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“L’altra faccia del Covid”

L’allarme della Società italiana di chirurgia per la drastica riduzione degli interventi chirurgici

Raimondo Moncada

L’effetto Pac-man non è stato arrestato, anzi si aggrava. Aumentano i contagi da Covid e per trovare nuovo spazio ai contagiati si sacrificano i non contagiati affetti da altre patologie a cui si toglie il reparto di riferimento.

Ne ho parlato qualche settimana fa. Ora interviene la Società italiana di chirurgia che lancia l’allarme per la drastica riduzione degli interventi chirurgici, con porte sempre più chiuse ai pazienti che necessitano di essere operati. Una riduzione in media del 50% con punte dell’80 %.

“Questa purtroppo è l’altra faccia del Covid”, dice il presidente Francesco Basile, manifestando forte preoccupazione per le crescenti e drammatiche difficoltà presenti in tutte le regioni del nostro Paese.

L’allarme è stato ripreso con grande risalto da tutte le più importanti agenzie di stampa e testate giornalistiche.

È necessario, dunque, intervenire con la massima urgenza per assicurare le prestazioni chirurgiche nei giusti tempi a ogni cittadino. Non è concepibile – mi permetto di aggiungere – sacrificare sull’altare Covid i non malati Covid.

A nome di tutti i chirurghi italiani, delle varie realtà, policlinici universitari, ospedali e strutture private, il presidente della Società italiana di chirurgia  chiederà un’interlocuzione al Ministro della Salute per trovare insieme una soluzione che consenta di dare risposta alla richiesta sempre più pressante di interventi chirurgici.

Io propongo l’unione dei pazienti no Covid in attesa e in angoscia di tempi migliori, per chiedere con forza la liberazione (o la non occupazione) dei propri reparti. Non si può attentare alla salute di chi ha bisogno di diagnosi, di terapie, di medicine e di interventi salvavita, ma anche di serenità, di speranza.

 

 

 

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