutto quello che faceva: gli incontri, i mezzi che prendeva, la casa a Cipro. Ed è bello pensare all’amore della mamma che conservò tutto e portò con lei queste lettere quando anziana raggiunse il figlio“.

Arianna Mortelliti ama passeggiare a Porto Empedocle. In questi giorni ha anche seguito da vicino i riti di San Calogero e non si fa mancare mai un bagno nella spiaggia della Scala dei Turchi.

Arianna col nonno Andrea

Qui vive sempre e ritrovo il sorriso di mio nonno – dice – e mi piace pensare che quando venivamo con lui e la famiglia, fece di tutto per rendere quei giorni felici. Voleva che restassero dei nostri soggiorni a Porto Empedocle ricordi di momenti positivi. Ci accontentava e ci viziava con piccoli gesti. Mi sono emozionata quando è passata da questa casa dove è nato e dove tornava sempre la processione della statua di San Calogero. È impossibile non pensare a quel 6 settembre quando nacque il nonno proprio nel momento in cui passava il santo“.

Era il 6 settembre del 1925, una domenica. Veniva al mondo, “cadendo come una lucciola” alla marina di Girgenti, a Porto Empedocle, Andrea Calogero Camilleri. A quel santo nero lo scrittore rimase sempre legato. In ogni casa dove ha vissuto doveva esserci una piccola statuetta. “È l’unico santo nel mio paradiso deserto”, diceva sempre lo scrittore.

Anch’io quest’anno ho comprato una statuetta di San Calogero. La porterò con me a Roma“, dice Arianna.

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