Così il Presidente dell’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri di Agrigento Santo Pitruzzella sulle criticità che devono quotidianamente affrontare i camici bianchi
L’uccisione di Barbara Capovani, psichiatra all’ospedale Santa Chiara di Pisa, e alcuni mesi fa quella del cardiologo Gaetano Alaimo a Favara, unitamente ad altri episodi di violenza sui sanitari che periodicamente avvengono, impongono una attenta riflessione sulle criticità che quotidianamente devono affrontare i camici bianchi. Criticità che ieri sono stati al centro dell’incontro che si è svolto nella sede dell’ Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri di Agrigento
“Il nostro obiettivo – dice Santo Pitruzzella, presidente dell’Ordine di Agrigento – è di sensibilizzare tutti sul tema della violenza sui sanitari. Vogliamo subito soluzioni. Ora. Perché non è più possibile rinviare. L’omicidio del cardiologo Gaetano Alaimo nei mesi scorsi e adesso della dottoressa Barbara Capovani, dimostrano come sia grave il problema. Medici che hanno il solo torto di essere fedeli ai valori espressi dal codice deontologico. Colleghi, che lavorano notte e giorno per la salute dei cittadini. Adesso, tutti insieme, dobbiamo fare rete. Mi riferisco alla prefettura, alla classe politica, alle forze di polizia, all’assessorato della Salute, all’Asp… perché è assolutamente necessario individuare le opportune soluzioni. Credo che il punto di partenza siano la valorizzazione della persona, il rapporto medico paziente. Occorre intervenire sulle lungaggini burocratiche che tolgono ai medici tempo da dedicare alla comunicazione con il paziente e bisogna anche puntare sulla digitalizzazione sanitaria, sulla prevenzione, … affinché si possa dire basta alla violenza, verbale e fisica, che talvolta sfocia in omicidio. Come quelli cui abbiamo assistito”.
“Non possiamo restare indifferenti – sottolinea Luigi Burruano, presidente della Commissione odontoiatri – Occorre che la parte sana della società sia solidale con i medici e il personale sanitario per alimentare la fiducia in un rapporto di cura. Per questo ritengo sia essenziale lanciare un messaggio ai cittadini, ai pazienti, alla comunità: c’è un patto terapeutico che vede il medico prendersi cura della salute del paziente. Il medico presta la sua vita professionale per dare la migliore qualità di vita e salute del paziente ed è assolutamente inspiegabile come si possa perdere l’autocontrollo arrivando perfino a compiere atti efferati. Segno di una società sofferente che vede nel libero arbitrio l’esercizio della violenza gratuita”.
“Grazie al presidente Pitruzzella – afferma Leonardo Giordano, direttore del dipartimento di Salute mentale – che con questa iniziativa ci ha dato la possibilità di attestare la nostra solidarietà alla memoria della collega brutalmente trucidata all’ospedale di Pisa. La Psichiatria sta vivendo un momento di grande difficoltà dovuta alla carenza di organico e a nuovi mandati ai quali è chiamata ad adempiere non solo in merito alla cura, ma anche con delega, talvolta, dell’autorità giudiziaria in merito all’applicazione di misure di sicurezza per pazienti con pericolosità sociale psichiatrica, ospitati in strutture o in libertà vigilata”.
“Nella nostra realtà – spiega Alessandro Svettini, direttore del modulo dipartimentale Ag1 dell’Asp di Agrigento – è una grossa criticità lo stigma nei confronti della malattia mentale. Quando si parla di psichiatria le persone si vergognano e tendono a non riconoscere il problema. Ecco perché abbiamo il compito di promuovere l’immagine diversa della psichiatria e dei servizi psichiatrici. Rendere la psichiatria accessibile, affidabile, raggiungibile, questo è il nostro obiettivo. È anche importante che gli psichiatri siano consapevoli di come la Psichiatria sia una specialità medica e scientifica importante quanto le altre branche”.
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