Otto figure femminili che, tra il Settecento e l’Ottocento, intrapresero viaggi avventurosi regalando nuove conoscenze utili alle generazioni future

Nate spesso in terre brumose o lontane dalla Sicilia, tante viaggiatrici approdate nell’isola, subirono il fascino di questo ultimo lembo d’Europa. Rapite da sole e luce, da una natura selvaggia e al contempo rigogliosa avvertirono dentro di loro il richiamo degli antichi miti e la forza ancestrale di riti misteriosi. Per alcune, i suoni di questa terra diventarono canto di sirena e decisero di dimorarvi per sempre. Per altre, visioni e suggestioni, rimasero ricordi indelebili.
Furono in tante ad arrivare nel corso dell’Ottocento, spinte soprattutto dalla moda del Grand Tour. Erano ricche ereditiere, scrittrici, archeologhe, pittrici, filantrope che dopo aver visitato Firenze, Roma e Napoli, si imbarcavano per raggiungere Palermo o Messina. Così fu per l’archeologa Gertrude Caton Thompson di cui ci restano dettagliati appunti sul patrimonio archeologico siciliano, scritti dopo aver visitato Taormina, Agrigento, Segesta, Solunto e Palermo.
Gertrude è stata la prima donna a presiedere la” Prehistoric Society” e la prima archeologa a utilizzare i rilievi aerei per individuare le aree dei siti archeologici. Ad un’altra viaggiatrice, Florence Trevelyan che da Newcastle arrivò a Taormina nel 1881, dobbiamo invece la riqualificazione del vasto giardino adiacente al teatro greco della famosa località. E dobbiamo anche ricordare Edith Newbold Jones Warton che da New York arrivò fino alle Valle dei Templi di Agrigento. Noi ci limiteremo a tratteggiare il sintetico profilo di Maria Theresa Laudien e Alice Muriel Williamson.
Maria Theresa Laudien è conosciuta e ricordata come Madama Politi. Incerte sono le sue notizie biografiche, probabilmente era nata in territorio prussiano in seno ad una nobile e facoltosa famiglia. Per motivi di salute, e quindi per respirare un clima più mite, si recò a Siracusa intorno alla metà dell’Ottocento e s’innamorò non solo della città greca ma anche di Salvatore Politi, antiquario, custode del museo siracusano ed esperto dell’arte del papiro: un bell’uomo dall’indubbio talento estetico. I due si sposarono e dopo alcuni anni, nel 1862, costruirono il famoso Grand Hotel Villa Politi in stile Liberty. Madame Politi fu la progettista delle eleganti linee architettoniche, degli ampi saloni e degli alti soffitti affrescati. La struttura venne inserita nelle guide tra i più esclusivi alberghi siciliani sede di un turismo elitario internazionale. Alla morte del marito, Maria Theresa Laudien, si immerse completamente nella gestione dell’albergo curando con meticolosa attenzione tutti i dettagli e ampliando il giardino adiacente che divenne una meraviglia naturale che ammaliava i visitatori. Questo suo impegno durò fino ai suoi ultimi giorni. Durante la Seconda Guerra Mondiale Villa Politi fu requisita dagli Alleati che la usarono come base operativa. Alla fine del conflitto venne ristrutturata e riaperta nel 1946. Ancora oggi, chi lo desidera può soggiornarvi come fecero, nei tempi passati, ospiti illustri come Winston Churchill o Gabriele D’Annunzio e le teste coronate di mezza Europa. Dai panorami suggestivi e dal notevole patrimonio artistico restò affascinata anche la scrittrice Alice Muriel Williamson.
Alice Muriel Williamson visitò la Sicilia lasciandoci appunti di viaggio e anche un’opera che iniziò a scrivere proprio a Taormina. Dei primi anni della sua vita fino al suo primo matrimonio non si hanno notizie certe ed univoche. Probabilmente era nata a Cleveland nell’Ottobre del 1858. Si sposò con William Reeve ma nel 1890 il matrimonio finì. Nel 1892 anni si trasferì in Inghilterra come corrispondente estera del “Boston Evening Transcript” un giornale che si occupava di arte e cultura contemporanea. Due anni dopo si sposò con lo scrittore e giornalista inglese Charles Norris Williamson e la coppia arrivò a Palermo nel 1902 con la propria auto dopo aver viaggiato in Francia e nella penisola italiana. A Palermo alloggiarono a Villa Igiea. Sorpresa e meravigliata dalla bellezza della città, fu attratta dai carretti siciliani ma non si limitò ad osservarli e descriverli. Ne acquistò uno e dopo averlo fatto smontare pezzo per pezzo lo spedì a New York. Si commosse davanti alla bellezza della Cappella Palatina e degli antichi chiostri di Monreale. La coppia proseguì il viaggio verso Agrigento attraversando strade disastrate e pericolose, fino a giungere al Tempio della Concordia circondato dai mandorli in fiore: una visione che le resterà per sempre impressa nella mente. Proseguì per Catania e poi si spostò a Siracusa alloggiando come tante altre a Villa Politi. L’ultima sua tappa fu Taormina e lì, insieme al marito, decise di scrivere The Lightning Conductor, che raccontava la loro lunga luna di miele. Il libro ebbe enorme successo, più di un milione di copie vendute, e il racconto finisce proprio nell’immersione delle bellezze della Sicilia ”…in nessun luogo al mondo la natura e l’arte…si combinano in un quadro più perfetto”. La sua produzione letteraria conta circa sessanta romanzi di vario genere. La sua scrittura versatile si muoveva dal gotico al giallo, dai romanzi storici a quelli umoristici ma scrisse soprattutto diari di viaggi effettuati in auto e in moto. Per le pubblicazioni usò spesso lo pseudonimo di Alice Livingston (che era il cognome del nonno materno), John Colin Dane o Alice Stuyvesant. Utilizzò anche il nome del secondo marito indicandolo coautore di alcune opere ma in seguito dichiarò di essere stata solo lei l’autrice. Da alcuni suoi romanzi sono stati tratti dei film.
Morì a Bath il 24 settembre del 1933, in circostanze poco chiare. Il suo corpo venne tumulato nel cimitero dietro l’abbazia della famosa città termale inglese.