La prefazione di Matteo Collura al libro di Angelo Pitrone Agrigento Intima, edito da Medinova
Non c’è una volta che io mi trovi in Sicilia, e specialmente nel territorio agrigentino, per partecipare a qualche manifestazione culturale, in cui non mi capiti d’incontrare Angelo Pitrone, macchina fotografica appesa al collo. Lui c’è sempre quando si presenta un libro, si rappresenta uno spettacolo, nei convegni, nelle inaugurazioni delle mostre, nelle conferenze, nelle processioni. Per questo possiede un archivio fotografico sterminato, nel quale lui stesso, a volte, stenta a orientarsi. E quanti personaggi e personalità e persone in quel suo labirintico casellario.
C’è sempre, Angelo, con quel suo sguardo indagatore, con quel suo muoversi a scatti nervosi nonostante la mole. C’è sempre, Angelo, per questo quando meno te lo aspetti tira fuori immagini che sembrano provenire da un passato immemore.
Faccio un esempio: di recente ha reso pubblica una foto che ritrae Leonardo Sciascia mentre sta bevendo un caffè in mia compagnia. Dove ha fatto quello scatto non mi è stato possibile ricostruire, io una quarantina di anni in meno. Lui c’era in quell’occasione, e ora posso disporre di quella foto.
C’è sempre, Angelo. E trova sempre il modo di ritrarre certi angoli di Agrigento (per restringere il discorso alla nostra città) che mai avresti immaginato esistessero ancora o che esistessero, semplicemente. La sua attenzione per la pietra agrigentina, per il tufo, che non mi stanco mai di descrivere, di ricordare, di sognare, mi emoziona. Sa fare parlare l’arenaria agrigentina, Angelo Pitrone, non a caso è amico di Gianni Provenzano, il pittore che più di ogni altro ha la pietra agrigentina come modello preferito. E visto che ho toccato il tasto della pittura, aggiungo che Angelo, nel fotografare, usa volentieri anche il colore, contrariamente a quanto accade ad altri fotografi.
E credo lo faccia perché sente di essere anche un po’ pittore. C’è sempre, Angelo, a dimostrare quanto la fotografia sia non soltanto documento, ma una forma di espressione artistica tra le più efficaci e godibili.
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Angelo Pitrone si occupa di fotografia di paesaggio e di riproduzione di opere d’arte. Ha pubblicato tra l’altro: Palermo Bandita(1997), L’isola del mito(2000), Solarium(2001), Linea di terra(2005), Anche il ritratto di artisti è un altro aspetto della sua ricerca. Tra i volumi pubblicati: Viaggio nella Sicilia di Pirandello(1984), Pirandello e i luoghi del Caos(1998).
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Da Se è cosi di Giovanni Pepi