Ho riflettuto su questo dopo la candidatura del Presidente (della Presidente) Elisabetta Casellati e i nomi di altre donne proposti in Parlamento per il Quirinale
Un presidente donna. Il primo o la prima. Evviva! Una svolta, un evento nella storia della nostra Repubblica, del nostro Stato, delle nostre Istituzioni, che completa l’avvento delle donne ai vertici delle pubbliche amministrazioni (Comuni, Province, Regioni ecc.) e delle imprese.
Ho pensato a questo dopo la candidatura del Presidente (della Presidente) Elisabetta Casellati e i nomi di altre donne proposti in Parlamento per il Quirinale, per ricoprire la massima carica dello Stato e subentrare a Sergio Mattarella e a tutti gli altri predecessori uomini: l’Ambasciatrice (o Ambasciatore) e Direttrice (o Direttore) del Dipartimento delle Informazioni per la Sicurezza Elisabetta Belloni e il Ministro (o la Ministra) della Giustizia Marta Cartabia.
Nell’accogliere con entusiasmo la scelta della competenza, delle capacità, del prestigio, per svolgere un ruolo così importante per il buon funzionamento delle Istituzioni Repubblicane e la vita di tutti noi cittadini e cittadine, mi pongo un problema serio, linguistico, che ancora rimane un problema irrisolto essendo le soluzioni per i nomi delle professioni, dei titoli declinati al femminile, non accettate da tutti, sia esperti linguisti sia inesperti del popolo parlante e scrivente.
Diremo, diranno, “Presidentessa” o come sembra più corretto “Presidente”? E con quale articolo, maschile o femminile? Diremo, diranno, “Il Presidente” o “La Presidente della Repubblica Italiana”?
La seconda opzione funziona e mi suona meglio e sembrerebbe accettata nella Moderna e Adulta Grammatica Italiana, scritta da linguisti e grammatici aperti, sensibili e futuristi.
Più complicato il discorso per il sinonimo di Presidente che è “Capo” dello Stato che si usa quanto il primo. Diremo, diranno, “Il Capo dello Stato” o “La Capa dello Stato”?
Roba di non poco conto. Sono sicuro che se ne parlerà a lungo. Come si discute ancora su Sindaco o Sindaca, Avvocato o Avvocata (Avvocatessa), Segretario (di un partito, di un Comune) o Segretaria, Questore o Questora, Prefetto o Prefetta, soldato o soldata o soldatessa, capitano o capitana, maresciallo o marescialla, maggiore o maggiora, cavaliere o cavaliera, muratore … falegname …
C’è chi considera (anche tra le stesse donne) l’uso del genere grammaticale maschile (Il Presidente, il Sindaco, il Segretario, il Direttore) buono per tutto anche per la carica femminile perché indicante solo la funzione e non il sesso, e chi invece sostiene che la lingua italiana può tranquillamente esprimere con nomi al femminile le nuove professioni e cariche esercitate e ricoperte dalle donne (che fino a qualche decennio fa indossavano la giacca e la cravatta degli uomini) e alla cui declinazione in rosa ci dobbiamo solo fare l’orecchio e superare così l’impressione iniziale della stonatura (ma che dice?) e della presunta scorrettezza (architetta? ingegnera? chirurga?).
E allora, Capo dello Stato o Capa dello Stato?