Fondato a Racalmuto nel 1980

Dedicato a Mariuccia Linder

Artista sensibile, creativa e talentuosa

Mariuccia Linder

 “Fra cinque minuti in scena…” – Con quest’annuncio il direttore di scena dà inizio al momento più critico di una rappresentazione teatrale. Chi è dietro le quinte sa che ora non può più tirarsi indietro. Le sarte danno gli ultimi ritocchi ai costumi, i truccatori l’ennesimo sbuffo di cipria, i suggeritori prendono posto mentre gli attori cercano la massima concentrazione.

Mariuccia è lì, in un angolo, passa i palmi delle mani sul costume di scena, aggiusta i capelli; un leggero pallore accentua il trucco di scena, è tesa. Sa che è una serata importante: la prima del “Pensaci Giacomino” della Settimana Pirandelliana al Caos, di fronte la casa natale di Pirandello e il pubblico gremisce la platea. Giovanni Russo la vede e le si avvicina, le prende le mani.

“Dai, Mariuccia, forza. Andrà tutto bene…” La voce pacata del vecchio attore la rasserena, lei lo abbraccia e lo guarda negli occhi, sicura.

“Si, andrà tutto bene. Grazie.”

La tensione sale, qualcuno grida di non essere ancora pronto, il via vai dei tecnici diventa frenetico; fino al fatidico: “Trenta secondi…” D’un tratto tutti si fermano, trattengono il fiato, il silenzio avvolge la gola del palcoscenico; il brusio della platea tace. Un ultimo sguardo e un sussurro: “Sipario!” – lo spettacolo ha inizio. Mesi di lavoro, di prove, di sacrifici si racchiudono adesso in quelle due ore davanti al pubblico, giudice insindacabile. Mariuccia entra in scena; non è più lei, ora è Lillina, la figlia del bidello Cinquemani. E’ la magia del Teatro. E Mariuccia la possiede.

E’ questo il primo ricordo che ho di Mariuccia Linder, vissuto da dietro le quinte poco prima dell’inizio del “Pensaci Giacomino”. Era il lontano agosto del 1974, la seconda edizione de “La Settimana Pirandelliana” e amavo seguire mio nonno, l’attore Giovanni Russo Archeoli (a cui devo il mio amore per il teatro), soprattutto dietro le quinte, dove si vive davvero lo spettacolo, si toccano le emozioni e gli stati d’animo di chi deve entrare in scena.

Mariuccia era una bella ragazza, giovane, talentuosa, sensibile e piena di vitalità che esprimeva nel rapporto sincero e leale con gli altri, con la sua inesauribile creatività, con quella voglia di vivere che la accompagnava in ogni sua attività dentro e fuori il Teatro. Quel Teatro che ha caratterizzato la sua vita che seppe affrontare e vivere con grande dignità le difficoltà e le sofferenze alle quali la sottopose.

La sua figura emanava un fascino particolare, aveva sempre un sorriso per tutti e quello sguardo intenso, un po’ velato di una malinconia mal celata, aveva la capacità di penetrare nell’animo di chi lo incrociava. Erano queste le peculiarità che mi avevano colpito, oltre la serietà e la meticolosità con le quali affrontava la preparazione di uno spettacolo, calandosi completamente nel personaggio, cogliendone le sfumature più intime e restituendole durante la rappresentazione.

La sua bravura era riconosciuta dai compagni di lavoro (mio nonno l’adorava) e dai registi  che l’avevano diretta. In Teatro, non fu solo attrice, ma anche costumista, scenografa, aiuto regista, pittrice, non si sottraeva mai ai compiti che le venivano assegnati. Più di una volta la vidi sistemare le scenografie, gli arredi, quasi non fosse la protagonista dello spettacolo in preparazione.

Non abbiamo avuto una conoscenza o un’amicizia diretta, io ero un osservatore dietro le quinte, Lei un’Artista ormai affermata, perciò, me ne stavo in disparte, anche se una volta mi chiese: “Ti piacerebbe recitare?”, e io, imbarazzato, le risposi che preferivo scrivere. Mariuccia sorrise e mi disse che, allora, sarei diventato un critico teatrale.

La sua vita era per l’arte e l’arte era la sua vita, un circolo vizioso che la portava a comporre versi e pensieri molto profondi che spesso attingeva dalla sua vita piuttosto travagliata, segnata da eventi familiari importanti..

Quando mio nonno si ritirò dalle scene, io smisi di frequentare l’ambiente teatrale del “Piccolo Teatro”, ma continuai a seguire Mariuccia, diventata più matura, sempre più brava e sempre più stimata nel mondo dell’Arte.

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“MARIUCCIA”

 

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