Stamattina il gruppo Tammurinara “Maria SS. del Monte” ha reso omaggio al giovane “burgisi” Paolo Mattina, che ha preso la bandiera nel 2019. Oggi i Ceri fermi in piazza e domani sera anche la banda tra le vie del paese. Numerose le funzioni religiose al santuario della Madonna
La festa non c’è. E si vede. Eppure il suono armonioso dei tammurinara di Racalmuto stamattina ha restituito, dopo due anni, l’anima dei festeggiamenti della Madonna del Monte che si sarebbe dovuta svolgere proprio in questi giorni.
Non manca il caldo sin dalle prime luci dell’alba, quando il gruppo guidato da Lorenzo Gagliardo inizia il giro del paese col suono dei tamburi. Con un omaggio al giovane “burgisi” che nel 2019 – l’ultima festa prima dell’arrivo del maledetto virus che ha bloccato tutto – ha conquistato la bandiera del Cero in quel sabato infuocato di due anni fa nel cuore della piazza di Regalpetra.
Paolo Mattina, commosso, accoglie i tammurinara, oggi sarebbe stato il giorno dei “Cilii” in questa festa tanto amata e tanto attesa da tutti i Racalmutesi. Oggi sarebbe stato il suo giorno, avrebbe presentato al popolo la sua bandiera con l’effige della Madonna del Monte, regina e patrona. E invece dovrà aspettare ancora, forse il prossimo anno. Non si sa. Ma per un attimo, grazie al rullo forte dei tamburi, Paolo Mattina si è sentito “protagonista” di un momento unico per chi attende questa kermesse da un anno intero.
I Tammurinara comunque ci sono. E girano il paese, passano dal santuario della Madonna, si fermano ai piedi della scalinata infiorata. Ai pochi presenti – tra tutti anche il giovane vice sindaco Angelo Curto, il comandante della Polizia municipale Nicolò Sferrazza – vengono i brividi. Ascoltano, nel silenzio del paese che si sveglia, il rullo simbolo di ogni festa siciliana, di questa festa siciliana.
Non manca, nemmeno in quest’anno monco per la festa, la “cubbaita” per i più grandi e lo zucchero filato per i più piccoli. Non ci saranno i “Cilii” oggi a sfilare. Non ci sarà la presa della bandiera. Come l’anno scorso i tre “Ceri” saranno fermi in piazza Francesco Crispi. Al grande arco di luminarie sono state appese, dai componenti dell’associazione “Cero dei borgesi”, le riproduzioni di tutte le bandiere. Una mostra a cielo aperto di memorie e tradizioni da non perdere, da tramandare. Malgrado il covid, malgrado tutto. S’intitola, questa esposizione, “Fiesta rossa e colorata, urlante grappolo di gioia”, che richiama quella pagina di Leonardo Sciascia dedicata a questa fiesta paragonata dallo scrittore a quella di Pamplona.
Nella stessa piazza, affissi nelle transenne, numerosi pannelli riecheggiano, attraverso scatti di fotografi del luogo, i momenti più belli della festa degli anni passati. Un’idea di Angela Penzillo, assessore al Turismo del Comune, che ha voluto in qualche modo far vedere attraverso queste fotografie cos’è questa festa, cosa è stata fino al 2019.
Non ci sarà la presa della bandiera, non ci saranno domani le prummisioni a cavallo. Al santuario sono celebrate tante messe, come quella di oggi con Don Giuseppe Livatino. E così sarà domani per tutta la giornata, con l’instancabile rettore del santuario Don Luigi Mattina.
La festa, si fa per dire, finisce qui. I tammurinara di Racalmuto, così come la banda cittadina diretta da Francesco Cararra che si esibirà domani a partire dalle 18 in piazza, hanno dato quest’anno il senso di una possibile ripartenza sotto lo sguardo di una donna, di una Madonna che, nella lunga storia del paese, vedrà passare anche questa pandemia.
GUARDA LE FOTO