Fondato a Racalmuto nel 1980

“Dai bambini ho imparato molto”

 “Un maestro rimane nell’anima dei bambini per sempre”

Giuseppe Maurizio Piscopo. Foto di Angelo Pitrone

Ho pensato spesso di ritornare nella scuola che ho frequentato da bambino a Favara. Molte volte prima di addormentarmi ho pensato ai miei compagni con il grembiulino nero e il fiocco azzurro, ai giochi che facevamo, alla fiaba colorata di quegli anni, al maestro che con il suo rigore manteneva una sana disciplina, saggiamente supportato dai genitori. Sono anni, in bianco e nero, che non ritorneranno più. Una volta quando passava il maestro la gente si toglieva il cappello per salutarlo, altri tempi.

Trovo molto saggio che gli scrittori incontrino i bambini delle elementari, per raccontare come si fanno i libri, come nascono le storie, come si illustrano, per raccontare un po’ della loro vita. I bambini sono come delle spugne e apprendono molto da queste esperienze con gli adulti. Il 7 marzo, giorno del mio compleanno, ritornerò a Favara nella classe che ho frequentato da bambino, nel plesso di via Roma, seduto con il mio compagno di banco Antonello Bosco, che oggi fa il medico, per raccontare ai bambini  l’esperienza che abbiamo vissuto, che ci ha portati in tanti posti del mondo e ci ha fatto diventare come siamo ora.

Credo in Dio e nei bambini. Sono nato in un paese difficile ed amaro. Ho creduto profondamente nelle idee e nella cultura che cambiano il mondo. Ho scelto di fare il maestro intorno agli anni ’70. Il mio sogno è stato sempre lo stesso: far crescere i bambini con uno spirito critico e creativo.

Con i bambini ho trascorso la maggior parte delle mie giornate per 40 anni. Da loro ho imparato molto: ho appreso come osservare il mondo, come ascoltare i suoni della natura, come scrivere i libri, come capire la vita nelle diverse sfaccettature. I bambini sono più avanti dei grandi. Sanno trovare i lati spiritosi e diretti della vita e sanno affrontare i problemi di ogni giorno meglio degli adulti.

Tra i miei progetti, che finora non si sono realizzati, c’è quello di acquistare un’ape car, una “lapa”, coloratissima da trasformare in un palcoscenico, piena zeppa di libri e strumenti musicali, dipinta dalle mani dei pittori di Calapanama, con i quali collaboro da molto tempo. Con questo mezzo mi piacerebbe girare per le scuole della Sicilia per riportare in vita la figura di un nuovo cantastorie, che racconti e canti la Sicilia dei poeti, dei pittori, dei musicisti, degli scrittori, dei cantastorie, degli artigiani, dei maestri dei mestieri scomparsi. I bambini devono amare la loro terra, devono riscoprire le altre facce della Sicilia, una terra dalla storia millenaria, quella che pochi raccontano. Un maestro rimane nell’anima dei bambini per sempre ed ha il dovere di far crescere la propria terra raccontando anche le sue contraddizioni, facendo nascere sempre domande e dubbi.

Nell’incontro che avrò a Favara con gli alunni della scuola “Falcone-Borselino” interverranno Mariella Vella, Giuseppe Piscopo, Amelia Graccione, Agata Bellavia, Antonello Bosco e Antonio Zarcone.

Leggi anche

Impariamo ad ascoltare i nostri bambini

 

 

 

Condividi articolo:

spot_img

Block title

“Un autore dimenticato che seppe parlare anche ai bambini”

La scrittrice Nadia Terranova ci racconta il suo rapporto con i libri di Gesualdo Bufalino

“Favara for Ukraine: tre anni dopo la missione umanitaria”

Alla Farm Cultural Park la proiezione del documentario che racconta una straordinaria storia di solidarietà

“Filippo Lentini – Il politico e lo sportivo”

A Favara la presentazione del libro di Biagio Lentini e Giuseppe Limblici.

Cara picciridda che avrai vent’anni tra vent’anni

Lettera dell'Annunziata di Antonello da Messina a una ragazza siciliana