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Prima pagina per Lina

Grotte, va in pensione Lina Zucchetto, “mitica” Maestra della Scuola “Leonardo Sciascia”

La Maestra Lina Zucchetto

Si sapeva da almeno un paio d’anni che Lina Zucchetto doveva andare in pensione. La voce era fondata. Il motivo per cui se ne parlava tanto, a mio giudizio, non poteva essere che qualcuno – per dirla alla Montalbano – se la voleva levare dai “cabbasisi”, ma semmai che a molti questo fatto della pensione dispiaceva assai.

A volerci ragionare un po’ quello di Lina Zucchetto è stato ed è uno di quei casi in cui la legge applicata al caso specifico proprio non ci azzecca. E sì, perché Lina, al contrario di tanti altri colleghi, che come i carcerati contano gli anni, i mesi e i giorni per andare in pensione, a scuola ci voleva e ci poteva rimanere.

Ma la legge è legge, e se lo Stato decide i cittadini devono abbassare la testa e andare avanti. E così sia.

Ad ogni modo, chi la conosce bene sa perfettamente che lei in pensione non ci voleva andare, che ben volentieri avrebbe trascorso qualche altro anno allo “Sciascia”, magari per concludere il ciclo iniziato. Perché Lina Zucchetto la forza, la voglia, la gioia di venire a scuola non solo ce l’ha, ma la fa anche venire.

Un concentrato di peperoncino, una Duracel ricaricabile, una macchina da guerra, una tipa inarrestabile è la Zucchetto. Con lei ho condiviso almeno cinque cicli e l’unica cosa che in queste nozze d’argento ho visto cambiare sono solo i suoi capelli. Scelta ragionata quest’ultima, agevolata dalla reclusione della pandemia che le ha negato per un paio di mesi la tinta, costringendola a scoprire che anche con i capelli bianchi la sostanza non cambiava: Linazucchetto era e Linazucchetto rimaneva.

Non credo di avere mai incontrato una donna tanto concreta, pratica, diretta ed efficiente. Come potesse così tutto d’un colpo dire: “Maria, mu scurdavu!”, e in men che non si dica prendere un foglio, fare conti, raccogliere adesioni ed inviarlo in presidenza, ancora io non l’ho capito e non lo capirò mai.

Se da qualche parte, qualcuno volesse un esempio pratico, vivente, del concetto di “multitasking”, io gliela farei conoscere.

Nessuno meglio di lei avrebbe la capacità di gestire la classe, fare un quadro per le sostituzioni, parlare al telefono per motivi scolastici, e magari, nel frattempo, controllare il traffico nei corridoi, allacciare le scarpe a qualche alunno e lasciare i compiti per casa. Come faccia è un mistero.

Lei dice che tutto questo sia frutto della sua lunga esperienza, e in parte potrebbe anche essere vero, ma in realtà l’esperienza non basta, bisogna possedere ben altro. E di doti vi assicuro che questa donna ne nasconde veramente parecchie.

Intanto, sebbene dica che non ami parlare in pubblico, basta che prenda la parola per captare con quella sua voce amplificata l’attenzione di tutti. Neanche del microfono ha bisogno, quando parla la sua voce si sente anche controvento. E poi, voce a parte, le cose che dice sono sì poche, ma sempre ben pensate, ragionate, sagge, di una saggezza che deriva da un animo buono, sempre pronto a mediare, a mettere la pace.

Unica femmina di tre figli, Lina ha dovuto sviluppare presto le sue capacità di ascolto e comprensione, accostandosi ai bisogni e ai problemi altrui con atteggiamento positivo. “Tranquilla”,  è ciò che ci siamo sempre sentite ripetere quando abbiamo esternato le nostre preoccupazioni, le nostre ansie, le nostre difficoltà personali e professionali.

Per noi del Plesso “Sciascia”, sia ben chiaro, Lina non è solo la responsabile di plesso, è soprattutto una collega, un’amica, una madre, la persona a cui rivolgersi quando c’è da risolvere un problema.

Ed eccola nelle vesti di “Manny Tuttofare”: di qualsiasi cosa tu abbia bisogno basta che chiedi a lei: un permesso, un foglio di cartoncino, una funzione del registro elettronico, una porta bloccata, una sedia sfasciata, un bambino che sta male. Lina aggiusta tutto, ha sempre una soluzione a portata di mano.

C’è poi la versione “Matri Superiura”, come la definisce la collega Patrizia Zagarella, quella con le chiavi di qualunque serratura, nonché quelle del plesso, affidatele personalmente dal DSGA, per fronteggiare eventuali emergenze. E di emergenze in una scuola ce ne possono essere tante, non ultima quella che i due collaboratori scolastici possano ammalarsi contemporaneamente e studenti e docenti rischino di rimanere dietro ai cancelli. E allora, ancora una volta, la Super Linazucchetto è pronta con le sue chiavi ad aprire le porte a tutti.

Una volta in classe però la sua porta rimane sempre aperta, pronta ad accogliere colleghi e studenti in ogni momento della giornata.

Nei lunghi anni trascorsi al Plesso Sciascia – la nostra grande famiglia –  Lina ha sempre sostenuto, incoraggiato e promosso progetti, manifestazioni ed eventi, mettendosi in moto per far funzionare al meglio la macchina organizzativa. Se lei non era la mente era il braccio, quello che si occupava di tutta la parte organizzativa, a partire dal servizio scuolabus fino ad arrivare alla condivisione di una merenda dei bambini.

Mai nessuna attività è stata organizzata ad esclusivo interesse di una classe, quando c’era qualcosa da fare, qualcosa di veramente importante, tutto il plesso doveva essere coinvolto. Ed è proprio per questo che i genitori di tutte le classi dello Sciascia hanno visto in lei un punto di riferimento: “Chiediamo a Linazucchetto”.

La Maestra Lina Zucchetto

L’accoglienza e la cortesia sono e rimarranno sempre il suo punto forte, manco fosse la titolare di un albergo a cinque stelle. Chi arriva al Plesso Sciascia nell’essere accolto solitamente si sente dire: “Gradisce un caffè?”. E di caffè Lina ne ha preparati veramente molti. Non era raro che nei suoi anni di servizio allo Sciascia Egidio Terrana le chiedesse: “Linù mi prepari un caffè?”. E Lina sempre generosa e disponibile glielo preparava.

Ecco, la Zucchetto ha sempre gestito la scuola con il buon senso di una madre di famiglia. Disponibile, accogliente, accomodante, ma mai superficiale, anzi sempre esigente, innanzitutto con se stessa e poi con gli altri. Questo suo essere e saper essere l’ha sempre portata a mettersi in gioco, in punta di piedi, ma con la determinazione di una donna che sa che solo l’impegno e il sacrificio aiutano a raggiungere qualunque obiettivo.

Telefono al collo, reperibile h 24, neanche i medici al Pronto Soccorso, feriali e festivi inclusi, per ogni emergenza Lina risponde, a qualunque ora, a chiunque, mentre Biagio, suo marito, accetta con rassegnazione, magari pensando tra sé e sé: “Prima o poi dovrà finire.”

Della Zucchetto maestra si potrebbero dire tante cose, ma penso sia perfettamente inutile farlo. A parlare di un buon insegnante sono sempre i fatti e non le parole. E i fatti della Zucchetto sono in giro per il mondo già laureati, padri e madri di famiglia, professionisti affermati, uomini e donne umanamente formati.

Ho iniziato quest’anno scolastico con la malinconia di chi sa che presto dovrà separarsi da una grande collega. Ecco il momento è arrivato. Il pilastro dello “Sciascia” va in pensione. In molti si arrovellano il cervello pensando a chi potrà sostituirla. Si fanno nomi, congetture, ipotesi. Io no, non faccio nulla. So perfettamente che Linazucchetto non potrà essere sostituita. Dal suo esempio abbiamo appreso parecchie cose. Allo Sciascia dal prossimo anno mancherà il pilastro portante, ma da brava maestra in tanti anni di lavoro e di impegno Lina ha forgiato tante nuove travi pronte a reggere una scuola che ha dovuto affermarsi in un territorio che voleva al Plesso Sciascia studenti di serie B. Non è stato facile sradicare questo pregiudizio, ma se ci siamo riusciti il merito è anche suo.

Lina Zucchetto con le colleghe della Scuola “Sciascia”

Non a caso le annate in cui Lina prendeva la prima sono sempre state annate buone: gli iscritti allo Sciascia si moltiplicavano. Per molti genitori sapere che ad iniziare un nuovo ciclo c’era lei era una garanzia le cui condizioni sono state puntualmente rispettate.

Si dice che quando un’insegnante va in pensione un capitolo di un libro di storia viene scritto. Ebbene, Lina nella sua lunga carriera ha fatto di più, ha cambiato la storia, dimostrando che una donna col suo impegno e la sua passione può reggere e amministrare una comunità scolastica garantendo il benessere di tutti i suoi studenti e docenti.

Un dato è certo, con la fine di quest’anno scolastico un pezzo di cuore lascia lo Sciascia.

Buona pensione cara Lina, le porte della nostra scuola sono e saranno sempre aperte per te. Ti aspettiamo, magari per offrirti un buon caffè.

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