Fondato a Racalmuto nel 1980

Sutera e quel monte abbracciato dalle case

Itinerari. Il monte sembra una pietra preziosa intarsiata, incastonata nel cuore della Sicilia. Ma che paese ha attorno? Scopriamolo insieme. 

Sutera, Monte San Paolino (Foto Nino Pardi)

Non puoi non vederlo. Il paese si piazza lì davanti ai tuoi occhi, andando da Agrigento a Palermo (o al contrario) in treno, in autobus, in macchina, una volta anche col carretto. E vuole essere visto, lo vedi, lo ammiri in tutta la sua incantevole bellezza, unica al mondo, con un monte abbracciato da case di altre epoche, ancora resistenti al tempo che inesorabile va avanti secolo dopo secolo mettendoti alla prova.

Il monte sembra una pietra preziosa intarsiata, incastonata nel cuore della Sicilia. Ma che paese ha attorno? Mi chiedevo passandoci e ripassandoci fin da bambino sopra tutti i tipi di automezzi tranne che col carretto trainato dai più economici animali. Poi ho scoperto essere il paese dei nonni di un mio amico di Agrigento, Calogero Vitellaro, con il quale ricordo di aver giocato tante partite a calcetto quando le ginocchia reggevano e col quale ho condiviso tanti momenti di spensieratezza scambiandoci, divertiti, aneddoti sulle nostre giovani esistenze.

E Calogero, con orgoglio e affetto, mi parlava dei nonni e del caro piccolo paese con i suoi millecinquecento abitanti e una storia importante così com’è importante la sua posizione geografica. Calogero è un funzionario di banca e, per lavoro, vive da anni lontano dalla Sicilia. Lo contatto con la messaggistica istantanea dopo aver incontrato il suo paese nella lista dei Borghi più belli d’Italia. Gliene parlo e, interessato a far emergere memorie comuni, gli chiedo di ricordarmi un aneddoto legato al suo bel paese che tante volte ha messo al centro dei suoi racconti. Lo tocco nel cuore. A Calogero si apre un mondo e non sa di cosa parlarmi prima, non sa da dove cominciare: “Ti posso raccontare del rocambolesco furto delle reliquie di San Paolino… dei segreti delle grotte del Rabato… dei giardini-orti nascosti o dei dammusi ma anche dei cubuli…possiamo riprendere anche brani della tradizione popolare: le preghiere contro la siccità, le litanie cantate, gli scherzi di un’intera comunità…”

È Sutera il nome del paesello di Calogero. E si trova in provincia di Caltanissetta a 590 metri sul livello del mare. Ma poi sale ancora più su, nella sommità del suo monte, il Monte di San Paolino, dove a 819 metri troviamo l’omonimo santuario e l’ex convento dei Padri Filippini. Da qui abbracci mezza Sicilia, con una visione spettacolare. Sutera non a caso è chiamata “il balcone della Sicilia” perché ti permette di stare come sopra a un terrazzo e godere di un panorama meraviglioso, con una profondità da brividi, che spazia dall’Etna al mare di Agrigento, in un infinito di poesia. E hai i giri di testa. Non sai su cosa concentrarti. Sembri sospeso, in cielo, con ali trasparenti che ti rimandano alla leggenda di Dedalo e alla fondazione della città.

“Lo spettacolo – mi dice poi Calogero – è in cima al Monte San Paolino che sul pizzo più alto vanta un campanile che, visto da fuori, sembra modesto. Ma entrando ti ritrovi davanti a un campanone dall’ineguagliabile diametro. Muovere il battaglio è già una fatica, ma una volta riuscito costringi chi ti sta accanto a tapparsi le orecchie, con il suono che si propaga fino a farsi sentire in tutte le vallate”.

Sutera, il Santuario di San Paolino (Foto Nino Pardi)

Calogero ha solo un rimpianto: non essere riuscito a partecipare come comparsa al film Il Siciliano di Michael Cimino, girato in parte a Sutera e che ha coinvolto l’intera popolazione: “Mi sono proposto proprio quando avevano chiuso il casting”. 

Dopo tanta curiosità accumulata negli anni, sono riuscito finalmente a mettere piede a Sutera da grande, in età matura. L’occasione per volarci è stato un invito a partecipare al suo suggestivo Presepe vivente. A invitarmi un altro amico, Paolino Scibetta, presidente dell’associazione Kamicos, che dal 2001 organizza l’evento coinvolgendo tutti gli abitanti e attirando visitatori da ogni dove.

Sutera Quartiere Rabato (Foto Associazione Kamicos)

A Sutera sono stato di sera, a dicembre, assistendo alle scene animate della Natività e degustando le prelibatezze preparate nelle antiche case del Rabato. Al buio, e accecato dalle luci notturne del presepe, non ho avuto la possibilità di salire a piedi nella vetta della rocca di San Paolino e di perdermi nella visione infinita del paesaggio circostante. Ci sarà un’altra occasione, di giorno, con la luce di Sicilia a colorare di tinte infuocate quadri dipinti da fior di pittori. Il desiderio mi allungherà la vita.

Contatto anche l’amico Paolino, compagno di scuola al Liceo scientifico Leonardo di Agrigento. Gli chiedo di Sutera, del suo legame, dei suoi sentimenti.  

“Mi lega al paese la mia famiglia. Sono di Sutera i miei nonni, i miei genitori. A Sutera ci sono le mie radici. Per me Sutera è un’oasi nel deserto, un paese ricco di storia, di cultura, di calore, di umanità. È il luogo dove ho trascorso la mia infanzia, dove risiedono tutti i mie affetti, dove ritorno spesso; è il luogo che consiglio per trascorrere con serenità le giornate di vacanza respirando aria buona a contatto con amicizie sincere. Mi lega a Sutera anche il Presepe vivente”.

Presepe Sutera (Foto Associazione Kamicos)

Sutera merita più di una visita, per gli aneddoti, per il panorama mozzafiato, per il Presepe vivente, per la sua gente, per tanto e tanto altro. Il Touring Club Italiano – scopro sfogliando la Guida Verde d’Italia – lo ha insignito della Bandiera arancione, “marchio di qualità ideato per valorizzare le località dell’entroterra segnalando la qualità della loro offerta turistica”.

Così nel 2022 il programma televisivo Kilimamgiaro presentava Sutera, candidato per il titolo di borgo dei borghi: “Si tratta di un borgo medievale composto da tre quartieri: Rabato, Rabatello e Giardiniello. Dista dal mare una quarantina di chilometri e si trova sul percorso della Via Francigena. Sebbene il centro storico testimoni con la sua pianta la struttura tipica dei borghi medievali, l’origine di Sutera è molto antica. Il quartiere Ràbato avrebbe, infatti, origini arabe e risalirebbe all’860 d.C.”

Decisamente un paese del quale da siciliani dobbiamo andare fieri. Un paese da proteggere e da promuovere per la sua indiscutibile bellezza.

https://raimondomoncada.it/

 

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