L’auspicio è che possa tornare presto ad ospitare spettacoli ed eventi, restituire sogni e bellezza al mio paese.

Grazie all’amministrazione comunale di Grotte e al Sindaco Alfonso Provvidenza, è stato ristrutturato e sarà riaperto al pubblico il cineteatro “Antonio Liotta”.
Ci sembrò doveroso, durante l’amministrazione guidata da Giacomo Orlando, intitolare quel luogo a chi, nel mio paese, aveva incarnato per decenni il cinematografo, tanto da richiamare inevitabilmente l’accostamento ad Alfredo di “Nuovo Cinema Paradiso”.
Di Antonio Liotta ne ha fatto, qualche giorno addietro, un bellissimo ritratto Giancarlo Macaluso su “Malgrado Tutto”.
Qualcosa vorrei aggiungere ai tanti ricordi che i miei compaesani hanno di quel luogo che, oltre al cinema, ospitava i festival canori dei bambini, le manifestazioni politiche e culturali, e soprattutto le rappresentazioni teatrali.
Come in tanti altri paesi, quella struttura rappresentava più di un semplice teatro. Era il cuore laico della comunità.
Intere generazioni, come attori e cantanti amatoriali o semplicemente come spettatori, vi si ritrovavano e rinsaldavano quel legame particolare di sentimenti, che va oltre la mera condivisione dell’abitare semplicemente nella stessa città.
Non so quale sia stata l’ultima manifestazione che si sia svolta lì, forse proprio la cerimonia di intitolazione ad Antonio Liotta credo nel 2007, ma è chiaro che la chiusura del cineteatro, un tempo “Marconi”, abbia contribuito in parte ad allentare quel legame e diluire quel senso di appartenenza al proprio paese, una volta fortissimo.
Per quanti sforzi si facciano, per ragioni demografiche, per fenomeni culturali sociali ed economici di vasta scala, il destino di tanti piccoli paesi sembra consegnato allo spopolamento o ancora peggio, allo smarrimento della propria identità.
Ogni volta che vi torno, trovo sempre meno persone e sempre meno giovani, ma mi accorgo, che ad incanutirsi è soprattutto la vitalità sociale e culturale del paese.
Sopravvivono le parrocchie, le feste religiose, alcune lodevoli associazioni sportive e di volontariato, qualche compagnia teatrale e qualcos’altro, ma è quasi tangibile lo spegnersi progressivo dell’anima della comunità.
Non è semplice da spiegare, ma coltivare la memoria, conoscere ciò che quel luogo è stato, coltivare un’idea precisa di ciò che potrebbe essere, condividere un sogno, una speranza che non è solo personale, è ciò che, in sintesi, definirei lo “spirito” di una collettività.

Non basta un bravissimo Sindaco, impegnato allo stremo per garantire, tra mille difficoltà, la buona e proficua amministrazione del comune. Non sono sufficienti le diverse iniziative di aggregazione religiosa, sociale o culturale.
Quello che manca e sarà difficilissimo ricostruire è il dibattito e la consapevolezza “politica” (in senso alto), del destino di quel paese. È un ragionamento che vale per tantissimi altri centri urbani non solo del sud Italia.
Vale forse per la Sicilia intera.
La ristrutturazione del Cineteatro “Liotta” è senza dubbio una bellissima notizia, l’auspicio è che possa tornare presto ad ospitare spettacoli ed eventi, restituire sogni e bellezza al mio paese.
Spero, in particolar modo, che tanti ragazze e ragazzi possano ritrovarsi lì e parlare del proprio futuro, dell’originalità e della forza dell’essere nati in quel piccolo paese, di come valga la pena impegnarsi per rimanerci o poterci tornare.