Conversazione con Domenico Boscia, scultore e finissimo decoratore di ceramica. Uno dei maestri siciliani più originali del panorama contemporaneo
Lui è pittore, scultore e finissimo decoratore di ceramica. Ma non solo, perché è molto altro ancora. Abbiamo incontrato Domenico Boscia, uno dei maestri siciliani più originali e richiesti del panorama contemporaneo.
Prof. Boscia, mi piacerebbe sin da subito chiederle come si è approcciato all’arte e quali sono stati (e sono tutt’ora) i suoi modelli d’ispirazione.
Fin da piccolo, ho sempre avuto il forte desiderio di maneggiare matite e colori per poter rappresentare ogni cosa mi venisse in mente. Un particolare ricordo risale ai tempi delle scuole elementari, dal 1975 al 1980, a ogni tema o riassunto scritto in classe, alla fine realizzavo un disegno in riferimento al titolo. Da allora in poi non mi sono più fermato. All’età di nove anni iniziò la mia formazione di decoratore di ceramica presso la bottega “Fratantoni Antonino e Figli”, a Santo Stefano di Camastra, dove ho poi frequentato, dopo la scuola secondaria di primo grado, l’Istituto Regionale D’Arte, sezione Arte della Ceramica. Durante questo periodo non ho mai smesso di perfezionare la mia tecnica decorativa presso le botteghe artigiane, collaborando non solo con i Fratantoni ma anche con la fabbrica “Ceramica Desuir” dei fratelli Esposito e con tanti altri artigiani del luogo, facendo tesoro di tanti suggerimenti e consigli pratici sulle varie tipologie di lavorazione dell’argilla, sugli smalti e colori e sulle tecniche di decorazione da applicare a qualsiasi tipo di supporto ceramico, fino alla pietra lavica ceramizzata. Nel 1989, quando iniziai a frequentare l’Accademia di Belle Arti di Palermo, sezione Scultura, maturai l’idea che l’utilizzo dell’argilla nel modellato mi potesse dare un maggiore supporto a quello che fino ad allora avevo imparato. Plasmando l’argilla con le mie mani potevo dar vita a forme scultoree. Dalla e con la fragile e preziosa terracotta, con la sperimentazione di nuove tecniche e il rinnovo di quelle tradizionali, hanno preso forma e vita le mie opere. In quest’ultimo periodo mi sono ispirato ad alcuni particolari modelli di tipo naturalistico, quali i caldi tramonti siciliani (dove la luce predomina indiscutibilmente penetrando negli spazi) e i temi del Cubismo, dell’Astrattismo e del Surrealismo-Metafisico (Picasso, Kandinskji, Klee, Dalì, De Chirico, Mirò), non trascurando ovviamente la mia formazione tradizionale, associata alle nuove sperimentazioni che mi permettono di dare alle forme scultoree una luminosità vivace di giochi di colori ed effetti cristallini.
L’elemento su cui meglio ha fatto da sempre esprimere la sua arte è la ceramica, un materiale derivante da elementi poveri ma che, nelle sue mani e coi suoi colori, dà vita a forme sinuose e dai cromatismi assolutamente unici. Che effetto fa plasmare la materia per raggiungere tali vertici?
Come dicevo prima, l’idea che attraverso un po’ di “terra impastata” si possa dare vita a delle forme scultoree che si consolidino con il fuoco è una emozione indescrivibile. Con vena surrealista, nelle forme tornite cerco di dar vita a volti e figure, a velieri lontani , a sguardi indiscreti, a scale del cielo e profondità abissali tra rocce e paesaggi marini.
Le arrivano committenze tra le più diverse – da enti pubblici a privati cittadini, fino a molte associazioni – dal tema religioso a quello militare, passando per i premi letterari e i grandi pannelli celebrativi di eventi. Quindi estrema varietà che può essere sostenuta solo con una grande versatilità
Ritengo che chiunque cerchi di fare Arte (con la “A” maiuscola) debba mettersi in gioco continuamente e la committenza – ieri, oggi e anche domani – debba sempre tener conto di tante variabili, fra queste, vi è quella del “sapere e saper fare”. Gli artisti di ieri erano intrinsecamente poliedrici: pittori, scultori, architetti e ricercatori. Oggi invece sembra che ogni abilità tecnica sia un compartimento stagno, senza visioni allargate, senza capacità di guardare oltre e soprattutto senza la malleabilità e la duttilità che il mondo dell’arte espressamente richiede. L’arte è essa stessa creatività a 360 gradi, di conseguenza richiede una spiccata versatilità che ben si sposi con i cambiamenti di una società liquida e progressivamente in trasformazione. La mia ricerca/azione è stata quella di interagire con ogni forma di espressione artistica. Tutto è esperienza, tutto diventa ricchezza che aggiungi alle altre, anche l’interagire con le persone, con le ”Committenze”, parlare con loro, cercare di capire quali possano essere le idee da sviluppare: nella società contemporanea, un artista necessita di tutto questo.
Inoltre, negli anni ha partecipato a innumerevoli mostre collettive, concorsi artistici e simposi. Mi dà l’impressione di essere un “artigiano dell’arte” prestato stabilmente alla cultura…
A ogni esperienza fatta, il risultato finale è quello di avere aggiunto un tassello in più al tuo bagaglio non solo tecnico ma anche e soprattutto umano. Come dicevo, ogni attività artistica che porto avanti va di pari passo con la ricerca e gli approfondimenti. Essere considerato un “artigiano dell’arte” mi rende orgoglioso soprattutto per la formazione che sin da piccolo ho ricevuto in bottega. Ogni opera, ogni creazione, ogni idea o progetto che prende forma è una parte di me a cui do vita. Ciascuna di esse per me rappresenta cultura in senso stretto, cultura intesa come accrescimento delle diversità che ho conosciuto, vissuto, amato e rappresentato e che soprattutto mi hanno reso un “artigiano dell’arte”, epiteto che oggi sono onorato di ricevere.
La lascio così: se fosse una linea, come si disegnerebbe?
Così come ho già anticipato nelle risposte precedenti, partirei da un punto fermo, che è il mio amore per l’arte, proseguirei fissando una linea ben marcata che rappresenta la mia vita spesa nel mondo dell’arte e questa linea nel suo divenire si trasformerebbe, mutando continuamente, nelle tre forme geometriche perfette quali il triangolo, il cerchio e il quadrato. L’andamento sinuoso, continuo, mai uguale e perennemente mutante e mutabile rappresenterebbe la creatività e l’estro creativo che mutano al mutare delle situazioni.