Fondato a Racalmuto nel 1980

La chiesa del Monte è stata la sua seconda casa

L’insegnante Maria Di Puma per oltre cinquant’anni è stata punto di riferimento e “guida spirituale” della Confraternita “Maria SS. del Monte”

Maria Di Puma

Solo chi è cresciuto in un piccolo paese può rendersi conto dell’importanza che hanno avuto alcune persone che con il loro entusiasmo hanno contribuito a mantenere vive antiche tradizioni operando nel silenzio e nella discrezione. Come ha fatto, per una vita, l’insegnante Maria Di Puma nella chiesa della Madonna del Monte, che è stata decisamente  la sua seconda casa.

Al santuario del Monte di Racalmuto la signorina Di Puma, morta all’età di 87 anni, è stata una istituzione. Per più di settant’anni è stata una presenza attenta e scrupolosa per rendere la “sua” chiesa solenne e austera. Come lo era stata la sorella Carmela, orsolina, e tante altre divenute nel tempo punti di riferimento per tutti i fedeli. La signorina Di Puma, si diceva, era una istituzione. Conosceva il santuario meglio della sua casa. Ne curava gli altari, il corredo, il decoro.

È stata punto di riferimento per gli oltre duecento iscritti alla secolare Confraternita “Maria SS. del Monte”, di cui lei era la Superiora. E ne rispettava le usanze antiche, occupandosi personalmente del culto della Madonna del Monte, del mese mariano, delle messe in suffragio dei membri della Congregazione e dei sabati di quaresima, della preparazione del giovedì e del venerdì santo. E delle Novene alla Madonna durante la festa del Monte, naturalmente.

Maestra alle elementari, tra i colleghi più giovani di Leonardo Sciascia (con cui condivise gli anni della scuola e uno stretto legame di vicinato nel quartiere del Monte), la signorina Di Puma si distingueva per raffinatezza ed eleganza. Un esempio di sensibile devozione, ha scritto qualcuno ricordando questa presenza attenta e affettuosa alla chiesa del Monte. Sempre presente quando c’era da contribuire per migliorare la chiesa, come quando venne sostituita, nel 2013, la bella vetrata con l’effige della Madonna visibile da tutto il paese.

“Si è sempre occupata della chiesa – ricorda Don Luigi Mattina, per tanti anni rettore del Santuario – quando sono arrivato, nel 1971, lei svolgeva già il suo ruolo proficuo di vera e propria guida spirituale della Congregazione”.

Abitava a un tiro di schioppo dalla chiesa. La vedevi arrivare distinta e garbata, pronta a sistemare un vaso di fiori ai piedi della statua di marmo bianco, ad accendere un lumino, ad azionare il suono di una campana. La chiesa del Monte era, per la signorina Di Puma  una sorta di sicuro rifugio. Immagine balenante che ci riporta a quel celebre passo dei Promessi sposi: “Addio, chiesa, dove l’animo tornò tante volte sereno…”.

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