Perché in passato – quando ci ho creduto – l’aeroporto di Agrigento non si è fatto?
Sta montando piano piano, ma di nuovo, perché è ciclico, il movimento di opinione per avere l’aeroporto ad Agrigento (o nelle sue immediate vicinanze).
Bello, bellissimo. Chi non lo vorrebbe? Chi non vorrebbe uscire di casa e trovare il portellone dell’aereo aperto. Io per primo vorrei la pista degli aerei a pochi passi da casa, io costretto per necessità a raggiungere le piste di Palermo o Trapani e ad aggiungere un’ora e mezza di macchina all’ora di volo (non considerando la preghiera agli amici di accompagnarmi e di venirmi a prendere o a lasciare la macchina al parcheggio a pagamento con il pensiero dell’imprevisto e di ritardare il ritorno).
Ogni volta che si riparla di aeroporto ad Agrigento risuona in me qualcosa di già vissuto, più volte, di entusiasmi volati in alto e poi crollati. E non è rassegnazione.
Mi chiedo in automatico con i pensieri che spuntano da soli come degli UFO:
Perché in passato – quando ci ho creduto – l’aeroporto di Agrigento non si è fatto?
E perché non si è riusciti a farlo? Per mancanza di spinta? Di motori? Di ali? Di piste? Di soldi? Di persone? Di entusiasmo?
E non mi fermo. La mia testa va oltre, con altre domande che mi hanno pure stancato:
Perché siamo l’unica provincia in Sicilia a non essere riusciti ad avere un tratto autostradale?
Ben venga l’aeroporto, ma in questo momento non sento più diesel nel motore per riappassionarmi in questa fase di nuovo rullaggio. Mi appassiono però a chi si appassiona, a chi riesce a sognare e a realizzare i sogni. E queste persone esistono.
Agrigento Capitale della Cultura 2025 riuscirà a fare il miracolo in nome di Luigi Pirandello? Si riuscirà a costruire un lesto ponte tra i Vecchi e i Giovani?
P.S. A rifletterci sopra, anche il titolo di Agrigento Capitale della Cultura sembrava qualcosa di impossibile e intanto il traguardo è stato raggiunto. Spazio ai giovani, allora, io sono ormai troppo vecchio.