Fondato a Racalmuto nel 1980

Racalmuto, lo speciale giubileo di Santa Rosalia “modello di speranza”

Rosalia è un modello di vita e di speranza. E noi speriamo per questo nostro tempo segnato da tanti problemi“. Così l’arcivescovo di Agrigento Mons. Alessandro Damiano in occasione dell’inaugurazione dell’anno Giubilare Racalmutese in occasione dei quattrocento anni dall’arrivo della Reliquia di Santa Rosalia a Racalmuto. La Patrona, il cui culto è stato ripreso nel 2005 dopo circa due secoli di oblio, sarà al centro di tante iniziative della Comunità ecclesiale guidata da Don Carmelo La Magra che ha ottenuto dal vaticano il decreto di Indulgenza Plenaria in occasione delle celebrazioni che si concluderanno a settembre. Alla manifestazione di apertura del periodo giubilare ha partecipato tutta la comunità, con in testa il sindaco Calogero Bongiorno. Le Reliquie di Santa Rosalia sono arrivate a Racalmuto il 31 agosto 1625. E in questo paese dell’agrigentino, è accertato dagli storici, esisteva la prima chiesa in Sicilia dedicata alla Santuzza già nel 1238. Fatti e vicende storiche sono state sintetizzate, prima della celebrazione presieduta dall’arcivescovo, da Salvatore Picone, cultore di storia locale e uno dei fondatori del Comitato che venti anni fa rispolverò l’antica tradizione racalmutese legata alla Patrona. Pubblichiamo il suo testo tradotto anche in inglese per i tanti emigrati che ce ne hanno fatto richiesta.
La pergamena del 1625 che attesta l’autenticità delle Reliquie di santa Rosalia inviate a Racalmuto (foto tratta dal libro “Delle Chiese di Racalmuto” di G. Nalbone)

«Lilia praestanis encedunt alma rosetis I leggiadri gigli sono sovrastanti a rigogliosi roseti: il fuoco tiene lontana la peste; questa rosa risplende, o Felice, guardi dall’alto questa terra fortunata alla quale elargisca splendidi doni». Santa Rosalia, rosa che risplende anche nell’agrigentino quattrocento anni dopo il ritrovamento dei suoi resti sul Monte Pellegrino. Rosa che risplende, come si legge in una pergamena del 1625 che accompagna la Reliquia della Santa a Racalmuto, dove pare sia stata edificata nel 1208 la prima chiesetta dedicata alla santa Virgineddra.

Qui due suoi frammenti costali giunsero dentro un reliquiario d’argento grazie all’arcivescovo di Palermo Giannettino Doria, a cui si deve il riconoscimento delle ossa della Santuzza. Giunsero nella terra della sua famiglia materna, i potenti conti Del Carretto, e del medico Marco Antonio Alaimo che nel 1624 seppe adottare misure di prevenzione e di igiene che ebbero “riconoscimento e lode“, come ricorda Leonardo Sciascia scrivendo di questo suo e nostro illustre concittadino.

Manoscritto del 15 ottobre 1922 dove si legge che esisteva un documento comprovante che “Santa Rosalia fosse nata a Racalmuto”

Le antiche carte che conserviamo qui hanno fatto riemergere negli anni passati notizie della nascita di prime cappelle e chiese dedicate alla santa, feste, memorie e tradizioni legati al suo culto. Si dice, si è sempre detto, sia nata a Racalmuto. Ma dopo il 1624 tanta ombra è
calata sulle vere origini di Rosalia. E anzi si dovevano eliminare le tracce, persino le pietre di quelle cappelle o chiese che già esistevano prima del ritrovamento delle ossa. Il tutto per rafforzare le origini palermitane di Rosalia che doveva essere, pena la scomunica, virgo panormitana a tutti i costi. E perciò la devozione dei fedeli di Racalmuto, a partire dal Settecento, si consolida per altri Santi e soprattutto per la Madonna che porta il titolo “del Monte”.

Dimenticata, anche se non del tutto, Santa Rosalia, solo venti anni fa si riprese il culto. Uno storico e benefattore di Racalmuto, il professor Giuseppe Nalbone, pubblicò nel 2004 con Malgrado tutto un libro dedicato alle chiese e ai luoghi sacri di Racalmuto. Ritrovammo, grazie alla passione e alla fede del compianto arciprete Alfonso Puma, quel foglio manoscritto del 15 ottobre 1922 dove si legge che esisteva un documento comprovante che “Santa Rosalia fosse nata a Racalmuto, vi fosse dimorata con la sua famiglia in Patria”. Nello stesso documento c’era scritto che il gesuita Antonio Parisi sosteneva che “Racalmuto fu la prima ad innalzare un tempio a Santa Rosalia fin dal 1238”.

Lo hanno sostenuto tanti celebri storici siciliani del passato, con documenti recentemente raccolti in volume dall’Ing. Angelo Cutaia che ha pubblicato recentemente un ponderoso volume sulle sue lunghe ricerche attorno alla vera terra natia di Rosalia Sinibaldi. Altri documenti ci raccontano un rapporto forte di questa comunità con la Patrona. Dalla lettura degli antichi bilanci risulta che nel corso dell’anno oltre alla “festa grande” del 4 settembre venivano tenute altre manifestazioni: l’11 gennaio è riconosciuto anche a Racalmuto il “Patrocinio della Santa” per ricordare la protezione in occasione del terremoto del 1693; il 15 luglio, giorno del rinvenimento delle reliquie sul Monte Pellegrino e, naturalmente, il 4 settembre.

E se il culto permarrà ancora vivo per lungo tempo, si inizia nella metà del Settecento ad affievolirsi tanto che, nella visita pastorale il vescovo Andrea Lucchesi Palli, nel giugno del 1758, è costretto ad interdire la chiesa dedicata alla Patrona che si trovava nel quartiere che oggi possiamo individuare tra la chiesa del Collegio e San Giuliano, tra le vie Marco Antonio Alaimo e Baronessa Tulumello. Nel 1791 l’ultima chiesa è cadente. E nel 1793 la Curia autorizza l’arciprete di Racalmuto a cedere la chiesa per costruire, dentro la chiesa Madre,
un altare intitolato a Santa Rosalia.

Picone, Nalbone e Padre Puma nel 2004 (foto P. Tulumello)

Ecco, stimolati da queste notizie, costituimmo nel 2005 un Comitato, (Don Alfonso Puma, Giuseppe Nalbone, Salvatore Picone, Peppino Agrò, Carmelo Marchese, Giuseppe Cutaia n.d.r.) anche per riportare alla luce l’antica tradizione e la festa del 4 settembre. Padre Puma rispolverò il reliquiario d’argento contenente due frammenti costali della Santa e la pergamena datata 18 agosto 1625 dell’arcivescovo Giannettino Doria. Il 2005 corrispondeva con i 380 anni dall’arrivo delle Reliquie. Abbiamo fatto perciò restaurare l’Immagine dipinta ad olio su legno nell’antica edicola sul prospetto dell’abitazione della famiglia Cutaia, lungo il Corso Garibaldi, un tempo di proprietà comunale. E lì è stata celebrata la messa il 4 settembre, dopo la processione della Statua che vide la luce del sole dopo circa due secoli. La comunità accolse con grande stupore e meraviglia la Reliquia.

La festa di Santa Rosalia nell’anno della riapertura della Chiesas Madre illuminata con i colori delle rose, 4 settembre 2008 (foto © Pietro Tulumello)

Due anni dopo (la Matrice era ancora chiusa) Padre Puma celebrò la sua ultima messa il 4 settembre 2007 auspicando la riapertura di questa chiesa Madre “dove abita – disse – Santa Rosalia”. Nell’agosto dell’anno successivo, 2008, riaprimmo questa Chiesa. Padre Puma era morto da pochi mesi. Il compianto Don Diego Martorana decise di riaprirla il 31 di agosto. E non a caso scelse questa data. Voleva rievocare il giorno dell’arrivo delle Reliquie di Santa Rosalia a Racalmuto.

Processione di Santa Rosalia il 4 settembre 2010

Era il 31 agosto del 1625, quattro secoli fa. Il Cascini: «Erano andati a portarla da Palermo, ben 80 a cavallo… e quella mattina che fu domenica si cantò prima la messa nella chiesa dei Padri Minori Osservanti (S. Maria di Gesù)… dopo il vespro pur solenne si fece la processione, nella quale benché vi fosse molta pompa d’apparati con tre archi trionfali, di luminarie per tre giorni, di concerto di musiche e salvi di schioppo». Dopo la riapertura della Chiesa Madre la data del 4 settembre è ormai per tutti i Racalmutesi la festa della Patrona. Vent’anni che valgono l’attenzione di nuove generazioni cresciute anche con questa solennità che era stata dimenticata.

Don Carmelo La Magra, arciprete di Racalmuto, martedì 14 gennaio alle 9:40 su Radio Vaticana parlerà di Racalmuto e Santa Rosalia (foto © Salvatore Picone)

Padre Martorana affidò sempre questo paese alla Patrona: ricordandoci delle moderni peste, dei rancori nelle famiglie, dei risentimenti e divisioni nella comunità, dello sguardo vuoto di chi si perde ogni giorno con alcol e droga.

E ora con Don Carmelo La Magra, lui stesso devotissimo di Santa Rosalia, il culmine: la Patrona guarda la sua Racalmuto dall’altare maggiore della chiesa principale. Cambia la prospettiva per i fedeli, lo sguardo metaforicamente diventa frontale. Da Roma, grazie a Don Carmelo, è arrivato il Decreto di Indulgenza plenaria in occasione delle celebrazioni del quarto centenario.

Un cambiamento ben augurale in quest’anno importante per tutti: l’anno del Giubileo della speranza. E Santa Rosalia continua ad essere esempio e speranza poiché pure per noi, prima o poi, le cose dovranno cambiare. Quattro secoli dopo l’arrivo a Racalmuto della Reliquia la Rosa risplende ancora e il profumo del Giglio si fa sempre più intenso.

* * *

GUARDA LE FOTO DELLA CELEBRAZIONE INAUGURALE DELLE CELEBRAZIONI DEL QUARTO CENTENARIO DELL’ARRIVO DELLE RELIQUIE DI SANTA ROSALIA A RACALMUTO

4th centenary since the arrival of Saint Rosalia’s relic, Mother Church, January, 11th 2025
A contribution by Salvatore Picone / Traduzione di Adele Maria Troisi

La pergamena del Decreto di Indulgenza plenaria

The graceful lilies are overhanging luxuriant rose bushes: fire keeps away the plague; this rose shines, o Happy one , you look from above on this fortunate land to which you bestow splendid gifts». Santa Rosalia, a rose that has been shining in Agrigento four four hundred years after the discovery of her remains on Monte Pellegrino.

A Bright Rose”, that is what you can read on the parchment dating back to 1625 that follows the Saint’s Relic in Racalmuto, where is seems they built in 1238 the first church devoted to The saint “Virgineddra”(little Virgin).
Here two ribs’fragments arrived into a silver reliquary, thanks to the archibishop Giannettino Doria, to whom we owe the acknowledgement of the bones of the Santuzza. The relics arrived in the land of his family by mother’s side, the powerful counts of Del Carretto, and of Doctor Marco Antonio Alaimo who in 1624 was able to adopt a sanitary prevention that won “recognition and honor”, as Sciascia reminded us while writing about his and our great fellow citizen.

The ancient papers that are here stored, in the past years showed us news about the first chapels and churches devoted to the Saint, about the feast, memories and traditions linked to her Cult. But also intrigues and misteries that give origin to doubts and uncertainties about the origins of Rosalia Sinibaldi.

Actually, We have always heard saying that she was born in Racalmuto, but after 1624 a dark shadow was cast upon Rosalia’s real origins. In fact, they had to erase any notice , even the stones of those chapels or churches that had already been built before the finding of her bones.

Everything was done to reinforce the palermitan origins of Rosalia’s who had to be, under the menace of excomunication, “Virgo Panormitana“, at every cost. This is the reason why since the 18th century , the faithful people of Racalmuto, started to worship other saints especially the “Madonna del Monte”.

L’Arc. Alfonso Puma il 4 settembre 2007 nella chiesa di San Giuseppe (foto © Salvatore Picone)

Almost forgotten, Saint Rosalia, just twenty years ago, won back her Cult. In 2004 professor Giuseppe Nalbone, philanthropist and historian, published a book about the churches and the holy places of Racalmuto. Thanks to the faith and passion of the long mourned archi priest Alfonso Puma, we found a paper from a manuscript dating back to October, 15th 1922 where we read that there was a document showing that “Saint Rosalia was born in Racalmuto, where she had lived with all her family“. In the same document it was written that the Jesuit Antonio Parisi, stated that “Racalmuto had been the first to build a temple to the devotion of saint Rosalia since 1238”.

This theory has been supported by several famous Sicilian historians with documents that have been recently collected in a volume by our Angelo Cutaia.
Other documents tell us about the strong bond of this community with the Patron saint.

Actually while reading the ancient municipal budgets, we found out that during the year beside the “big feast Won the 4th of September there were other occasions:
– January, 11th acknowledged as “The Saint’s protectorship” to remember the protection on the occasion of the earthquake in 1693;
⁃ July, 15th , the day when they found the sint’s relics on Monte Pellegrino;
⁃ And, obviously. September, 4th.

Even though the cult remained alive for a long time, it was since the half of the 18th century that it started to fade so that the bishop Andrea Lucchesi Palli, during his visit in June 1758, was forced to interdict the Church devoted to the Patron Saint, that probably existed din the area that today lies between The San Giuliano and Collegio church at the cross between via Marco Antonio Alaimo and via Baronessa Tulumello. In 1791 the last church was ruining. In 1793 the Curia gave to the archibishop of Racalmuto the authorization to hand over the church and to build, into the Mother church, an altar devoted to Saint Rosalia.

Il Vescovo Carmelo Ferraro a Racalmuto il 4 settembre 2008 con Padre Martorana e il prof. Giuseppe Nalbone (foto © Salvatore Picone)

For this reason, thanks to all this news, in 2005 we decided to make a Commitee to bring back the old tradition and the feast of September, 4th. Padre Puma dusted off the ancient silver reliquary that contained the two fragments of the saint’s ribs and the scroll dating back to 1625 of the Archibishop Giannettino Doria.

In 2005  380 years since the arrival of the Relics we decided to have the ancient image oil painted on a wooden table of the sacred aedicula restored and put on the wall of Cutaia’s Family, along corso Garibaldi, as the place once belonged to the City Hall. There in September, 4th it was celebrated the mass, with the statue that saw the light after 2 centuries.

The community welcomed with great amazement the Relics. Two years later (The Matrice was still closed) Padre Puma celebrated his last mass on the 4th of September 2007, wishing to see the re-opening of the Matrice “where, as he said , Saint Rosalia lives“. We re-opened the Church the following year in 2008. Padre Puma died a few months before. The long mourned Don Diego Martorana decided to re-open it on the 31st of August. It was not by chance that he chose this date. He wanted to dot celebrate the day when Saint Rosalia’s relics had arrived in Racalmuto.

L’arciprete Don Carmelo La Magra legge il Decreto dell’anno giubilare racalmutese dedicato a Santa Rosalia in occasione della celebrazione dell’11 gennaio 2024

It was right on the 31st of August, 4 centuries ago. Here’s a translation from Cassini: “They had gone to bring her from Palermo, 80 people horse-riding… and on that Sunday morning it was sung the first mass in the Church of Padri Minori Osservanti (Saint Maria del Gesù)… after the solemn Vesper there was the procession, with a great pump of lights for three days , music concerts and firing of bullets”.

After the re-opening of the Chiesa Madre the date of September 4th is for all the Racalmutesi the Patron’s Feast. the past 20 years have also won the attention of new generation grown up with this solemnity that had been forgotten.

Padre Martorana always put this town under the protection of the Patron: having us thinking about today’s epidemics, the families’ grudges, , the resentments, and feuds in the community, the empty gaze of people losing themselves everyday in drugs and alcohol.

And Now with Don Carmelo La Magra, a devout man to Saint Rosalia, it all culminates: the Patron watches on her most devoted Racalmuto from the main altar of the Church Matrice. The faithfuls’ perspective has changed: and the gazing metaphorically becomes frontal.

It is a good omen change in this very important year for all of us: the Hope Jubilee year. And Saint Rosalie still is the example and the hope because even we are waiting, here and then for something to chenge.
4 centuries have passed since the arrival of the Relics in Racalmuto and the Rose is still brightening and the lily’s perfume is getting more and more intense.

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