Il 4 marzo del 1943 nasceva Lucio Dalla. Oggi avrebbe compiuto 82 anni. Il grande cantautore bolognese amava molto la Sicilia. Quella volta ad Agrigento con I Dioscuri

Lucio Dalla non solo bolognese, ma anche siciliano, agrigentino, di altre terre del Sud. Lo ha dichiarato pubblicamente, lo ha scritto e lo ha pure cantato. Come non ricordare il suo eremo in Sicilia, sulle pendici dell’Etna, a Milo, vicino l’abitazione dell’amico Franco Battiato, dove si ritirava, si ricaricava, produceva vino e trovava ispirazione per le sue nuove composizioni con i profumi, il calore, il fascino, la storia della terra del sole.
Ricordo Lucio Dalla nell’anniversario della sua nascita, avvenuta il 4 marzo del 1943, cogliendo un aspetto a me caro: il suo intimo legame con la mia terra, la Sicilia, così da sentirmi ancora più fiero delle mie radici, delle mie origini.
“Io dove vado lascio il mio cuore”, ha detto Lucio Dalla ad Agrigento, sul palco della Valle dei Templi, il 15 maggio 2005, nel presentare una versione siciliana della sua canzone simbolo Piazza Grande con l’arrangiamento e l’accompagnamento dei Dioscuri – il gruppo creato nel 1973 da Eduardo Cicala e Giovanni Lo Brutto – con marranzano, friscalettu, percussioni, fisarmonica, mandolini, chitarre.

Un esperimento, “una fusione tra due etnie musicali”, un’improvvisazione, che ha voluto lo stesso artista bolognese “a dimostrazione di quello che dico”, del suo genuino sentimento per la Sicilia e per i luoghi da lui tanto amati e abitati. Nell’esibizione della Valle dei Templi, scrive il giornalista Mario Luzzatto Fegiz nel libro Lucio Dalla – Primo tempo (Corriere della Sera, 2012), “Lucio Dalla dichiara il suo amore incondizionato per il Sud”
Lucio Dalla amava veramente la Sicilia, la mia terra, tanto da volerla abitare, respirare, girare, vivere. Ne ho conferma leggendo il libro Dalla Luce alla notte (Bompiani, 2013), scritto da Marco Alemanno, fotografo, scrittore, che per nove anni – scrive – ha vissuto al fianco dell’artista come un regalo: “Lucio adorava la luce siciliana, quei cieli che definiva ‘vergognosamente azzurri’, la cordialità antica e comunque riservata della gente e tutto ciò che fosse profondamente siciliano.. In Sicilia cercò di vivere il più possibile da vero siciliano”.
E Lucio Dalla canta, canta, continua a comporre e a cantare nel palcoscenico della sua nuova dimensione:
Sono siciliano… nord-africano…un po’ norvegese… ma comunque siciliano.
E canta, canta, con la sua Bologna sempre nel cuore, dove è nato il 4 marzo 1943: Una famiglia vera e propria non ce l’ho e la mia casa è Piazza Grande. A chi mi crede prendo amore e amore do, quanto ne ho.
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