In edicola il 22 febbraio con Repubblica il libro su Agrigento e il suo territorio che raccoglie reportage, interviste e testimonianze. Un viaggio che diventa scommessa e sfida. La presentazione giorno 19 al museo archeologico di Agrigento e l’indomani al Circolo nautico Lauria di Mondello
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Il libro di “Repubblica”, La capitale del Mito, sarà in edicola con il giornale sabato 22 febbraio: un racconto a più voci su Agrigento capitale della cultura, che cerca di andare oltre le polemiche sui ritardi e le carenze fatte registrare dall’organizzazione e si concentra sulla città, sul territorio, su patrimonio artistico ed archeologico e sulle radici culturali, sulle sue suggestioni, a partire da quella, fortissima, del genius loci, Luigi Pirandello, il figlio da premio Nobel. Un modo per tentare di rimettere il “tesoro” della Sicilia al centro.
Il libro sarà presentato il 19 febbraio alle 17:30 ad Agrigento, nella sala Zeus del museo Griffo e il 20 febbraio sempre alle 17:30 a Palermo, al circolo nautico Lauria di Mondello. Fra i partecipanti, con il capo della redazione di Palermo Emanuele Lauria e il giornalista e scrittore Gaetano Savatteri, tutti gli esponenti istituzionali coinvolti direttamente o indirettamente nell’iniziativa di Agrigento Capitale: dal presidente della Regione Renato Schifani al sindaco di Agrigento Franco Micciché, dalla presidente della Fondazione Maria Teresa Cucinotta al direttore generale Roberto Albergoni, dal rettore di Palermo Giuseppe Midiri al direttore del Parco della Valle dei Templi Roberto Sciarratta. E ancora imprenditori rappresentanti di fondazioni e associazioni interessate, oltre a due inconfondibili volti agrigentini come Gianfranco Jannuzzo e Lello Analfino, frontman dei Tinturia.
Montelusa, Vigàta, Regalpetra: la Capitale dei grandi scrittori
Dopo la prefazione di Emanuele Lauria, l’apertura è dedicata al reportage di Gaetano Savatteri, giornalista-scrittore che in quel territorio è cresciuto: Savatteri richiama a sé tutti i miti, i patriarchi letterari, le memorie, il tessuto storico di quell’itinerario personale che da Agrigento va a Porto Empedocle, passa da Racalmuto e sbarca a Lampedusa.
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Salvatore Ferlita, invece, si è immerso nelle pagine pirandelliane per tirare fuori un ritratto letterario in movimento della vecchia Girgenti, una e centomila, miniera di spunti per l’immaginario del drammaturgo.
Cinque metri più in là, una misura pari a quella di un’auto di media cilindrata, si sconfina, per modo dire, a Porto Empedocle, luogo che si disputa i natali di Pirandello e culla di Camilleri e del suo immaginario letterario. Lucio Luca riporta l’episodio, questo sì, da romanzo, che vide il piccolo Andrea aprire la porta di casa a quello che scambiò per un ammiraglio ma in realtà era Luigi Pirandello con la divisa d’accademico d’Italia che cercava la nonna del futuro scrittore.
Ancora fantasmi letterari con la testimonianza da Racalmuto di Salvatore Picone, che fa rivivere l’atmosfera di un paese trascinato fuori dalla sua condanna all’anonimato grazie al suo figlio più celebre, Leonardo Sciascia. Pagine, quelle di Picone, che diventano un vero e proprio viaggio sentimentale nella Regalpetra del grande scrittore: dalla casa dove è cresciuto al teatro e al Circolo di conversazione. Tappe di quella “Strada degli Scrittori” che in questo pezzo di Sicilia sottolinea l’importanza dei luoghi e della memoria letteraria.
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Il territorio da capitale della cultura si inoltra poi nella scommessa vinta, che serve come incoraggiamento al capoluogo, del Farm Cultural Park, ovvero la sfida di due coniugi che ci hanno creduto raccontata da Eleonora Lombardo.
L’anno da capitale della cultura, invece, è declinato nei 44 progetti che daranno corpo al ruolo assegnato dal ministero della Cultura, e illustrato da Marta Occhipinti.
E se Michele Placido, autore del film Eterno visionario, parla del suo debito con Pirandello nell’intervista di Paola Pottino, il cantautore Lello Analfino, nel dialogo con Irene Carmina dice che «da Agrigento non me ne sarei mai andato e ogni volta che vengo non partirei mai», mentre quella di Gianfranco Jannuzzo, altro figlio celebre, è una dichiarazione d’amore per la sua città, alla quale ha dedicato le sue fotografie, la seconda passione dopo il teatro: “Se noi giurgintani dedicassimo anche solo l’uno per cento delle energie che sprechiamo per criticare sempre tutto e tutti per proporre una soluzione concreta ai nostri disagi, questa sarebbe la città più bella ed efficiente del mondo”.