Prof-donna-madre-moglie-tuttofare, che prima di andare al lavoro deve…
La sveglia suona alle 06:00, ma tu sei già mentalmente vigile e operativa da mezz’ora perché i tuoi gatti, affamati, ti stanno rosicchiando alluci, illici, trillici, ponduli e minoli.
La sveglia suona comunque alle 06:00, perché anche se abiti a soli due chilometri dalla sede di servizio sei comunque una prof-donna-madre-moglie-tuttofare, che prima di andare al lavoro deve: preparare la colazione, stendere i panni, infilare in lavatrice altri panni presi da un cumulo di panni che di notte si sono triplicati, preparare il condimento per il pranzo, svegliare i figli, dar da mangiare ai gatti che con i trillici non si sono saziati, pulire la lettiera dei gatti, tornare a svegliare i figli che non si sono svegliati al primo appello, tirarli giù dai letti, lavarli e vestirli anche se hanno già vent’anni, rifare i letti, pulire i bagni, segnare che è finita la carta igienica, ridipingere le pareti, aggiustare la lavastoviglie, sturare il lavandino, cambiare le lampadine fulminate, cercare le chiavi della macchina, uscire di casa, partire, inveire contro il vecchietto che va a passo d’uomo, fare benzina, inveire contro il Governo per l’aumento della benzina, cercare parcheggio, parcheggiare, cercare la mascherina, entrare a rotta di collo perché intanto è già suonata la prima campanellina, entrare in sala professori, salutare.
La sala professori è una apoteosi di sbadigli e un tripudio di domande.
“Tu le hai fatte le relazioni? E le programmazioni? E i verbali? E il PTOF, il RAV, il PDM, il PEI, il PAI, il PDDI, il PON, il PIN, il PUF, il RONF e il CIUF CIUF?”
Apri il cassetto personale. Prendi il portatile, il libro di italiano, il libro di latino, il libro di storia, il libro di Educazione civica, il libro delle prove Invalsi, i plichi di compiti, i banchi con le rotelle, i colleghi senza rotelle, il caffè, il te, la merendina preferita e ti avvii finalmente in classe.
Sbagli classe.
Cerchi la tua classe.
Finalmente ti siedi in cattedra e puoi rilassarti.
Accendi il portatile, batteria scarica, ricarica, inizializzazione, aggiornamenti, non spegnere il computer, “Buongiorno, preessoré”, apri il registro elettronico, attendere prego, “Buongiorno”, scegli classe, scegli materia, firma l’ora, avviso nuove circolari da leggere, “Buongiorno preessoré, scusi il ritardo, posso entrare?”, chiami l’appello, controlli le assenze non ancora giustificate, “No, non puoi entrare, sei in ritardo di venti minuti”. Spieghi che le assenze vanno giustificate, che vanno giustificate subito, che è proprio un articolo della Costituzione italiana mutuato da un precedente articolo dello Statuto Albertino.
“Preessoré, posso andare in bagno?”.
Apri le circolari, leggi le circolari, rileggi le circolari perché metà classe stava dormendo, segni sul registro elettronico che hai letto le circolari, salvi tutto, esci.
“Va bene, possiamo iniziare”.
“Preessoré, veramente ormai la prima ora è quasi finita, ci possiamo riposare?”
Nella prossima vita farò il banco a rotelle.