Fondato a Racalmuto nel 1980

Cento ore, ad occhio e croce, potrebbero bastarmi

Buon San Valentino a tutti

Valeria Iannuzzo

Ed ecco che ci risiamo. È tempo di San Valentino. Tempo di amore, abbracci, baci, romanticherie. Tutto parla d’amore. Radio, televisione, web. Persino il fruttivendolo all’angolo ha messo in bella mostra un fascio di carciofi con su scritto “Buon San Valentino”. L’amore fa capolino ad ogni angolo e noi inguaribili romantici contiamo i minuti che ci separano dall’evento. E sì, perché l’amore non tramonta mai. È come un braccialetto Tiffany o un completo Chanel: è sempre attuale.

L’amore non ha età, tempo, confini geografici. Quando arriva arriva. E non ci puoi far nulla, non lo puoi fermare. L’amore è in quel bambino che stringe tra le mani un bigliettino, scritto di suo pugno per la compagna di banco. L’amore è nello sguardo di quell’uomo, ormai vecchio e stanco, che continua ad accarezzare la foto della sua amata che non c’è più. L’amore è in ogni coppia che si sostiene, tra alti e bassi, tra gioie e delusioni, tra riso e pianto.

L’amore è amore e ha il sapore dolce del cioccolato. E chi non impazzisce per il cioccolato? Quintali e quintali di cioccolato suggellano l’amore in questo freddo 14 febbraio. Ecco, ad essere più precisi San Valentino è proprio un giorno ipercalorico. Diciamocelo con sincerità.

Comunque, cioccolatini a parte e indubbio che noi donne una sorpresa in questo giorno ce l’aspettiamo.  Noi donne adoriamo l’effetto sorpresa. Peccato però che a volte i nostri uomini con le sorprese non ci vanno tanto d’accordo. Gli uomini per queste cose è come se fossero sempre fuori tempo.

Del resto dopo tanti San Valentino il rischio sta proprio nel tutto già visto tutto già fatto. E per quante idee possa farti venire, trovare quella giusta riesce sempre più difficile. Se, dunque, come me non volete rischiare di rimanerci deluse; se non siete interessati a gioielli più o meno costosi, come pandore o pandorine; se non gradite scatole di cioccolatini, comprate al discount sotto casa di marca e provenienza imprecisata, magari all’ultimo momento; se non avete il pollice verde, ma rosso e con piante e fiori siete sciarriati; se siete perennemente a dieta e di interrompere il vostro regime alimentare non ne volete sapere; allora vi consiglio un regalo veramente singolare: 100 0re per San Valentino.

Sono certa che non si tratti di un’idea universalmente condivisibile, perché in tanti non riescono a rinunciare, almeno per un giorno all’anno, alle romanticherie di Cupido, ma è vero anche che per altri tutto quello stress di doversi mettere in tiro per una cena a lume di candela in un freddo martedì di febbraio diventa veramente troppo. E quando dico troppo è veramente troppo. Perché dopo una giornata di lavoro ritagliarti uno spazio per andare dal parrucchiere, nel tentativo di recuperare il recuperabile, risolvere il problema del “cosa mi metto” e soprattutto del dove piazzo i bambini è veramente troppo. Il rischio, anzi la certezza, è che al ristorante su quella tavola tiepidamente illuminata dalla luce di una candela il vostro volto crolli sul piatto tanta la stanchezza che vi portate addosso. E non parliamo poi del freddo. Impensabile strizzarvi in quell’abito monospalla due taglie più piccolo nel tentativo di regalare alla vostra siluette una parvenza di sex appeal. No, non ci pensate neppure, perché dovreste abbinarci quelle scomodissime decolette tacco 20 senza indossare le calze. Improponibile anche questo visto che da mesi l’estetista ha perso ogni vostra traccia. A questo punto non rimangono grandi alternative, se non un weekend romantico posticipato, tempo e conto corrente permettendo, oppure richiedere 100 Ore San Valentino.

Io non sono un tipo venale. A mio marito non ho mai chiesto nulla, credetemi. Proprio nulla. Ma quest’anno mi sono fatta coraggio e da donna emancipata e sicura di sé gli ho detto: “Tesoro, quest’anno non programmare nulla per San Valentino. È di martedì. Io sarò impegnata tutto il giorno a scuola, rientrerò stanca e onestamente non mi va di stressarmi con cene e romanticherie di rito. Per quest’anno desidero ricevere il 100 Ore per San Valentino.”

Inutile dirvi con quanto stupore mi abbia guardata, mentre io anticipando ogni sua eventuale richiesta di chiarimenti ho continuato dicendo: Si tratta di un buono virtuale di circa 100 ore, tutte da dedicare a me stessa, magari da distribuire nell’arco di un anno sino al 14 febbraio prossimo. Cento ore in cui non pensare: devo scaricare la lavastoviglie, caricare la lavatrice, stirare i panni, fare la lista della spesa, pulire il forno, lavare le tende, aspirare i tappeti, preparare il pranzo, lavare i pavimenti, pagare il bollo della macchina, lucidare le scarpe, spazzolare il cane, ritirare la biancheria e tutti gli altri mille pensieri che mi affollano la testa e che non mi permettono di mettere in stand by il cervello. Mi piacerebbe non alzarmi almeno tre o quattro volte la sera dopo essermi messa a letto per controllare se ho avviato l’asciugatrice, chiuso le imposte, spento le luci, chiuso il gas, attivato l’allarme. Mi piacerebbe avere un po’ di tempo per leggere un libro, vedere un film, andare al bar con le amiche a farmi un caffè.

Cento ore, ad occhio e croce, potrebbero bastarmi. Lo so che la mia richiesta è inconsueta, ma credetemi non desidero proprio altro. Immaginate quanto sarebbe bello rientrare a casa, togliersi le scarpe e lasciarsi cadere sul divano. Stanche, esauste, afferrare il telecomando e iniziare a fare zapping, mentre un odorino invitante arriva dalla cucina e il vostro amore vi dice: “Tesoro è pronto. Dai, vieni a tavola.”

Cento ore, cento ore sarebbero proprio il massimo. Magari da utilizzare a giorni alterni, o nel fine settimana. Concentrate o dilazionate per me farebbero comunque la differenza. A questo punto, penso che sarete tutti curiosi di sapere cosa mi ha risposto mio marito. Certo, una risposta me l’ha data. Ma io non ve lo dirò mai.

Buon San Valentino a tutti.

Condividi articolo:

spot_img

Block title

La lunga pedalata delle donne

Anche per potere pedalare una bicicletta le donne hanno dovuto lottare

Al via la rassegna “Riflessi Culturali”

Primo appuntamento questa sera con il musical “Aladin”, di Stefano D’Orazio

Sulle orme degli sbirri di Sciascia

INTERVISTA a Giuseppe Governale. Il Generale Scrittore ha letto e riletto lo scrittore di Racalmuto e ora, in pensione, ha scritto un libro sugli investigatori sciasciani.

“Violenza di Genere: Normativa, Riflessioni, Esperienze, Prospettive”

Racalmuto, incontro alla Fondazione Sciascia per approfondire il fenomeno della violenza di genere da molteplici prospettive: giuridica, sociale e culturale