Una riflessione del docente universitario e critico d’arte Giuseppe Cipolla a margine della presentazione a Grotte del polo culturale “Casa d’Arte Pina Mazzara”
Nel contesto del panorama del sistema dell’arte contemporanea di oggi la Sicilia vive un momento unico e irripetibile. Si pensi soltanto ai due grandi appuntamenti come Agrigento Capitale della Cultura 2025 e a Gibellina Prima Capitale Italiana dell’Arte Contemporanea 2026 che pongono l’Isola al centro dell’attenzione nazionale e internazionale.
L’importanza di eventi simili si estende ben oltre i confini delle singole città, abbracciando l’intero territorio siciliano e offrendo opportunità uniche per la riqualificazione dei piccoli comuni. Questi appuntamenti rappresentano non solo un riconoscimento del patrimonio culturale e artistico della regione, ma anche un catalizzatore per la creazione di nuovi spazi e poli culturali.
Tra questi la recente apertura a Grotte della Casa d’Arte Pina Mazza, certamente una iniziativa lodevole che merita supporto e incoraggiamento.
La riqualificazione dei piccoli comuni attraverso l’arte contemporanea non si limita alla creazione di nuovi spazi fisici; implica anche un rinvigorimento del tessuto sociale ed economico. Investire nella cultura significa investire nel futuro.
Attraverso l’arte i piccoli comuni possono riscoprire la loro identità e promuovere un senso di appartenenza tra i cittadini. E questo è decisamente, tra gli altri, uno degli obiettivi di Casa d’Arte Pina Mazzara.
Pina Mazzara
Nata a Sa Stefano di Camastra, Pina Mazzara ha studiato al Magistero d’Arte di Palermo, ha svolto intensa attività nel campo della ceramica e della grafica. Dal 1955 ha iniziato la sua attività espositiva, partecipando alla prima mostra di arte Premio Alcide de Gasperi con Renato Guttuso e, dal 1959, quando diviene insegnante di educazione artistica, giunge ai giorni nostri segnando la propria carriera con numerose mostre nazionali e internazionali esponendo con artisti rilevanti del Novecento.
Figure sacre, essenzialità e prosecuzione della narrazione figurativa delle fonti religiose e iconografiche della tradizione devozionale. E poi volti, sguardi, ricordi. Ombre, sagome, libri antichi, lenti, orologi da taschino, gioielli. Sacralità del profano. Sono questi alcuni dei temi che ricorrono spesso nella pittura di Pina Mazzara. Segni di una pittura nata in un particolare momento del Novecento.
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