Lei è Alessandra Sardo, giovane biologa racalmutese, incessantemente impegnata nella lotta al randagismo, nella lotta all’abbandono degli animali e nella diffusione della cultura delle sterilizzazioni.
Non è raro vederla sgattaiolare alle prime luci dell’alba, sempre di corsa, ma con passo felpato e deciso, nel rispetto del religioso silenzio che accompagna l’inizio di ogni nuovo giorno. L’occhio attento della gente la può seguire mentre attraversa le vie principali del paese e le sue periferie alla guida di un’utilitaria carica di ogni bene di prima necessità: acqua, cibo, medicinali. Il suo è un itinerario programmato, perché i tempi sono stretti, anche se non è raro che nel paese della ragione possano presentarsi degli imprevisti e i tempi si dilatino.
Arriva, versa acqua e cibo nelle ciotole, medica ferite, somministra farmaci, regala coccole e carezze e riparte per raggiungere un altro pelosetto. Il suo giro si conclude intorno alle 7:00, ora in cui rientra di corsa a casa, si regala una doccia e corre – ancora una volta corre – a lavoro. Conclusa la sua lunga giornata lavorativa rientra a casa, non prima di aver effettuato qualche sosta lungo la statale che dalla zona industriale di Agrigento la porta a Racalmuto, dove non è raro che vi sia qualche cane abbandonato o incidentato a cui non può far a meno di dare aiuto. Perché per lei vedere un cane sul ciglio della strada e far finta di niente sarebbe impossibile, una violenza insopportabile, che la costringerebbe a fermarsi e prestare soccorso. Non importa se è in ritardo ad un appuntamento, non importa se la rete di accoglienza è già al collasso, lei comunque si ferma e cerca di salvare quella vita. Rientrata a casa indossa i suoi abiti più comodi e di nuovo riparte per raggiungere i cani che non accudisce la mattina o che necessitano di cure più volte al giorno.
E così sino ad ora di cena quando esausta fa ritorno a casa. Non sempre tuttavia i suoi sonni sono tranquilli, capita a volte che venga svegliata nel cuore della notte per un’emergenza: un incidente, un avvelenamento, un malore improvviso. E anche in queste situazioni eccola partire, sempre di corsa, nel tentativo di rispondere ad un problema che non sempre ha il lieto fine. Un problema che non dovrebbe essere un suo problema in una società democratica e civile in cui gli organi preposti dovrebbero garantire il benessere e la salute degli animali e controllare e debellare il randagismo.
Lei è Alessandra Sardo, giovane biologa racalmutese, incessantemente impegnata nella lotta al randagismo, nella lotta all’abbandono degli animali e nella diffusione della cultura delle sterilizzazioni. Definirla un’animalista sarebbe riduttivo perché il suo amore per i cani va oltre ogni definizione, schema, ideale. Per comprendere quanto amore abbia dentro questa donna basta vedere con quanta passione si prende cura degli animali: i suoi abbracci sono infiniti; i suoi occhi si perdono negli occhi dei suoi piccoli amici; le sue carezze superano resistenza e diffidenza.
Alessandra è l’esempio vivente dell’altruismo, dell’amore incondizionato, della passione viscerale per gli esseri in difficoltà. La sua opera, silenziosa e discreta, ha permesso negli anni di salvare decine e decine di cani, che a Racalmuto, così come avviene in molti comuni di quest’isola, non avrebbero mai avuto un futuro. Tutto questo è stato ed è possibile grazie ad una rete che opera a livello locale e nazionale, che permette che quanti più cani possibili vengano adottati. I cuccioli, per esempio, una volta svezzati, vaccinati e cippati vengono messi in una rete d’adozione che in tempi più o meno brevi gli consente di passare dalla strada alla famiglia. E anche questo lavoro di rete è un compito a cui Alessandra assolve durante le brevi pause che le sue intense giornate le concedono.
Ecco, il punto è proprio questo: Alessandra non colleziona o accumula cani. Assolutamente no. Mentre da un lato si occupa della loro sopravvivenza dall’altro si adopera affinché possano trovare una famiglia che li accolga. E quando un cane, un randagio, un cucciolo abbandonato viene adottato ogni sacrificio viene ampiamente ripagato. E sì, perché vedere con quanta gioia e amore le nuove famiglie accolgono gli stessi cani che gli incivili di turno avevano buttato sul ciglio della strada, magari in un sacchetto di plastica, rinfranca il corpo e lo spirito.
Alessandra insieme ad un piccolo gruppo di volontari fa tutto questo da sempre, senza chiedere nulla in cambio. La sua è un’opera che richiede tempo, rinunce, sacrifici, denaro, che a volte ripaga altre regala pianti amari e delusioni.
Mi chiedo e vi chiedo, quanti di noi siano disposti a fare un decimo di tutto questo? Pochi, pochissimi, forse nessuno, perché salvare cani non regala popolarità, non alimenta followers, non fa tendenza. Sono veramente tanti i giovani tristi ed annoiati, che vivono la loro vita attraverso uno schermo, che cercano la popolarità sui social, che rincorrono la perfezione fisica lottando anche contro la genetica, che vanno incontro ad emozioni estreme per sentirsi vivi.
A loro e a quanti sono avvezzi a voltarsi dall’altra parte quando vedono un cane abbandonato mi piace portare Alessandra come esempio: imparate a donare senza chiedere nulla in cambio, imparate ad amare gli esseri in difficoltà. Perché amare vuol dire donare, rinunciare, fare sacrifici. Amare vuol dire mettere da parte i propri bisogni per occuparsi degli altri. Amare vuol dire essere vivi, fare parte attiva di una società.
Conoscendo Alessandra so che venire allo scoperto attraverso le pagine di un giornale non le sarà gradito. Ma per oggi è necessario fare una piccola eccezione perché finalmente ha deciso di fare qualcosa per se stessa: Alessandra domani si sposa, sposa Giorgio l’uomo più buono che la vita potesse farle incontrare. La loro è una storia che nasce tra i banchi di scuola, che li vede crescere insieme, guardando sempre nella stessa direzione. Del resto solo due anime nobili avrebbero potuto vivere insieme così a lungo senza farsi soffocare dalle brutture della vita. Domani mattina la immagino alzarsi ancora più presto del solito e mentre controlla che tutti i suoi amici siano stati sfamati e curati, la vedo abbandonarsi alle cure di un noto hairstylist per fare trucco e parrucco.
“Alessandra, domai molla quel telefono, non controllare i messaggi, non inviare vocali. I tuoi amici stanno tutti bene. Concediti un giorno tutto per te e Giorgio. Potrai poi ripartire per i tuoi soliti giri, magari condividendo con i randagi di Racalmuto e dintorni gli avanzi del buffet nuziale.”
Ad Alessandra e Giorgio auguriamo di vivere per sempre felici e contenti con i loro amici a quattro zampe.