Fondato a Racalmuto nel 1980

Il mio tentativo di imporre universalmente il siciliano è fallito

Ha vinto l’inglese.

Raimondo Moncada

Eurovision Song Contest 2022 è tutto Made in Italy, ma abbiamo tre presentatori sul palco che sono italiani (due di nascita e uno di adozione) e tutti presentano non esprimendosi nel loro italiano.

Perché? Mi chiedo. Perché Laura Pausini, Alessandro Cattelan e Mika, dall’Italia, da Torino, non parlano in italiano e poi ogni nazione europea se li traduce nel proprio idioma come vuole, con propri commentatori madrelingua?

Perché i tre presentatori italiani parlano tutti in inglese e altri tre presentatori fuori campo – Cristiano Malgioglio, Carolina Di Domenico e Gabriele Corsi – devono tradurre i tre presentatori di palco?

Ha vinto l’Inghilterra. Ha vinto la Brexit, ha vinto chi ha scelto di lasciarci per sempre. Da domani non parlerò più il mio italiano e neanche la mia matre lingua siciliana. Meglio esprimersi in inglese, eletta ufficialmente come lingua ufficiale dell’Europa Unita senza l’Inghilterra, la patria della lingua del festival della canzone europea anche se il logo logo che marchia lo schermo televisivo di Rai Uno mi rimanda le immagini provenienti dall’Italia, da Torino, dal Mediterraneo: “Eurovision, song contest Turin 2022”.

Il mio tentativo di imporre universalmente il siciliano purtroppo è miseramente fallito. Avrei dovuto, prima degli inglesi, imporre la Sicilexit. La storia sarebbe cambiata a favore della mia cara isola e della sua lingua frutto della magica combinazione delle lingue delle più grandi civiltà europee.

Comunque, questa sera, ultimo appuntamento con il festival. Da non perdere, perché  lo spettacolo che propone è davvero accattivante.

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