La Rete delle professioni tecniche propone una “Carta etica” alle istituzioni
“Un diverso impegno ed un cambio di passo nel raggiungimento degli obiettivi del benessere sociale ed ecologico e ai professionisti che vi appartengono di impegnarsi nel raggiungimento del bene comune in termini di tutela dell’ambiente e del territorio”.
E’ quanto chiede la Rete delle professioni tecniche a tutte le istituzioni ed autorità in un documento consegnato, tra gli altri, al prefetto di Agrigento Filippo Romano, al comandante del Centro anticrimine natura dei carabinieri di Agrigento Vincenzo Castronovo, al presidente del Polo universitario di Agrigento Giovanni Tuzzolino, al presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine degli Agronomi e dei dottori Forestali Mauro Uniformi e al presidente nazionale dell’Epap Stefano Poeta, nel corso del convegno sul tema “Il Paesaggio come metafora dell’Etica Pubblica: territorio e ambiente nelle nuove norme costituzionali”, svoltosi al museo “Griffo” e promosso dall’Ordine degli Agronomi e dei dottori Forestali della provincia di Agrigento.
Secondo questa “Carta etica”, “ogni azione professionale sarà orientata alla tutela dell’ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi, con una tutela dei territori anche da un punto di vista geologico e idrogeologico e un comune impegno a prevenire e contrastare gli effetti del cambiamento climatico. Ma non solo: si chiederà l’integrazione, nei rispettivi codici deontologici, attraverso i consigli nazionali di riferimento al fine di inserire questi argomenti nelle regole delle rispettive professioni”.
“In questo momento così delicato sui temi ambientali – ha spiegato la presidente dell’Ordine degli Agronomi di Agrigento Maria Giovanna Mangione – abbiamo ritenuto di redigere un documento che possa essere un prototipo verso una maggiore sensibilizzazione a questi temi da parte delle autorità politiche e governative, ma anche per quelle che si occupano di istruzione e formazione. Parlando di territorio e ambiente abbiamo aggiunto la parola ‘etica’, perché bisogna portare avanti un concetto inclusivo: ognuno di noi deve fare la sua parte per questa e le future generazioni”.
“Agrigento – ha detto il Prefetto Filippo Romano – ha uno dei paesaggi più belli d’Europa e al contempo ha fatto registrare una delle aggressioni speculative più evidenti, negli anni ‘60 e ‘70. Diventa quindi una terra metaforica perché fa da esempio come luogo che unisce la bellezza e la capacità dell’uomo di compromettere, ma anche di recuperare i valori paesaggistici”.
“L’arma dei carabinieri dà il suo convinto contributo a questo convegno e il patrocinio del Centro anticrimine natura – ha detto il tenente colonnello Vincenzo Castronovo – Una iniziativa che ha visto il confronto su temi importanti e attualissimi, con l’obiettivo comune di creare un salto culturale che possa far nasce in tutti la coscienza della tutela ambientale, come bene da salvaguardare per noi e per le future generazioni”.
“L’approccio di oggi dell’Ordine di Agrigento – ha detto Mauro Uniformi, presidente del Consiglio nazionale degli Agronomi – è quello della categoria: su problemi articolati come paesaggio e progettazione ambiente è necessario intervenire in modo multidisciplinare e multiprofessionale, tramite una condivisione con le altre categorie professionali ma anche con il tessuto sociale”.
“La nostra – ha spiegato il presidente nazionale di Epap, Stefano Poeta – è l’unica realtà italiana che annovera più categorie dentro uno stesso ente di previdenza. Siamo deputati ad assistere i colleghi nella fase lavorativa e di welfare, ma soprattutto siamo impegnati nel costruire una pensione a questi liberi professionisti. Quello della previdenza è un tema fondamentale in Italia, soprattutto a causa del nuovo metodo di calcolo, per questo siamo presenti anche in giornate come questa, per diffondere la cultura previdenziale, perché ogni professionista abbia contezza esatta dei propri diritti”.