Giuseppe Leone, il ricordo di Angelo Pitrone: “Se c’è stata una via siciliana alla fotografia contemporanea Leone ne è stato un indiscusso maestro”
Lo scorso 17 aprile, all’età di 87 anni, è venuto a mancare, a Ragusa, Giuseppe Leone. Uno dei fotografi più conosciuti e più legati alla Sicilia di questo secolo. Uno dei fotografi che ha contribuito più di tanti, alla diffusione e alla conoscenza del patrimonio artistico ed architettonico dell’isola, e alle sue tradizioni popolari e religiose. Amico dei più noti artisti e scrittori siciliani, da Sciascia a Guccione, a Consolo, contribuì alla scoperta di uno scrittore come Gesualdo Bufalino per i rapporti nati intorno al progetto di un libro di fotografie dell’800 Comiso ieri (1978). Conosciuto successivamente col più noto titolo Il tempo in posa (1992), pubblicati da Sellerio.
Se c’è stata una via siciliana alla fotografia contemporanea Leone ne è stato un indiscusso maestro. Straordinarie le sue foto in bianco e nero da lui stampate con grande sapienza tecnica.
Noi lo ricordiamo con una iniziativa che l’ha visto protagonista, in una campagna fotografica, ad Agrigento nel 2017, per sollecitare la riapertura della Cattedrale di San Gerlando, chiusa il 25 febbraio del 2011 per il dissesto idrogeologico del Colle.
In quell’anno, insieme ad altri sei fotografi siciliani, come lui di chiara fama nazionale, Melo Minnella, Nino Giaramidaro, Giovanni Pepi, Giuseppe Cuttitta, Carmelo Petrone ed il sottoscritto Angelo Pitrone, su un’idea di Minnella realizzarono una campagna fotografica sullo stato della Cattedrale di San Gerlando, finalizzata alla creazione di una documentazione storico artistica del Monumento prima dell’inizio dei lavori di recupero e messa in sicurezza.
Le immagini diedero vita ad una mostra, nella chiesa di San Lorenzo ad Agrigento il 24 febbraio del 2018 e furono raccolte in un catalogo dal titolo Reflex Cathedra – definizioni non canoniche della Cattedrale di Agrigento.
A Giuseppe Leone e agli altri sei fotografi è stato riconosciuto dall’Arcivescovo Francesco Montenegro e dalla Curia di Agrigento l’alto valore culturale e storico, consapevoli che la loro fotografia potesse essere testimonianza civile e di fede verso l’indifferenza e l’assuefazione all’abbandono.
Da L’Amico del Popolo, N 15, 28 aprile 2024