Fondato a Racalmuto nel 1980

Mimmo e Venerando, mi piace ricordarli così

Seri e con un sorriso. Come se fossero ancora tra di noi

Mimmo Butera e Venerando Bellomo. Foto di Angelo Pitrone 

Egidio, il nostro direttore, stamattina mi ha chiamato. Mi ha inviato due foto che ritraggono due cari amici che non sono più tra noi: Mimmo e Venerando. Mimmo Butera e Venerando Bellomo. E mi ha chiesto di scriverne e di ricordarli. Egidio sa bene che, per quanto ormai alla soglia dei sessant’anni mi commuovo e mi emoziono, e non so dire di no.

E mi commuovo e mi emoziono quando penso a Mimmo e Venerando. Amici di una vita. Le foto sono state scattate qualche anno fa a Rocca Sabetta, la contrada di Racalmuto dove Gaetano Savatteri tiene una bella villa di campagna.

Quella sera, insieme con Ignazio Marchese, recitavamo un testo scritto da Gaetano su Sciascia, un’intervista impossibile al maestro di Regalpetra che, dopo tanti lustri dalla sua morte, si interrogava sul nostro presente.

Nella prima foto entrambi guardano il fotografo, il caro Angelo Pitrone, seri come sono sempre stati nella loro vita, fatta di doveri e responsabilità. Nella seconda si sciolgono in un sorriso. Chissà di cosa stavano parlando.

Una serata che come tante abbiamo passato insieme. Con Mimmo sono certo di aver passato i migliori anni della mia vita, dai 13 ai 18 anni, insieme al Liceo Empedocle di Agrigento. Ogni mattina, alle 6,50, il posto conservato per lui sulla littorina. Il cazzeggio, i libri letti e da leggere, gli scioperi da organizzare. E negli anni a venire, dopo la sua parentesi a Pavia per l’Università, è sempre stato un esempio per me per la sua determinazione di fronte alle avversità.

Di fronte alle sue avversità di salute  – che l’hanno seguito per tutta la sua vita, troppo breve, chissà perché – ogni tanto pensavo alle mie traversie e mi rendevo conto che i miei problemi erano poca cosa. Mimmo ha avuto una forza e una determinazione straordinaria. Ed un amore ed un affetto nei confronti di Antonella e Chiara infinito.

Con Venerando ci siamo conosciuti nelle aule di Tribunale. Ci ho messo un po’  di tempo a comprendere che potevamo essere buoni amici. Colpa mia. Ho messo del tempo a capire che avevamo le stesse passioni, le stesse radici, lo stesso modo di intendere la nostra vita, con leggerezza, ironia, disincanto.

Mimmo Butera e Venerando Bellomo. Foto di Angelo Pitrone

Mi piace ricordarli così, Mimmo e Venerando, come in queste foto. Seri e con un sorriso. Come se fossero ancora tra di noi.

Mi piacerebbe fare un sogno. Come Borges. In cui io Mimmo e Venerando, da qualche parte, tra Grotte e Racalmuto, o forse tra Racalmare e Regalpetra, continuiamo a conversare, continuiamo a suggerirci libri da leggere, storie da raccontare, persone da incontrare, donne da amare.

Mi mancate. Tanto

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