Bruno Pizzul oggi avrebbe compiuto 87 anni. Il ricordo di Francesco Pira

Sono state tante le lacrime negli ultimi giorni. Questa volta non era una fake news, uno dei più grandi telecronisti sportivi della storia della televisione italiana è morto davvero, all’ospedale di Gorizia a pochi chilometri dalla sua Cormons.
Il mio amico Bruno Pizzul avrebbe compiuto 87 anni, oggi 8 marzo. Ancora oggi in tanti rimpiangono le sue telecronache. Lui che dopo Nicolò Carosio e Nando Martellini ha saputo raccontare le gesta della Nazionale Italiana, con professionalità, stile e ironia.
E’ una “storia straordinaria”, di quelle che sarebbero piaciute tanto ad Enzo Biagi quella dell’ex calciatore Bruno Pizzul, uno dei volti più popolari della televisione. Un uomo eccezionale ed un giornalista sportivo di rara bravura, la cui storia abbiamo raccontato, insieme a Matteo Femia, in cento pagine, di un libro, per i tipi di Fausto Lupetti Editore, intitolato “Bruno Pizzul. Una voce Nazionale” uscito nel 2012.
Essere suo amico è stato per me un grande privilegio perché esistono pochi uomini come lui nel mondo del calcio. Un ex calciatore che è diventato un giornalista sportivo, anzi uno dei più importanti telecronisti della Radio Televisione Italiana ed uno dei più conosciuti al mondo. Quando abbiamo pensato di scrivere la biografia su di lui abbiamo dovuto faticare per convincerlo a darci il suo assenso.. Non perché non avesse voglia di raccontare le sua vita, di farci conoscere episodi incredibili vissuti sui campi da giocatore o da giornalista, ma perché questo omone così alto e così in gamba non amava essere celebrato. Aveva cercato di convincerci a desistere da questa nostra impresa. Alla fine eravamo riusciti a prenderlo per stanchezza e ci aveva dedicato un bel po’ di ore per narrarci le cose abbiamo scritto.
E in quel libro, che ancora oggi in tanti apprezzano, c’è la vita di un italiano vero che da calciatore (ha marcato anche il grande Omar Sivori) prima, e da telecronista dopo, ha girato l’Italia e il mondo. Gli aneddoti, i grandi personaggi che ha conosciuto e incontrato, i suoi valori, un calcio bello da giocare e da raccontare oggi offuscato da tante ombre.
Bruno Pizzul ha narrato a milioni di italiani il calcio pulito come soltanto un grande professionista sa fare. E’ partito da Cormons, cittadina al confine con la Slovenia, ed è arrivato dove ogni buon giornalista sportivo sarebbe voluto arrivare.
I suoi ricordi e i suoi scoop giornalistici, i dialoghi con Nicolò Carosio e la sua enorme passione: la Nazionale. Dalle punizioni al Liceo Stellini di Udine perché doveva correre a prendere il treno, alle esperienze da calciatore-studente universitario a Catania, dal falso scoop della sua morte annunciata da Facebook, alle gradite imitazioni in televisione, ed ancora all’amore per il vino.
Riccardo Cucchi, popolare voce della Rai, di “Tutto il calcio minuto per minuto” nella prefazione del libro, scritta con il cuore ha affermato: “La calma, la serenità. Sono doti di Bruno che mi hanno sempre fatto riflettere. Il nostro è un mestiere affascinante che rischia, però, di farci sentire troppo al centro del mondo. Non prenderti troppo sul serio, sembrava dirmi Bruno. Me lo ripeto spesso, anche oggi: non prenderti troppo sul serio. Ma le sue telecronache di calcio sprigionavano passione, vera. Quella di chi il calcio l’ha giocato e riesce a raccontarlo con semplicità. Perché il calcio è un gioco semplice. Per questo piace così tanto. E’ comprensibile ed immediato, al di là delle alchimie tattiche che alcuni vorrebbero, oggi, prioritarie su tutto il resto. Da telespettatore ho amato i suoi commenti. Da giovane cronista che voleva imparare, ho preso appunti quando Bruno parlava in Tv. Lui non lo sa, non gliel’ho mai detto”.
Bruno Pizzul come calciatore e come giornalista, inviato dalla Rai agli eventi più importanti nel mondo, ha saputo sempre distinguersi per correttezza. E già da calciatore aveva dimostrato come lo sport più amato dagli italiani può essere esempio di gesti nobili.
Un uomo colto, Pizzul, oltre alla Laurea in Giurisprudenza, aveva sempre coltivato oltre alla passione per la scrittura quella per la lettura. La curiosità lo aveva sempre spinto a crescere intellettualmente e professionalmente.
E’ stato capace di trasmettere ai giovani l’esperienza conquistata in anni di lavoro in Rai e di confronto serrato con i più grandi telecronisti del mondo, ma anche il giusto equilibrio per affrontare momenti delicati in cui il giornalista deve tirar fuori tutte le sue abilità per fronteggiare situazioni di crisi.
Il suo impegno, negli anni, per il sociale lo aveva reso ancora più amato dagli italiani che lo chiamavano a presenziare in manifestazioni in tutto il Paese. Amante del buon vino è stato testimonial naturale del modo di vivere degli italiani.
Fortissimo il suo legame con Cormons dove è cresciuto e da pochi anni era tornato a vivere. Attento ai problemi dell’ambiente si era sempre mosso rigorosamente in bicicletta. Non ha mai guidato un’auto e non aveva nemmeno la patente.
Amava la natura in ogni sua forma e lo manifestava costantemente. Marito e padre esemplare, da alcuni anni si misurava in un’altra competizione straordinaria di cui riusciva a fare un’ottima telecronaca: il lavoro di nonno. Bruno Pizzul aveva undici nipoti.
E’ stato sicuramente l’esempio di un italiano che ha saputo credere nella sua professione e lo ha fatto crescendo giorno dopo giorno grazie al suo lavoro, alla dedizione e alla professionalità.

Mi fece ridere tantissimo quando mi raccontò della fake news sulla sua morte. Lo avevano visto moribondo all’ospedale di Udine, dove poi sarebbe deceduto. Invece era a giocare a carte in un bar di Milano con i suoi amici. Quando riaccese il telefonino, che usava pochissimo, come il computer, tutti si meravigliarono che era ancora vivo… E lui su questa cosa rideva come un matto. Era una fake news perché lui era vivo e vegeto e si divertiva a raccontare questo aneddoto. Ma adesso ci ha lasciato, ed il vuoto sarà incolmabile, anche se come tutti i grandi sarà immortale perché ha lasciato un patrimonio inestimabile di valori a tutti noi e a tutta Italia.
Caro Bruno, sono certo che vedendo dal cielo tutto quello che l’Italia ti ha tributato ritirerai fuori il tuo meraviglioso commento: “Tutto molto bello”.