Ieri la rievocazione dell’arrivo in città, l’1 dicembre 1927, del grande scrittore e drammaturgo agrigentino accompagnato da Marta Abba. Ad accoglierli i componenti dell’Accademia del Parnaso
Bisogna ammettere che un po’ di emozione l’abbiamo provata ieri sera a Canicattì quando, seguito da un nutrito gruppo di persone, abbiamo incrociato lo sguardo di Luigi Pirandello e di Marta Abba. Conoscevamo la storia, i Sei personaggi in cerca d’autore al Teatro Sociale, lo champagne in onore del grande scrittore al Circolo di Compagnia. Ma ritrovarsi dentro quel 1° dicembre del 1927 una certa impressione l’ha fatta davvero.
Davanti al Circolo della borghesia cittadina – rimasto intatto, con le poltrone di velluto, i libri dell’Ottocento, gli specchi – un Comitato d’eccezione pronto ad accogliere Pirandello, tra tutti Gaetano Stella. Ci sarà stato lo stesso freddo, probabilmente. E le piazze non potevano essere vuote, come ormai sono quelle delle nostre città e dei nostri paesi.
Ed ecco Pirandello: arriva a piedi dal vicino teatro Sociale con Marta Abba al suo fianco l’attore Lamberto Picasso, il vice podestà, padre Diego Martines. Era arrivato poco prima al teatro in macchina accompagnato allora dal farmacista Carmelo Pantano e oggi, ironia della sorte, dal nipote, anche lui farmacista, Giovanni Pantano che mostra a tutti il libro dei Sei personaggi firmato da Pirandello.
Il Corso Umberto diventa un teatro a cielo aperto. La rievocazione è perfetta, l’atmosfera sembra quella di 97 anni fa. Gli attori del “Gad Piccolo Teatro di Canicattì” impegnati in questa “rappresentazione” (Antonino Cimino, Clara Muratore, Felice Pileo, Michele Anello, Diego Gangi, Antonio Lalomia, Kevin Lo Manto, Salvatore Castellano, Gaetano Ricotta, Salvatore Ferraro, Angelo Ferrante Bannera, Vincenzo Maira, Giovanna Bennici, Carmen Augello, Marco Duscio) sono delicatamente “dentro” la loro parte. Personaggi che diventano attori di teatro nei luoghi reali di un fatto accaduto quasi un secolo fa che oggi appaiono come una finzione. Uno stordimento. Ecco che tutto diventa pirandelliano, appunto.
È il primo dicembre, fa freddo. Il Circolo di Compagnia attende lo scrittore e la grande attrice. Al teatro la rappresentazione dei Sei personaggi, seguita – raccontano le colonne del “Giornale di Sicilia” dell’epoca – «con religiosa attenzione del fine pubblico, che spesso ha applaudito gli attori impareggiabili e ha chiamato più volte alla ribalta l’autore».
Qualche anno dopo, nel dicembre del ’34, allo scrittore agrigentino gli assegnarono il Nobel. In quegli anni – come abbiamo letto e anche visto nel recente film di Michele Placido, L’eterno visionario – Pirandello e Marta Abba girano il mondo. E in quel mondo non poteva non esserci la sua Sicilia, la sua città natale e anche paesi e città della sua provincia. E Canicattì allora era uno dei centri più rinomati, con una borghesia illuminata e colta.
A Canicattì, Pirandello ebbe una grande accoglienza. Il giornale “Notiziario canicattinese” riferisce che Pirandello arrivò in città «insieme con la signora Marta Abba, accompagnata dalla madre e dalla sorella, in automobile alle ore 17». Erano andati a prenderli ad Agrigento Salvatore Sanmartino, Gaetano Stella, Giuseppe Caramazza, Salvatore Narbone, Nicolò Bartocelli e altri.
Rieccoli, dunque, rivivere ora in questa rievocazione. Davanti al Circolo due bandisti si presentano con una piccola esibizione stonata e discorde. E a Pirandello, che ascolta meravigliato, il senatore Sanmartino spiega: «Maestro, ciascuno a suo modo». Pirandello è divertito, è evidente l’allusione a una sua commedia. Ieri come allora. Tutto preciso.
Nella sala dell’antico Sodalizio canicattinese Luigi Pirandello riceve tutti gli onori. Presenti le autorità (quelle di ieri e non di oggi, si capisce) e una folta schiera di invitati. Il benvenuto lo dà il presidente del Circolo Gaetano Stella, il vice podestà Tirrozzo che legge la delibera del conferimento della cittadinanza onoraria all’illustre drammaturgo. E Pirandello, visibilmente commosso, ringrazia per la «devota e affettuosa» accoglienza. Offerti dolci e champagne. Nelle pareti del Circolo si conservano ancora le note di spesa per la cerimonia. E a seguire la consegna del diploma di Arcade Minore della secolare Accademia del Parnaso (allora la consegna avvenne a casa del commendatore Ignazio Caramazza, a Borgalino: e Pirandello dimostrò simpatia verso i parnasiani – da ricordare il farmacista Diego Cigna, il professor Sacheli, il poeta-sarto Peppi Paci, l’avvocato Francesco Macaluso, il barone Agostino La Lomia, l’oste Ciccio Giordano, gli stessi Sanmartino, Stella e altri – che con la loro ironia e il loro umorismo molto si accostarono allo spirito pirandelliano creando un mondo in cui tutto si svolge alla rovescia).
In quest’atmosfera particolare il pubblico presente (tutti invitati dal promotore e organizzatore dell’evento, Giancarlo Granata presidente dei Lions International Canicattì Host) ritorna alla realtà attraverso il puntuale racconto di Gaetano Augello, memoria storica della città, “viaggiatore piazzista” del Parnaso: «Fu un fatto eccezionale che dimostra l’importanza della nostra città che dovrebbe ritornare e non solo per una sera. Pirandello scelse Canicattì e non Agrigento per rappresentare i Sei personaggi in cerca d’autore e rimase sempre legato all’Accademia del Parnaso. I giornali dell’epoca parlano di una serata indimenticabile. E così diciamo noi oggi rievocando quel giorno che fa parte ormai della storia di questa comunità».
Le luci del Circolo si spengono. Resta davanti la porta l’Asino (che è un leone) dell’Universa Parnassia Canicattinensis. Le porte del Teatro Sociale sono chiuse, il corso Umberto è vuoto. Le campane di una chiesa scandiscono l’ora: sono le 20 del 1° dicembre 2024.
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L’iniziativa “Rievocazione di Luigi Pirandello” è stata organizzata da: Lions International Canicattì Host in collaborazione con il Circolo di Compagnia di Canicattì, il G.A.D. Piccolo Teatro Città di Canicattì, la Pro loco, il Club delle mamme “Pina Livatino Tricoli”, l’associazione Athena, i musicisti della banda e il Bar Parnaso.
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Foto MT