Ieri sera, al “Foscolo”, teatro e riflessioni di docenti e studenti sulla Sicilia e la cultura greca
Un grande successo ieri la Notte nazionale del liceo classico “Ugo Foscolo” di Canicattì. La serata, aperta con la lettura del messaggio del professor Schembra, ideatore di questo appuntamento che vede impegnati in rete tutti i licei classici da nord a sud, ha visto gli studenti alternarsi in momenti di lettura di brani classici, riflessioni sulla cultura della Magna Grecia, anche attraverso la gastronomia, presentazioni di video sull’influsso della lingua greca sul dialetto, riflessioni sulla guerra alla luce della saggezza classica.
Ospite d’onore della serata, Salvatore Nocera Bracco, medicartista che ha dedicato la sua ricerca artistico-esistenziale al tema dell’identità della nostra terra. Quest’anno, infatti, il tema, scelto per questa serata dedicata al liceo classico, è stata la Sicilia.
La kermesse è culminata con il saggio teatrale “Si cunta e s’arricunta” per la regia della docente Carla Carafa, che è riuscita a coinvolgere e trasferire a tutti gli alunni ed alunne l’amore per il teatro: “Sostengo tutti coloro che con spirito amatoriale raccontano in maniera schietta e genuina i testi che rievocano la vita dei nostri avi; un teatro popolare e dialettale che incontra il favore del grande pubblico, non solo per la comicità tipica di questi, ma anche e soprattutto per quello che di più vero e di più autentico dipingono della nostra terra”.
La regista, sostenuta dalla dirigente scolastica Rossana Virciglio, ha avuto come obiettivo di far si che gli studenti, protagonisti del racconto, potessero riacquisire il dialetto, e anche la pienezza dimenticata di quei valori culturali che rendono giustizia ai nostri avi, per la loro vita sofferta in una terra ricca di tradizioni e contraddizioni.
La seconda parte del saggio, invece, è stata dedicata ad un argomento prettamente letterario: il Ciclope, famoso dramma satiresco di Euripide, tradotto in dialetto, “U Ciclopu” a cura di Carla Carafa e Riccardo La Vecchia e dello studente Enrico Lo Bue. Il tutto, davanti ad una coloratissima e plastica scenografia, curata dalla docente Ilenia Marchese Ragona.