Fondato a Racalmuto nel 1980

La “casetta” in Canadà dei Racalmutesi di Hamilton

Hamilton in linea “Fratellanza Racalmutese”, l’antico circolo apre le porte a nuovi soci, figli e nipoti degli emigrati. Un luogo simbolo del legame tra le due comunità gemelle dove ancora si gioca a bocce e si beve gazzosa e vino

Salvatore Picone

Bisogna esserci stati almeno una volta per capire la straordinaria suggestione che emana quel luogo caro a tanti racalmutesi e siciliani. È indiscrevibile l’emozione che si prova dentro quella grande sala il cui ingresso principale guarda a Corso Racalmuto, la strada del cuore del centro storico di Hamilton che porta il nome della comunità gemella in Canada.

Alla “Fratellanza Racalmutese” ci si sente a casa. Anzi, potremmo dire che quella è la casa dei racalmutesi che vivono nella provincia dell’Ontario. Per oltre un secolo è stato il luogo di ritrovo per tanti che lasciando Racalmuto hanno ricostruito oltreoceano le stesse abitudini che avevano in paese. E perciò un circolo ci voleva se nel 1919 fu fondata la “Società Mutuo Soccorso Racalmutese” che nei primi del secolo scorso servì soprattutto per dare assistenza ai tanti che man mano arrivavano dalla Sicilia nella città del ferro.

Solo nel 1933, grazie a Vincent Agrò, racalmutese naturalmente, il “Mutuo Soccorso” diventò Circolo ricreativo “Fratellanza Racalmutese”. Un club, come lo chiamano ad Hamilton, che per tante generazioni è stato un luogo fondamentale per sentire meno la mancanza del paese d’origine, che ha arginato le ferite lasciate dall’emigrazione. Al club ci si incontrava, si mangiava e si beveva, si recitavano poesie in dialetto, si cantava, si giocava a scopa e a zecchinetta. Come in un circolo di paese che, si sa, salva dalla solitudine.

Eppure, dopo cent’anni, tante cose sono cambiate. Anche la “Fratellanza Racalmutese”, come i circoli di Racalmuto, soffre del vuoto di chi, almeno fino a quindici anni fa, considerava il circolo – o club – una seconda casa. Oggi, purtroppo, non è più così.

Dalla prima volta che ho avuto la possibilità di visitare la “Fratellanza” – nel 1999, poi nel 2005 e più di recente nel 2017 – ho raccolto la testimonianza diretta di un luogo che cambiava, perché cambiavano i protagonisti del sodalizio che era una specie di palcoscenico dove ognuno recitava la propia parte.

La “Fratellanza Racalmutese” era, e ancora è, il ponte diretto tra Hamilton e Racalmuto. E te ne accorgi entrando nella sala dove ho gustato piatti tipici che nemmeno a Racalmuto avrei ritrovato. Ricordo un cuoco finissimo che cucinava la trippa alla parmigiana con foglie d’alloro in modo ineguagliabile (il tutto accompagnato da un quarto di vino e gazzosa). In quella stessa sala ricoperta di immagini vecchie e nuove di Racalmuto, con l’immancabile affresco che ritrae il castello Chiaramontano e la fontana “Novi cannola” dipinto da Peppe Agrò, che ricordo invecchiato a passeggio col bastone a James st., la strada dove i racalmutesi passeggiavano su e giù come abitualmente facevano in paese, dalla piazzetta alla Matrice.

Per non perdere nulla della memoria di questo luogo, il nuovo presidente della “Fratellanza” Joe Curto ha recentemente organizzato una manifestazione aprendo le porte a nuovi soci, figli e nipoti degli emigrati. Ha messo in mostra antichi documenti e vecchie fotografie per restituire il fascino di quegli anni, quando dalla “Fratellanza” si organizzò la festa dedicata alla Madonna del Monte, ancor oggi venerata nella chiesa Soul’s Church, a Barton Street West, non molto distante dalla sede della “Fratellanza” e dalla “Trinacria”, l’altro club frequentato anche da molti siciliani.

Ancora oggi i soci del Circolo Fratellanza vengono qui per socializzare o giocare a bocce – ci dice il presidente Curto – rilanciando anche, anno dopo anno, la celebrazione della festa della Madonna del Monte, che richiama centinaia di persone dalla comunità racalmutese“. Alla manifestazione che si è svolta diversi giorni fa hanno partecipato in molti (come vi mostriamo nella fotogallery in basso). Con lo spirito che nulla del passato debba andar perso, anche quando cambiano stili e modi di vivere.

La “casetta in Canadà” della “Fratellanza Racalmutese” apre le porte al futuro, con lo sguardo al buon tempo antico. E basta fare una piacevole passeggiata da questo luogo mitico per giungere nella piazza della vecchia stazione ferroviaria ed incontrare Leonardo Sciascia, un racalmutese tra tanti racalmutesi che amava la vita dei circoli, veri e propri santuari della chiacchiera, del buon cibo, del gioco e dell’amicizia.

 

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