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“La pescatrice araba”

A Ribera la presentazione del romanzo di Massimo D’Antoni

Massimo D’Antoni. Foto di Raimondo Moncada

Continua il tour di presentazioni del libro La pescatrice araba, Aulino Editore, romanzo d’esordio del giornalista Massimo D’Antoni.

Lunedì 16 dicembre, alle 18, il romanzo sarà presentato a Ribera nella Sala Convegni “Emanuela e Giovanni Ragusa”.

Converserà con l’autore la dirigente scolastica Maria Rosaria Provenzano. L’incontro si aprirà con l’intervento di saluto del sindaco di Ribera Matteo Ruvolo.

Il libro parla del tema dell’emigrazione, dell’inclusione, del desiderio di riscatto e di realizzazione di una giovane donna, figlia di un tunisino sbarcato clandestinamente in Sicilia.

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(Dall’intervista di Malgrado tutto a Massimo D’Antoni pubblicata l’8 giugno del 2024)

Parliamo adesso del tuo primo romanzo “La pescatrice araba”, edito da Giammarco Aulino. Definisci questo tuo debutto nell’editoria, dopo avere superato diversi indugi, un atto di coerenza. Ci spieghi perché.

Perché ho sempre provato grande ammirazione per chi si butta, per chi ci prova, per chi non ha paura o non si dilania dietro elucubrazioni infinite, mettendosi in gioco e scommettendo su se stesso. Tuttavia non mi sono mai considerato un tipo del genere. Ma siccome considero la coerenza un valore, ho pensato che coerenza voleva che anche io ci provassi. Ed è quello che ho fatto. Spero rifuggendo dalla presunzione.

La protagonista del romanzo è Ines. Chi è Ines? E’ un personaggio completamente inventato o è in qualche modo legato alla tua vita?

È entrambe le cose. Dai tratti somatici a quelli caratteriali ho conosciuto una persona simile a lei. Come protagonista del mio romanzo, ambientato nel 1970, la mia Ines vuole essere una sorta di donna ideale, dove per ideale intendo tante cose, compreso un modo di sfidare con fierezza e caparbietà una società che ancora oggi, in molte parti, e non certo soltanto in Sicilia, è pericolosamente patriarcale, come i numerosi femminicidi continuano a rivelare.

Cos’altro possiamo aggiungere rispetto alla storia che racconti nel romanzo

C’è qualche tinta di giallo. La protagonista perde il marito in mare. Le dicono che è stato un infarto, ma lei crede che in realtà è successo qualcosa a bordo. Contro le convenzioni chiede e ottiene di prendere il posto del marito nell’equipaggio. Inizia così ad indagare. Non aggiungo altro. Tutto questo è uno spunto che mi ha permesso di provare a mettere in evidenza alcune tra le tante contraddizioni che hanno caratterizzato e continuano a caratterizzare la nostra realtà sociale.

 

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